Mar. Nov 26th, 2024

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di Cesare Giuzzi

Delitto di Carol Maltesi (Charlotte Angie) a Rescaldina, la confessione nel verbale di Davide Fontana: «Ho smembrato il corpo in tre giorni. Per due mesi ha risposto agli sms dal cellulare della giovane: «Volevo far credere che fosse viva». I due si erano conosciuti su Instagram nel 2020, Fontana aveva lasciato la moglie

«Stavamo girando un filmino hard. Lei era legata, aveva un sacchetto in testa. Ho iniziato a colpirla con un martello su tutto il corpo, non forte. Poi quando sono arrivato verso la testa ho iniziato a colpirla forte, non so bene il perché. Non so cosa mi sia successo. Credo fosse già morta ma non sapendo che altro fare le ho tagliato la gola con un coltello da cucina». Sono le tre di martedì notte, Davide Fontana, 43 anni, bancario, fotografo, food blogger per passione, attore hard amatoriale, crolla davanti ai magistrati e ai carabinieri dopo quattro ore di mezze parole. Confessa d’aver ucciso Carol Maltesi, di averne smembrato il corpo «in tre giorni», di aver prima tentato di darle fuoco e infine di aver abbandonato i resti tra le montagne di Borno (Brescia) durante una vacanza in un hotel di Boario Terme. «Vi ho raccontato tutto questo perché volevo togliermi questo peso e dire la verità», mette a verbale davanti agli investigatori. Secondo gli inquirenti è lui il presunto autore (reo confesso) della morte dell’attrice hard Charlotte Angie (qui il ritratto).

Il telefonino di Carol Maltesi

Per più di due mesi, con in mano il telefonino della ragazza, aveva risposto ai messaggi: «Nel tentativo di far credere loro che fosse viva». Agli altri attori e agli amici che la cercavano aveva raccontato che «voleva cambiare vita, lasciare il mondo del porno». Menzogne ripetute fino al 26 marzo quando, dopo la scoperta del corpo, il giornalista Andrea Tortelli scrive e chiede per conferma di ascoltare la viva voce di Carol: «È stato l’unico a chiedere un vocale in questi due mesi. Mi sono spaventato e non gli ho più risposto». Fontana racconta di come ha smembrato il corpo dopo aver acquistato «un’accetta e un seghetto da metallo». Un’operazione durata tre giorni. Di aver ripulito l’appartamento e di aver lavato gli stracci in lavatrice. Poi ha acquistato «su Amazon un freezer a pozzetto». Prima aveva fatto un tentativo comprando un braciere «ma l’ho restituito». Sono i giorni in cui il figlioletto di una vicina di casa, vedendolo in cortile, gli chiede dove siano Carol e il figlio che ogni quindici giorni veniva a Rescaldina a giocare: «È con il papà a Verona», la risposta gelida. In quei giorni, siamo a febbraio, nessuno dubita ancora di lui.

L’omicidio a gennaio

Il delitto è avvenuto, stando al suo racconto, «il 10 o l’11 di gennaio»: «Era mattina, intorno alle 11, ero in smart working. Abbiamo girato due video con il mio telefonino». Il primo («una scena non violenta») è ancora conservato sul suo Iphone, il secondo l’ha cancellato. Lega la ragazza a un palo da lap dance al primo piano dell’appartamento della vittima. Le fissa mani e piedi con lo scotch. Poi, mentre riprende, inizia a colpirla con il martello, fino alla morte: «Sono stato mezz’ora a guardarla e poi sono tornato a casa». Assistito dal legale Stefano Paloschi, Fontana racconta l’incontro con Carol e l’inizio della loro relazione: «L’ho conosciuta in un hotel di Milano nell’ottobre 2020. Io lavoravo in banca ma ho la passione per la fotografia. L’ho incontrata attraverso Instagram e le facevo degli scatti in abbigliamento intimo. Vivevo a Milano insieme a mia moglie, poi ho deciso di lasciarla perché avevo iniziato a frequentarmi con Carol. Avevamo una relazione aperta. Lei vendeva filmati e foto hard su Onlyfans».

La deposizione di Davide Fontana

La loro relazione dura qualche mese, anche se si continuano a frequentare e ad avere rapporti. Fontana, nella sua prima deposizione, racconta che la ragazza aveva iniziato a frequentare un altro attore porno. «Ma lui era troppo geloso» e il fidanzamento finisce a gennaio di quest’anno. Dice anche che da quella data Carol «non s’è più fatta viva». «Abbiamo avuto qualche contatto su Telegram, lei spesso cancellava i messaggi. Diceva che voleva dedicarsi al figlio. Diceva che voleva lasciarsi la vita precedente alle spalle». Strani i racconti del bancario con la passione per la cucina, perché nessuno degli amici della 26enne ha mai ricevuto le stesse confidenze. Anzi. Fontana racconta anche di non avere mai avuto le chiavi di casa sua, o meglio che lei gliele lasciava solo quando «doveva fare qualche lavoretto»: «Io gliele restituivo mettendole nella cassetta della posta». Lo stesso vale per l’auto, la Fiat 500 della ragazza.

Le incongruenze nella ricostruzione

Il suo racconto però si sgretola sotto una lunga catena di incongruenze e inesattezze. Gli inquirenti ormai sono convinti che nessun altro, se non lui, possa essere il possibile autore del delitto. Il 43enne è sotto pressione e crolla. Il racconto del delitto, dei giorni in cui ha depezzato il cadavere, è un film dell’orrore. Una volta uccisa la ragazza conserva i resti per giorni nel freezer, poi tenta di bruciarli con l’alcol nel barbecue di un bed and breakfast di una frazione di Cittiglio (Varese). Non ci riesce. Così riporta tutto a casa e decide di puntare verso le montagne di Borno dove trascorreva le vacanze da bambino con la famiglia. Dopo il ritrovamento dei sacchi con il corpo, i carabinieri impiegano pochi giorni per riavvolgere il nastro. L’ultimo tentativo, quello di tagliare la pelle in corrispondenza dei tatuaggi, s’è rivelato l’ennesimo fallimento di un piano senza senso. La sua confessione davanti agli investigatori colma gli altri passaggi non ancora cristallizzati dalle indagini. Sono le tre e mezza di martedì notte, gli inquirenti chiudono il cerchio e il bancario, food blogger, fotografo e porno attore amatoriale Davide Fontana esce dalla caserma per essere portato in carcere. Oggi, mercoledì 30 marzo, sarà interrogato per la convalida del fermo. Potrà chiarire i dettagli che ancora mancano o scegliere liberamente di non rispondere.

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30 marzo 2022 (modifica il 30 marzo 2022 | 18:34)

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