Mer. Ott 23rd, 2024

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Non c’è pace per il patron del Chelsea Roman Abramovich. Il magnate russo, visti i rapporti col governo di Putin impegnato nell’assalto sul suolo ucraino, aveva deciso di fare un passo indietro dalla poltrona del Chelsea, annunciando la vendita del club londinese il 2 marzo. Ma nonostante la significativa lista di potenziali acquirenti, la vendita dei Blues verrà congelata. Dal Regno Unito infatti, arriva la comunicazione di pesanti sanzioni nei confronti di Abramovich.

I suoi beni (“assets”, ndr) nel Regno Unito sono stati congelati, compreso il club di sua proprietà. Ciò significa che la cessione della società dovrà attendere fino a nuovo ordine. All’oligarca sarà impedito viaggiare e condurre attività finanziarie sul suolo del Regno Unito. Le motivazioni delle sanzioni sono state delineate da un documento governativo.

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Abramovich è stato punito per essere “associato a una persona che è o è stata coinvolta nella destabilizzazione dell’Ucraina e nell’indebolimento e minaccia dell’integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell’Ucraina, vale a dire Vladimir Putin, con cui Abramovich ha avuto stretti rapporti per decenni. Questa relazione d’interessi gli ha permesso di ottenere benefici finanziari o altre agevolazioni materiali da Putin e dal governo della Russia”.

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Chelsea “congelato”: quali conseguenze?

Quale impatto per la squadra allenata da Tuchel? Nel breve periodo, minimo. Il Chelsea potrà contare su una speciale licenza del governo, che permetterà il regolare svolgersi delle partite di campionato. “Ciò include le autorizzazioni per il club a continuare a giocare partite e altre attività legate al calcio che a loro volta proteggeranno la Premier League, la più ampia piramide calcistica, i fan e altri club. Questa licenza consentirà solo alcune azioni nominate esplicitamente per garantire che l’individuo designato (Abramovich, ndr) non sia in grado di aggirare le sanzioni britanniche. La licenza sarà tenuta costantemente sotto controllo e lavoreremo a stretto contatto con le autorità calcistiche”, precisa il governo.

20mila sterline per le trasferta, vendita biglietti vietate, e molto altro…

Sotto questa licenza, il Chelsea potrà continuare a pagare giocatori e staff, pagare spese di trasferimento in sospeso, spendere massimo 500mila sterline nell’organizzare partite, ricevere pagamenti. La licenza scadrà il 31 maggio, dopodichè il governo potrà prorogare, revocare, variare o sospendere tale licenza. Tra i cavilli della licenza si legge anche un limite di spesa pari alle 20mila sterline per trasferte di qualsiasi tipo: il che pone un importante punto di domanda sulla capacità economica del Chelsea di affrontare trasferte europee.

A livello economico invece, l’impatto potrebbe essere severo: solo i possessori di abbonamenti stagionali potranno varcare la soglia dello Stamford Bridge, in quanto anche la vendita dei biglietti è stata ufficialmente congelata. Bloccati anche trasferimenti di giocatori, rinnovi contrattuali e vendita di merchandise. Permesso, invece, il catering.

Cosa succede ora? Vendita solo se Abramovich non prende una sterlina, e occhio al “diritto di vendita” dei giocatori

Situazione in divenire, con molte fonti inglesi che già parlano come il Chelsea potrebbe in realtà essere venduto a breve, ma solamente se la somma incassata non andrà a rimpinguare le casse di Abramovich. Insomma, vendita consentita, ma nemmeno una sterlina nel conto corrente del magnate russo.

Attenzione però anche a quello che decideranno di fare i calciatori, bloccati per ora anche in uscita, con le prime indiscrezioni che parlano – secondo una fonte che cita un agente di uno dei calciatori presenti nella rosa di Tuchel a Londra: “Come possono vietare al club di vendere giocatori? Sicuramente ci sono implicazioni sul diritto del lavoro per i giocatori che vorrebbero andarsene ma si ritroverebbero praticamente intrappolati?”

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