Sab. Nov 23rd, 2024

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«In Polonia ci torno, e spero di essere in buona compagnia». Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha parlato all’indomani dell’episodio avvenuto a Przemysl, a una decina di chilometri dal confine polacco con l’Ucraina. «Lo farò senza telecamere, come è stato questa volta», ha detto a margine della lectio magistralis del cardinale Petro Parolin, segretario di Stato Vaticano a Roma. Ieri, 8 marzo, Salvini è stato accolto dal sindaco della città, Wojciech Bakun, con una maglietta con il volto di Vladimir Putin e la scritta «Esercito russo». La stessa maglietta che il segretario leghista aveva indossato nel 2015 durante una visita a Mosca. Bakun ieri gli ha detto: «Io non la ricevo, venga con me al confine a condannare» il presidente russo.

Le critiche per la giacca

Il leader della Lega ha poi fatto riferimento alle critiche ricevute sulla giacca che indossava durante la visita a Bakun, piena di marchi commerciali e con una grande scritta “Areu”, la centrale di emergenza della Regione Lombardia. «Quegli sponsor sono quelli che danno soldi alla Onlus per curare i malati di cancro», ha risposto Salvini a chi aveva avanzato l’ipotesi di una missione sponsorizzata. «Riuscire a criticare anche un’associazione di volontariato che settimana prossima manda un tir d’abbigliamento in Moldavia ai confini con l’Ucraina vuol dire aver tempo da perdere», ha continuato.

Immagine di copertina: EPA/DAREK DELMANOWICZ POLAND OUT

Video credit: Alexander Jakhnagiev/Vista

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