Gio. Nov 28th, 2024

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di Maria Rosa Pavia

L’ex sindaca di Roma ha condiviso posizioni anti-Kiev in una chat del M5S. Azione e Italia Viva: «Così fa il megafono della Russia. Si dimetta dalla presidenza della commissione Expo 2030»

«Non sono filoputiniana, in Ucraina c’è un aggressore: la Russia. Questa polemica è fatta per delegittimarmi». Così Virginia Raggi, ex sindaca di Roma e attuale presidente della Commissione Expo 2030, è intervenuta per replicare agli attacchi ricevuti su presunte sue simpatie per il dittatore di Mosca, dopo alcuni interventi nelle chat del Movimento 5 stelle. A far discutere, la contrarietà espressa dall’esponente pentastellato all’invio di armi in Ucraina e l’aver condiviso il giudizio secondo cui Kiev sarebbe in mano a politici «eterodiretti» a causa dell’«ingerenza di Usa e Ue».

Il primo a bocciare le tesi dell’ex sindaca è stato il leader di Azione, Carlo Calenda, che sul suo profilo Twitter l’ha definita un «megafono della propaganda russa» e ha sollecitato le sue dimissioni dal suo ruolo nella Commissione Expo 2030. «Abbiamo votato l’accordo sulle commissioni di minoranza proposto da Gualtieri – ha aggiunto Calenda – con molte perplessità e per ragioni di correttezza istituzionale. Ora basta. La Raggi già no vax e oggi megafono della propaganda russa se ne deve andare». Sulla stessa linea gli esponenti di Italia Viva. Il deputato Luciano Nobili ha ritwittato la petizione per le dimissioni di Virginia Raggi dalla presidenza della Commissione Expo 2030, lanciata dal consigliere capitolino Valerio Casini. Il senatore di Italia Viva Francesco Bonifazi, inoltre, coglie l’occasione per lanciare una stoccata a Calenda: «Sulla vicenda Raggi, che lui ha votato e noi no, Carlo Calenda si dimostra un uomo che ha litigato con la politica fin da piccino. Non è cattivo: proprio non fa per lui».

L’esplosione del caso Raggi – sul quale si sono pronunciati anche numerosi esponenti della politica romana, soprattutto di parte Pd – ha indotto in un momento successivo l’ex sindaca a precisare: «Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano. Dario invitava a intervenire prontamente per evitare che la guerra si estendesse dalla Crimea e dal Donbass a tutta l’Ucraina e all’Europa. Aveva ragione. Non sono una filo-putiniana o filo-russa: è evidente che in Ucraina ci sia un aggressore, la Russia, come è pubblica la mia contrarietà alla guerra come soluzione dei conflitti. Mi si vuole affibbiare questa etichetta per delegittimarmi». Ulteriore precisazione: «Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas. Credo che vadano trovate delle soluzioni di mediazione tra le parti – ben vengano le trattative diplomatiche in corso – e che vadano comprese e approfondite le cause del conflitto. L’energia è, indubbiamente, la chiave per capire e quindi intervenire»

30 marzo 2022 (modifica il 30 marzo 2022 | 18:02)

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