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Riparte la corsa al riarmo in Usa, sulla scia dell’invasione russa in Ucraina, che rimette in discussione l’architettura della sicurezza mondiale. Mentre si prepara a contrastare il Cremlino anche nell’ Artico, per il 2023 Joe Biden ha presentato al Congresso una proposta di bilancio da 5.800 miliardi di dollari con una ‘minimum tax’ per i paperoni e investimenti record per la sicurezza, a partire da quelli già astronomici per le spese militari: 813,3 miliardi di dollari, un incremento di 31 miliardi (pari al 4%) sull’anno precedente. I fondi comprendono 4,1 miliardi di dollari per condurre ricerche e sviluppare capacità di difesa, quasi 5 miliardi per una sistema di allerta missilistica per individuare minacce globali e quasi 2 miliardi per un nuovo scudo anti missile per proteggere gli Usa dalla minaccia dei lanci balistici di Corea del Nord e Iran.
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— MünirCan (@ToplumBilgi) March 28, 2022
Il segnale agli alleati
Previsti, oltre ad aiuti per un miliardo all’Ucraina, anche 6,9 miliardi di dollari per la Nato. Un segnale agli alleati transatlantici, che dopo l’attacco russo si sono impegnati a raggiungere per le spese militari il 2% del pil, compresi i Paesi inizialmente più riluttanti come Germania e Italia. «Sto proponendo – ha spiegato il commander in chief – uno dei più grandi investimenti nella storia della nostra sicurezza nazionale, con fondi necessari per garantire che il nostro esercito resti il meglio preparato, addestrato ed equipaggiato nel mondo. Inoltre sto chiedendo di continuare ad investire per rispondere energicamente all’aggressione di Putin contro l’Ucraina con il sostegno Usa all’economia e alle necessità militari e umanitarie» di quel Paese. Nello stesso tempo, come racconta il New York Times, la Casa Bianca ha deciso di assumere nell’ Artico una postura più aggressiva, anche militarmente, per contenere l’espansionismo russo in questa regione, dove lo scioglimento dei ghiacci causato dal climate change promette di aprire nuove rotte commerciali e di schiudere enormi riserve di idrocarburi sotto i fondali.
La missione in Alaska
Per questo in marzo c’è stata una missione, la prima del genere, con circa 8.000 soldati paracadutati vicino a Fairbanks, in Alaska, dove l’amministrazione sta anche investendo centinaia di milioni di dollari per espandere il porto di Nome, che potrebbe trasformarsi in un hub in acque profonde a supporto della Guardia costiera e dei vascelli militari operanti nel circolo polare artico. A breve qui sono attesi anche tre rompighiaccio ma su questo fronte Mosca ha un vantaggio abissale, con oltre 50 rompighiaccio in azione. Del resto il Cremlino ha cominciato da molto tempo a militarizzare l’ Artico, ristrutturando aeroporti e installazioni radar dell’era sovietica, costruendo nuovi porti, basi e centri di ricerca, rafforzando la sua flotta di rompighiaccio a propulsione nucleare e convenzionale. Ora però, dopo essere stati «distratti» da due decenni di guerre in Iraq e Afghanistan, gli Usa vogliono «Riguadagnare il predominio artico», come recita il nuovo piano del Pentagono, che ha già cominciato a trasferire in Alaska decine di F35.
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Biden non dimentica tuttavia il fronte interno e, in vista di Midterm, nel suo piano fiscale propone forti investimenti anche per il welfare e la polizia, allo scopo di rispondere ai problemi più sentiti dalla gente: il morso dell’inflazione e l’aumento della criminalità. Per finanziare la spesa sociale – e ridurre il deficit di oltre 1.000 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni – il presidente rilancia la ‘minimum tax’ per i paperoni (le famiglie che valgono oltre 100 milioni dovranno pagare almeno il 20% sul reddito e sui guadagni non realizzati con gli asset), l’aumento per i più ricchi della tassa individuale (dal 37% al 39,6%) e di quella aziendale dal 21% al 28%, annullando così il taglio fiscale di Trump.
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