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La Corea del Sud ha annunciato che Pyongyang ha sparato un missile balistico intercontinentale, il primo dal 2017: sarebbe il più grande al mondo, e per neutralizzarne uno gli Stati Uniti dovrebbero spendere un miliardo di dollari
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DA PECHINO
Kim Jong-un ha riacceso il fronte del Pacifico con un missile che si è innalzato per 6.200 chilometri e ha volato per 71 minuti prima di piombare in mare dopo 1.100 chilometri di volo, all’interno della zona economica esclusiva del Giappone (circa 170 chilometri lontano dalla sua costa).
Secondo la Difesa di Tokyo si tratta di un nuovo ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) a lunghissimo raggio, in apparenza il più potente mai provato dai nordcoreani.
Lo confermano gli analisti di Seul. Dopo una riunione del Consiglio di sicurezza, il governo sudcoreano ha ordinato una reazione dimostrativa, lanciando missili balistici e tattici (guidati in volo) verso il mare e dichiarandosi «pronto e capace di effettuare strike di precisione contro i siti degli ordigni nordcoreani e i loro sistemi di comando e controllo , in caso di necessità».
Chad O’Carroll, esperto di «NK News», considerando che il missile oggi ha raggiunto i 6.200 chilometri di altitudine (lancio verticale che ne accorcia la parabola) e i 71 minuti di volo, valuta che il suo raggio d’azione operativo potrebbe raggiungere i 15.000 chilometri, minacciando qualsiasi città degli Stati Uniti.
In base a queste rilevazioni preliminari potrebbe essere stato il primo test in volo di un Hwasong-17, un missile che i nordcoreani avevano fatto sfilare a terra durante una parata a Pyongyang nell’ottobre del 2020.
Studiando le immagini di quella notte, dello Hwasong-17 collocato su un imponente veicolo da trasporto a 11 assi, gli esperti occidentali valutarono che i nordcoreani avevano esibito il missile mobile più grande dell’arsenale mondiale: 26 metri di lunghezza; 2,5 metri di diametro, due stadi. Peso stimato 110 tonnellate, più altre 100 di propellente liquido, più il peso del veicolo TEL (trasporto, elevazione e lancio). Una superbomba a orologeria viaggiante su strada pronta per il lancio.
Il veicolo a 11 assi che trasporta il missile non è facile da muovere: servono strade rinforzate per reggerne il peso; quindi non si può nascondere in campagna; serve tempo per prepararlo al lancio con 100 tonnellate di propellente liquido e durante l’operazione potrebbe essere individuato e neutralizzato con strike preventivi.
Sembra una follia costruire un missile mobile così difficile da muovere; ma ha senso in un’equazione minacciosa che vuole dire agli Stati Uniti: «Abbiamo questo nuovo ordigno, dovete averne paura», sostengono gli specialisti.
Se ognuno dei giganteschi ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) denominati Hwasong-17 portasse tre o quattro testate nucleari, gli americani dovrebbero tenere pronti per neutralizzarlo tra i 12 e i 16 intercettori, tenendo un rapporto di sicurezza di 4 intercettori per ogni testata in arrivo. Significherebbe spendere un miliardo di dollari per contrastare un solo missile gigante di Kim.
Era dal 29 novembre del 2017 che i nordcoreani non lanciavano un ordigno intercontinentale: allora avevano sperimentato un missile che aveva volato per 53 minuti, dopo essersi innalzato per oltre 4.400 chilometri e finì la sua parabola in mare dopo 950 chilometri. Incrociando i dati dell’altitudine e della parabola balistica gli analisti avevano determinato che quell’ICBM, uno Hwasong-15, avrebbe potuto raggiungere le città degli Stati Uniti.
Erano i giorni in cui alla Casa Bianca Donald Trump minacciava di «cancellare l’uomo razzo Kim con fuoco e furia». Poi, il Maresciallo di Pyongyang aveva effettuato una svolta e nel 2018 aveva inaugurato una stagione di dialogo che ha produsse tre vertici con Trump e una moratoria nei test nucleari e missilistici capaci di minacciare direttamente il territorio americano.
Ma la diplomazia spettacolare è finita nel febbraio 2019, con il fallimento del summit di Hanoi e da allora il negoziato tra Nord Corea e Stati Uniti si è arenato.
Il dossier nordcoreano è finito in secondo piano nell’agenda americana: con Joe Biden la Casa Bianca si è prima concentrata nella sfida con la Cina e ora è impegnata nella guerra in Europa.
Lo scorso gennaio Kim aveva dichiarato di non essere più legato dall’impegno alla moratoria annunciata nel 2018. Sono ricominciati i test missilistici: prima a corto e medio raggio: 10 tra il 5 gennaio 2022 e la fine di febbraio.
Ora questo lancio fa temere che la prossima mossa possa essere anche una ripresa degli esperimenti nucleari: nelle scorse settimane è stata segnalata dall’intelligence satellitare attività intorno al poligono di Punggye-ri, che era stato disattivato nel 2018 in un gesto «di buona volontà» da parte di Kim.
24 marzo 2022 (modifica il 24 marzo 2022 | 10:58)
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