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Tra poche ore cadrà lo stato d’emergenza che ci accompagna da due anni: il Covid-19 non è quello che sconvolse il mondo diffondendosi da Wuhan e la variante Omicron è la meno pericolosa, sebbene la più infettiva, tra tutte le varianti. E poi, siamo entrati nella stagione che ci traghetterà all’estate, la prima senza restrizioni e potenzialmente senza obblighi. Un team di esperti americani della McKinsey&Company ha ipotizzato cosa potrebbe accadere a giugno, luglio e agosto.
La “previsione” per l’estate
“Finchè Omicron rimane la variante dominante, c’è motivo di relativo ottimismo – spiegano dall’azienda statunitense – La nostra analisi di scenario suggerisce che è probabile che i ricoveri correlati a Omicron continuino a diminuire negli Stati Uniti e rimangano relativamente bassi durante la primavera e l’estate”. Anche se la ricerca è stata condotta negli Usa, gli esperti applicano lo stesso metodo anche all’Europa, simile sia dal punto di vista dei contagi e delle vaccinazioni nonostante il paese a stelle e strisce sia sicuramente più indietro rispetto a europei e nettamente indietro rispetto all’Italia che ha messo in sicurezza il 90% della popolazione. Ecco perché l’estate passerà, presumibilmente, con sempre meno contagi seppur il virus rimarrà ben presente tra di noi con nuove ondate in autunno e inverno, “ma i ricoveri raggiungeranno un picco ben al di sotto dell’ondata che abbiamo appena sperimentato”, aggiungono.
I tre scenari
Gli esperti americani, poi, hanno delineato tre possibili scenari causati dalla variante Omicron: uno di questi vedrebbe in scena Deltacron, la variante che ne unisce due come abbiamo scritto sul Giornale.it, in pratica il mix tra Delta e Omicron. Mix che si verifica raramente quando avviene una combinazione di geni tra i due virus, chiamati ricombinanti, perché entrambi circolano contemporaneamente nella società anche se adesso la Delta è quasi sparita del tutto. “Ciò potrebbe verificarsi se i vaccini si dimostrassero meno efficaci nella prevenzione di malattie gravi e potrebbero portare alla peggiore ondata di sempre in molte località“, dicono al Messaggero.
Un altro scenario portebbe alla comparsa della “gemella di Omicron”, una variante in grado di sfuggire all’immunità precedente ma molto simile all’attuale mutazione anche in termini di gravità della patologia. In realtà l’abbiamo già, è la stessa Omicron con le sottovarianti BA.2 e BA.3, le quali infettano ancor più facilmente ma causano una malattia davvero lieve che si risolve in pochi giorni, da sola e senza cure particolari.
La terza simulazione americana prende in considerazione “Milder-Cron“, in pratica una versione più lieve rispetto alla recente ondata di Omicron che si potrebbe gestire allo stesso modo di un’influenza. Milder sta per in mezzo, a indicare appunto una via intermedia tra gli altri scenari. Gli analisti della McKinsey&Company sottolineano comunque che sia “pericoloso” pianificare uno scenario con “nessuna nuova variante”: il Covid rimarrà tra noi continuando ad adattarsi e, di conseguenza, a mutare.
La variante “perfetta”
Come abbiamo visto di recente sul Giornale.it, quanto affermato da questi analisti è quanto affermano da mesi tutti i virologi ed epidemiologi in coro. I vaccini sono e saranno la risposta alla pandemia e all’attenuazione di Sars-CoV-2 che, in ogni caso, continuerà a evolversi per sopravvivere. Gli esperti sono divisi tra chi sostiene che Covid diventerà come un qualsiasi virus influenzale stagionale e chi propende per una variante in grado di soppiantare quella attuale. La prossima si chiamerebbe, alfabeto greco alla mano, “Pi”, ma nessuno può prevedere se sarà migliore o peggiore dell’attuale. In un approfondimento pubblicato dal New York Times, alcuni esperti mondiali hanno affermato che sono ancora duemila le mutazioni possibili nella parte del virus che attacca le cellule umane. Oggi, più del morbillo, ha una straordinaria capacità riproduttiva ma non sappiamo se diventerà ancora più contagioso o farà, in qualche modo, retromarcia.
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