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© Reuters.
Di Alessandro Albano
Investing.com – UniCredit (MI:) ha voluto mettere nero su bianco la propria esposizione in Russia, territorio sul quale è presente dal 2005 ma che dall’inizio di febbraio le è costata il -41% in Borsa.
Nella nota diffusa martedì sera, si legge che UniCredit Bank Russia ha una posizione creditoria autofinanziata di 7,8 miliardi di euro a fine 2021, RWA di 9,4 miliardi di euro e un patrimonio netto di 2,5 miliardi di euro.
Al netto delle coperture sui cambi, l’esposizione diretta a UniCredit Bank Russia si riduce “a circa 1,9 miliardi di euro”, mentre l’esposizione cross border nei confronti di clientela russa è attualmente pari a circa 4,5 miliardi di euro, “al netto delle garanzie di circa 1 miliardo di euro da parte di Export Agencies pubbliche non russe, e rappresenta circa 3 miliardi di euro di RWA”.
L’esposizione, viene precisato, è “quasi interamente verso le principali multinazionali russe, per lo più in valute EUR e USD, con contratti regolati da leggi internazionali e soggetti a tribunali internazionali. Le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% della espozione cross border complessiva”.
Le principali esposizioni del portafoglio sono divise per il 30% verso il petrolio e il gas, circa il 20% ciascuno verso i trasporti e i macchinari & metalli, circa il 10% verso i prodotti chimici, circa l’8% verso le istituzioni finanziarie e la parte residua “verso un mix di altri settori”.
“Abbiamo un’esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe di circa 300 milioni di euro, al netto del collaterale. La massima perdita potenziale nel caso in cui il valore del si approssimi allo zero è di circa 1 miliardo di euro”.
Nello scenario estremo, in cui la totalità l’intera esposizione non possa essere recuperata e venga azzerata, l’impatto sul CET1 ratio di UniCredit a fine 2021 (15,03%, che sconta il dividendo maturato nel 2021 per 1,2 miliardi di euro) sarebbe di circa 200 punti base La nostra solida posizione di capitale ci consentirebbe di assorbire questo impatto senza scendere al di sotto del 13%.
Sebbene questo scenario estremo non venga considerato come caso base, precisa Gae Aulenti, “il nostro approccio alla distribuzione è prudente e sostenibile. In virtù di questo, confermiamo il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro, mantenendo un CET1 ratio superiore al 13% anche nello scenario peggiore”.
Confermato anche il piano di buyback fino a massimi 2,58 miliardi di euro “sotto la condizione che il nostro CET1 proforma di fine anno 2021 rimanga superiore al 13,0%”. “Un impatto finale sul capitale delle nostre esposizioni russe inferiore a 200 punti base ci permetterà di utilizzare fino a un importo equivalente per il riacquisto di azioni”.
La banca dell’Ad Orcel aggiornerà il mercato “sullo sviluppo dell’esposizione a 200 punti base su base trimestrale, a meno che il miglioramento non sia superiore a 25 punti base, nel qual caso forniremo un aggiornamento ad hoc”.
Il target CET1 capital ratio si mantiene “all’interno dell’intervallo del 12,5-13,0%”, sottolinea infine la banca aggiungendo di “stare monitorando da vicino gli sviluppi nel paese, in piena collaborazione con le autorità di regolamentazione, avvalendoci di team di esperti dedicati che hanno definito piani di emergenza consistenti per proteggere il nostro personale operativo nell’area, i clienti in tutta Europa e gli azionisti”.
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