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Kiev ha proposto almeno dieci nazioni per vigilare e pochi giorni fa Draghi e Zelensky hanno parlato in una telefonata proprio dell’ipotesi della partecipazione del nostro Paese
Italia non compresa nel gruppo
– Non c’è quindi l’Italia, che però si potrebbe aggiungere in un secondo momento, come d’altra parte anche Germania, Turchia, Polonia, Canada, Israele. E’ probabile che la lista si allunghi ulteriormente: i garanti avranno il compito di intervenire in caso di aggressione, sul modello dell’articolo 5 della Nato, quello che vincola appunto tutti gli Stati membri alla difesa collettiva in caso di attacco a una singola nazione.
Telefonata Zelensky-Draghi
– Pochi giorni fa, in una telefonata tra Mario Draghi e Volodymyr Zelensky, i due leader avevano discusso proprio l’ipotesi che l’Italia possa entrare nella cerchia di Paesi garanti della sicurezza in caso di accordo di pace: il nostro premier aveva ribadito il fermo sostegno di Roma a Kiev assicurando anche la piena disponibilità a “promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina”, cioè proprio a far parte di un gruppo di Paesi che faccia da garante a un’intesa.
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