È diventata famosa per la foto scattata all’ospedale pediatrico di Mariupol dopo i bombardamenti, mentre era in fuga per le scale con il pigiama a pois. E per le polemiche scatenate dai russi che parlavano di una messinscena. Oggi arriva la notizia che Marianna Vyscemyrska, la fashion blogger incinta che ha partorito una bambina dopo il raid, è stata rapita dagli occupanti russi. E portata nella Repubblica popolare di Donetsk. Lo riporta il giornale ucraino online Obozrevatel.
Inizialmente i suoi parenti – riferiscono i volontari – avevano chiesto di portarla sul territorio controllato dall’Ucraina perché i russi l’avrebbero utilizzata per i loro scopi propagandistici. E la previsione sembra essere stata confermata. Marianna Vyscemyrska compare in un video, diffuso dagli account social legati alla Russia, sottotitolato in inglese, in cui racconta che non c’è stato un attacco aereo dell’ospedale ma solo esplosioni di natura non precisata. Un filmato, però, più volte tagliato.
Marianna – nel video – racconta anche che i soldati ucraini si presentavano in ospedale per chiedere il cibo che i mariti preparavano per le loro compagne in attesa di partorire e di non aver autorizzato il fotografo a scattare le foto in ospedale.
I russi, dopo l’attacco, avevano sostenuto che l’edificio non era più usato come struttura sanitaria, la blogger era stata accusata perfino di aver indossato abiti diversi per farsi scattare le immagini in varie pose. Il Cremlino all’inizio aveva ammesso il bombardamento sostendo che nell’edificio erano nascosti gli uomini del battaglione Azov. Poi aveva affermato che il bombardamento era stato fatto dagli ucraini. Insomma, un infinito cortocircuito comunicativo.
A seguire da vicino la storia di Marianna è stata la giornalista ucraina, Olga Tokariuk, che per prima ha dato la notizia del parto.
E ora ha pubblicato il video della blogger – registrato in territorio controllato dai russi – accusando Mosca di strumentalizzazione mediatica.
Bellincat, riprendendo la ricostruzione dell’attivista olandese Thomas van Linge, accusa Mosca di aver violato gli accordi per l’evacuazione che prevedono il trasferimento dei civili in territorio controllato dall’Ucraina.