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La pandemia di covid è finita? Tutt’altro: nonostante il governo proceda a marce forzate sulla road map delle riaperture – oggi il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha auspicato di cancellare il super green pass per bar e locali all’aperto – l’Organizzazione mondiale della sanità puntualizza come la variante Omicron di Sars-CoV-2 sia dominante in tutti i continenti, nelle varie ‘versioni’ che affollano la sua famiglia. Secondo l’ultimo bollettino settimanale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), tra i lignaggi discendenti di Omicron riportati negli ultimi 30 giorni BA.1.1 resta la sottovariante predominante, rappresentando il 41% delle sequenze Omicron (187.058), ma a insidiarla ci pensa Omicron 2 (BA.2) che – come previsto dagli esperti ormai da settimane – cresce e rappresenta adesso il 34,2% delle sequenze (156.014) a livello globale.
E poi ci sono le varianti mix, spiega l’agenzia Onu per la sanità: “Il Technical Advisory Group sull’evoluzione del virus Sars-CoV-2 (Tag-Ve) e l’Oms sono a conoscenza di report, di segnalazioni, su varianti ricombinanti”, una specie di ‘chimere’ che hanno un po’ di Delta e un po’ di Omicron, oppure altre segnalate sono varianti ricombinanti dei due sottolignaggi Omicron BA.1 e BA.2.
Si tratta, puntualizza l’Organizzazione mondiale della sanità, “di un fenomeno naturale e può essere considerato un evento mutazionale atteso. Lo stesso processo di monitoraggio e valutazione viene applicato a queste varianti ricombinanti”, dopo la verifica e l’esclusione di casi di potenziale contaminazione o co-infezione, “come per qualsiasi altra variante emergente. Le informazioni epidemiologiche e di sequenziamento attuali per questi ricombinanti – rimarca l’agenzia ginevrina – non indicano alcun segno di trasmissione rapida o cambiamento nella gravità clinica”.
Hong Kong travolta da Omicron
Se viene per ora escluso che le chimere siano portatrici di particolari problematiche, le varianti di Covid stanno mettendo sotto pressione molti paesi. Oggi la regione più in difficoltà sembra essere quella cinese di Hong kong dove si miscelano due problematiche: l’alta densità e l’uso del vaccino sinovac che appare inefficace contro Omicron.
Come all’inizio della pandemia ora le autorità si stanno affrettando a costruire strutture per i pazienti affetti da COVID: l’ondata di casi ha letteralmente travolto le strutture sanitarie. Le infezioni totali nell’hub finanziario globale da quando è emerso il coronavirus nel 2020 sono aumentate a circa 600.000 casi e oltre 2.500 decessi, la maggior parte nelle ultime due settimane.
Il Covid in Italia
“Abbassare la guardia è la ‘strategia’ migliore per farsi trovare impreparati dal virus e spianargli la strada” ammonisce il presidente della fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, sottolineando come anche in Italia si assista ad una ripresa della circolazione del coronavirus nell’ultima settimana. L’indice di contagio RT torna a salire e dopo un mese di valori bassi si avvicina a 1 mentre si assiste ai primi segnali di aumento dei contagi in alcune regioni. Nelle ultime 24 ore il numero delle persone positive in Italia è risaluto a oltre un milione con un incremento di 3.161 positivi: era dal 26 gennaio che non si registrava un aumento giornaliero dei positivi.
Quanto dura la protezione della terza dose
Si riaffaccia così il tema della quarta dose: secondo i ricercatori dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito la protezione dei vaccini di richiamo contro la variante omicron inizia a diminuire dopo due mesi.
“Due dosi del vaccino Pfizer/BioNTech erano efficaci solo per l’8,8% contro la variante omicron dopo 25 o piu’ settimane. Ma una terza dose di richiamo di questo vaccino ha aumentato la protezione al 67,2%. Tuttavia, questo valore è sceso al 45,7% dopo 10 o più settimane. Un richiamo di Moderna, somministrato a coloro che avevano ricevuto due dosi iniziali del farmaco Pfizer, è risultato efficace del 73,9% contro la malattia lieve della variante omicron dopo due o quattro settimane. Questo è poi sceso al 64,4% dopo cinque-nove settimane.
Tuttavia una notizia positiva c’è: se è dimostrato che l’efficacia contro il contagio della dose booster va incontro a un costante declino, la protezione contro la malattia grave appare intatta. Negli ospedali italiani infatti si registra un continuo calo della percentuale di ricoveri:
- l’occupazione dei posti letto nei reparti ospedalieri di area non critica da parte di pazienti con Covid-19 torna al 13% mentre esattamente un anno fa continuava a salire, toccando il 34%.
- stabile attualmente al 6% l’occupazione delle terapie intensive, che un anno fa vedeva, invece, un trend in crescita arrivando a quota 30%.
“L’aumento settimanale dei positivi ci fa sospettare che siamo di fronte ad una sorta di iceberg con un possibile incremento dei casi sommersi. Dobbiamo vigilare su questo trend” spiega Mauro Pistello, direttore Unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia, tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore sanità (Iss). “Stiamo osservando nelle ultime settimane tanti nuovi positivi dopo essere guariti e negativizzati – osserva Pistello – Ora dobbiamo capire se è una nuova infezione da Sars-CoV-2, forse anche legate alle varianti Omicron, ma non abbiamo ancora certezze, o sono una ripresa del virus. Il problema è che spesso hanno anche di nuovo i sintomi. Dobbiamo capire di cosa si tratta. Fortunatamente oggi i casi Covid non hanno una virulenza più aggressiva, su questo fronte c’è ormai da mesi una certa stabilità”.
Un ultimo dato fa riflettere: in tutto il mondo, da inizio pandemia al 6 marzo 2022, sono stati segnalati oltre 433 milioni di casi Covid e oltre 5,9 milioni di decessi in totale. Nell’ultima settimana hanno segnato una diminuzione dei contagi tutte le regioni Oms tranne quella del Pacifico occidentale (+46%), e per quanto riguarda i morti le uniche aree in salita sono sempre quella del Pacifico occidentale (+29%) e quella del Mediterraneo orientale (+2%). La strategia vaccinale europea funziona, almeno per ora.
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