Mar. Ott 22nd, 2024

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di Viviana Mazza

Il generale, ex capo della Cia: «Servono aerei senza grossi annunci, e rinforzi. Non escludo che i russi cambino passo: la presa di Mariupol potrebbe dare morale»

La guerra ucraina — dice al

Corriere



il generale, ex capo della Cia, David Petraeus — è entrata in una fase altamente imprevedibile. «Ci sono molti scenari possibili, a seconda di quale dei due campi sarà in grado di rifornirsi, riarmarsi, rimpiazzare le perdite e incorporare nuove competenze. Una gamma di scenari che va dallo stallo lungo, sanguinoso, da incubo (con avanzamenti lenti e faticosi dei russi nel Sud-Est mentre gli ucraini continuano limitati contrattacchi intorno a Kiev, a Kharkiv a Est, Mykolaiv a Sud-Ovest e altrove) a uno scenario in cui gli uni o gli altri prendano il sopravvento e respingano i nemici. È un po’ più probabile che l’Ucraina sviluppi un vantaggio, date la determinazione, l’intraprendenza, la creatività dimostrate, oltre al fatto che “gioca in casa”. Ma è imprudente escludere la possibilità che la Russia impari dagli innumerevoli errori commessi e, pur con altre terribili perdite di vite e di mezzi, possa logorare col tempo le difese aeree e le risorse ucraine».

È possibile vincere la guerra sul terreno?

«Non penso sia saggio escludere la possibilità che l’Ucraina respinga i russi e li “sconfigga”, almeno in parte del Paese; comunque al momento non prevedo questo esito. Detto ciò, se ricevono sufficienti risorse critiche dai Paesi Nato, gli ucraini potrebbero essere in grado di lanciare contrattacchi multipli, respingere i russi e limitare i danni provocati da missili, razzi e bombardamenti. Particolarmente importanti per l’Ucraina sono ulteriori sistemi di difesa aerea (specialmente S-300 e Buk) efficaci ad altitudini superiori rispetto ai sistemi “portatili” Stinger; ulteriori droni americani tipo Switchblade (migliaia), anche con capacità di bombe e missili anti-tank più potenti; ulteriori droni turchi (migliaia); munizioni; aiuti umanitari, economici; e aerei in sostituzione; il tutto senza grandi annunci. Queste risorse possono inclinare la bilancia a favore dell’Ucraina e avvantaggiarla al tavolo dei negoziati. Ma non si può neppure escludere che la Russia si rimetta in sesto, riacquisti impulso nel Sud-Est e possibilmente nel Nord-Est. Quando Mariupol cadrà, come sembra tragicamente destinato ad accadere nonostante la sua eroica difesa, la Russia avrà un porto eccellente per rifornire le truppe nel Sud-Est. Un successo tattico che risolleverà il morale dei russi e renderà disponibili alcuni battaglioni impegnati in quella durissima battaglia. Ciò favorirà la faticosa avanzata russa nella provincia di Lugansk e forse a Donetsk. Insomma, non si può escludere nulla per ora, nonostante la straordinaria prova degli ucraini e le carenze dei russi».

Se Kiev rinuncia a Donbass e Crimea, si può arrivare a una soluzione duratura?

«È possibile che il presidente Zelensky sottoponga a referendum una proposta simile, con alcune precisazioni (ad esempio, un affitto per 99 anni della Crimea alla Russia, anziché una rinuncia totale, e possibilmente uno status speciale per l’area del Donbass controllata dai russi all’inizio dell’invasione) ed è possibile che riscuota consensi se le città ucraine continuano a essere bombardate, mentre il presidente Putin si rende conto che non otterrà sul campo gran parte di ciò che sperava e assiste ai crescenti danni inflitti alla sua economia, alla sua cerchia, alle aziende, agli standard di vita russi».

Zelensky ha bisogno di altri tank e jet o può difendersi con sistemi anti-carro, anti-aeree e anti-nave?

«Questi sistemi, insieme ai droni, possono in qualche modo compensare la mancanza di sufficienti tank, aerei e navi ma dovrebbero comunque essere fornite competenze complete e stratificate in ogni area, il che richiede molte risorse. Ci sono notizie non confermate che l’Ucraina ha catturato così tanti tank russi da averne più che prima della guerra; in questa categoria, quindi, il limite non sono i tank ma gli equipaggi per manovrarli. Al di là di ciò, la mia speranza è che alcuni Paesi confinanti con l’Ucraina diano una mano con gli aerei, in silenzio, senza annunciarlo».

Putin può dividere il Paese, prendendo il Donbass e la costa fino a Odessa, ricostituendo una sorta di Novorossyia?

«È difficile che i russi superino Mykolaiv che si frappone tra loro e Odessa. Ma è concepibile che, caduta Mariupol, consolidino il controllo della costa orientale dalla Crimea a Lugansk e forse prendano il resto del Donbass. Ma non si può escludere che, con più armi, Kiev glielo impedisca».

È spesso evocato il paragone con la Seconda guerra mondiale. Lo condivide?

«Questo conflitto è più simile a quello che avremmo potuto combattere durante la Guerra fredda, con l’aggiunta degli aerei senza pilota. I mezzi russi sembrano simili a quelli di cui ci preoccupavamo negli anni Ottanta, quand’ero in servizio in Germania. La modernizzazione vantata da Mosca è assai meno riuscita di quanto si aspettassero molti osservatori occidentali e, sospetto, il ministero della Difesa russo e Putin!».


Le piogge primaverili e lo scioglimento del terreno ghiacciato influenzeranno la durata della guerra?


«La maggior parte dei veicoli a ruote e forse anche cingolati non potranno transitare fuoristrada se vogliono evitare di restare impantanati. Ciò potrebbe impedire ai russi lo sfondamento specialmente intorno a Kiev, prolungando lo stallo sanguinoso in cui si trova l’Ucraina».

Prolungarlo per quanto?

«Settimane, forse mesi».

29 marzo 2022 (modifica il 29 marzo 2022 | 07:14)

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