Lun. Nov 25th, 2024

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di Stefano Montefiori

Dopo il tweet del ministro ucraino Kuleba, sui social si intensificano gli attacchi ai tre marchi, i più grandi tra i francesi a restare in Russia. La proprietà: «Non possiamo licenziare 76 mila persone»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI — L’Ucraina torna a protestare contro le imprese francesi che non hanno interrotto i loro affari in Russia e chiede un boicottaggio mondiale. Mercoledì scorso, dopo un appello del presidente Zelensky, Renault aveva infine preso la decisione di sospendere le attività. Sabato mattina il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha chiesto al mondo di boicottare i tre marchi della grande distribuzione francese che fanno capo alla famiglia Mulliez, ovvero Auchan, Leroy Merlin e Decathlon. «Con il rifiuto di fermare le attività in Russia, la holding Auchan prende la decisione consapevole di finanziare ancora le atrocità russe in Ucraina e di fare profitti grazie al sangue versato – ha scritto Kuleba su Twitter -. Chiedo a tutti i clienti e ai partner commerciali nel mondo di boicottare Auchan, Leroy Merlin e Decathlon».

Negli ultimi giorni si sono intensificate le proteste e i social media si riempiono di attacchi ai tre marchi, che dopo il ritiro di Renault sono i più importanti brand francesi a restare in Russia assieme alla multinazionale dell’energia TotalEnergies. La famiglia Mulliez si difende parlando dell’impossibilità di fermare gli affari all’improvviso e licenziare migliaia di persone in Russia. La AFM – Association Familiale Mulliez è il primo datore di lavoro di francese in Russia con un totale di 76 mila dipendenti (45 mila nel colosso del bricolage Leroy Merlin, 29 mila negli ipermercati Auchan e 2500 nei grandi magazzini di articoli sportivi Decathlon). Le sanzioni decise dall’Unione europea non impongono per ora uno stop alle attività di questo tipo, e il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice Ue di Bruxelles ha dichiarato di voler «lasciare libere» le aziende, delegando ai loro dirigenti la decisione se continuare o no fino a quando un eventuale inasprimento delle sanzioni non rendesse lo stop obbligatorio. Ma la posizione della famiglia Mulliez è molto contestata.

Domenica scorsa le bombe russe sono finite su un grande magazzino Leroy Merlin che fa parte di un centro commerciale vicino a Kiev, e il ministero della Difesa ucraino ha commentato dicendo che «Leroy Merlin è diventata la prima impresa al mondo a finanziare il bombardamento dei propri negozi e a uccidere i propri dipendenti. Una cupidigia disumana e straziante». Adeo, la holding che controlla il marchio del bricolage Leroy Merlin, ha annunciato di avere sospeso i nuovi investimenti ma di non volere abbandonare la Russia perché «un fallimento premeditato e la conseguente espropriazione rafforzerebbero il governo russo». Così facendo però il marchio si attira le critiche dell’Ucraina, le lodi del governo russo – il ministro degli esteri Sergei Lavrov si è rallegrato del fatto che «se Ikea ha chiuso i suoi negozi in Russia, Leroy Merlin resta aperto» – e una notevole pubblicità negativa.

26 marzo 2022 (modifica il 26 marzo 2022 | 13:42)



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