Sab. Nov 23rd, 2024

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Il governo accoglie l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che lo impegna a raggiungere la soglia del 2 per cento sulle spese militari senza richiesta di voto. È quanto avvenuto in commissione Esteri e Difesa del Senato dove è all’esame il decreto Ucraina. Il provvedimento dovrebbe arrivare in Aula giovedì con la fiducia. La decisione apre un problema dentro la maggioranza: poco prima infatti, Giuseppe Conte in conferenza stampa aveva annunciato il voto a favore del provvedimento, ma al tempo stesso aveva ribadito il no all’odg di Fratelli d’Italia per l’aumento della spesa militare.

Nei giorni scorsi il decreto Ucraina aveva ottenuto il via libera di Montecitorio. In quell’occasione era stato approvato anche l’ordine del giorno della Lega sull’aumento delle spese militari (fotocopia dell’odg di Fdi accolto ora dal governo) e anche i 5 stelle avevano votato a favore. Poco dopo il leader M5s Conte aveva annunciato che i suoi non avrebbero mai più votato a favore dell’aumento delle spese militari. Una linea che oggi ha ribadito in conferenza stampa, pur dicendo di “non voler mettere in difficoltà nessuno” e soprattutto non voler discutere gli accordi Nato pregressi. Secondo il leader M5s è necessario però valutare i tempi e gli impegni alla luce delle nuove emergenze che vive l’Italia ed è necessario capire dove verranno presi i fondi. Di questo Conte parlerà con Draghi nel colloquio fissato per le 17.30 di oggi.

Intanto si registrano le prime tensioni tra i partiti della maggioranza. Durante la seduta delle commissioni, il M5s ha protestato perché chiedeva di votare. Il senatore M5s Vito Crimi, rivolgendosi alla presidente dem Roberta Pinotti ha dichiarato: “Con il nostro presidente le cose sarebbero andate diversamente”. Il riferimento era a Vito Petrocelli, capo della Esteri e oggi assente. Dal fronte Pd la presa di posizione dei 5 stelle crea malumori: “Noi comprendiamo l’esigenza dei partiti di marcare alcuni punti”, ha detto il senatore Alessandro Alfieri dopo la riunione congiunta delle commissioni, “ma questo non può essere fatto mettendo in difficoltà il governo. Noi ieri nella riunione di maggioranza con D’Incà abbiamo proposto come Pd di presentare un odg di maggioranza proprio per dire che c’era la disponibilità a discutere di gradualità nell’aumento delle spese della difesa e farle nell’ambito della costruzione della difesa comune europea. I 5 Stelle hanno detto no e hanno perso un’occasione ma noi siamo disponibili a riaprire la discussione su un percorso graduale” in prossimi provvedimenti. Intanto qualche cedimento si registra anche sul fronte 5 stelle: “Il discorso è questo”, ha dichiarato all’Adnkronos la senatrice M5s Antonella Campagna, che siede in Commissione difesa di Palazzo Madama. “E’ fuori discussione, lo sappiamo, che nel 2014 si è sottoscritto in ambito Nato l’impegno per portare al 2% del Pil le spese per la difesa. In ogni caso, questo impegno il nostro Paese l’ha preso. Un impegno riconfermato – ciò è agli atti – nel 2019 durante il 70esimo anniversario dell’Alleanza atlantica. L’aumento delle spese va oggi preso in considerazione anche nell’ottica della creazione dell’esercito comune europeo”.

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