Sab. Nov 16th, 2024

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PIEVE DI SOLIGO – Uno sbandato. Arrivato da qualche giorno a Pieve di Soligo in cerca di chissà che cosa. Ha bazzicato insieme ad altri compagni di ventura, ancora da chiarire se vecchi amici o conosciuti al momento, nel parco del centro Baldi, ma il suo domicilio risulta a Moriago. Gravitava anche attorno a un locale di specialità musulmane noto per restare aperto fino a tarda sera. Di Boumarouan Mohamed, 36 anni, nazionalità marocchina, non si sa molto. Se non che giovedì sera, in uno stato visibilmente alterato da un eccesso d’alcol o di qualche stupefacente, è entrato in casa di Adriano Armelin e lo ha aggredito. Cercava soldi e, invece, ha trovato il pensionato. A quel punto non è fuggito, ha invece aggredito il padrone di casa, infierendo senza pietà e legandolo mani e piedi nella speranza di farsi consegnare del denaro. Ma non ha ottenuto niente. Quindi, arraffato qualche genere alimentare, ha tentato la fuga finendo però col cadere maldestramente da una tettoia per poi essere bloccato dai vicini attirato da tanto trambusto.


I PRECEDENTI

Boumarouan prima di passare nella Marca è stato anche nel veneziano. Il suo volto è noto alla forze dell’ordine. A suo carico risultano infatti piccoli reati contro il patrimonio. Senza una vera occupazione, ha sempre faticato a mettere assieme il pranzo con la cena. Dopo essere stato portato in carcere a Santa Bona con l’accusa di tentata rapina aggravata e omicidio preterintenzionale, ha rifiutato l’avvocato d’ufficio nominandone uno di fiducia da Firenze, segno che prima di arrivare nella Marca ha comunque girovagato per l’Italia. A quanto pare, prima di prendere la strada per il trevigiano, è passato anche dalle parti di Noventa. In una vita fatta di espedienti e lavoretti qua e là, attualmente non faceva nulla.

L’OBIETTIVO

Tante sono le domande che si rincorrono in paese. La prima, la più importante, è perché se la sia presa con un anziano come Armelin: «Sicuramente ha studiato la sua vittima. Sapeva che non aveva nessuno in casa con lui e che poteva custodire del denaro», dice un vicino. L’ipotesi comunque è molto concreta ed è al vaglio degli investigatori. Del resto il 36enne marocchino è andato sul sicuro nell’abitazione di una persona nota, un ex elettrauto, che viveva sola. Avrà immaginato il classico colpo facile, facile, utile per mettere assieme un bottino sufficiente per stare tranquillo qualche giorno. E invece non ha calcolato che l’anziano potesse essere nell’abitazione e ancora sveglio. E a quel punto è scattata la violentissima reazione.

IL CORDOGLIO

In una Pieve attonita, sgomenta per un fatto di sangue così efferato, si alza però la voce della comunità islamica della zona. Ieri mattina, quando è stata ufficializzata la morte di Adriano Armelin, al sindaco Stefano Soldan è subito arrivato un messaggio chiaro e inequivocabile di condanna: «La comunità islamica-marocchina di Pieve di Soligo – ha spiegato il sindaco – condanna il gesto ed esprime vicinanza alla famiglia e a tutta la cittadinanza. In casi come questi è importante non fare di tutta l’erba un fascio etichettando un’intera etnia. A Pieve di Soligo siamo un esempio di integrazione». Il sindaco ha quindi ricordato i tanti stranieri che sono arrivati senza niente, hanno accettato le regole del loro nuovo territorio e si sono messi a lavorare per costruire un futuro. E gli esempi sono centinaia. E si vedono ogni giorni nelle scuole, nelle fabbriche, nelle botteghe. Fatti di sangue di tale efferatezza sono terribili, ma non devono gettare discredito su un’intera comunità: su questo il sindaco è stato molto chiaro. Intanto una decisione è stata presa: nel giorno del funerale di Adriano, conosciuto e ben voluto da tutti, a Pieve di Soligo verrà proclamato il lutto cittadino.
 



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