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La donna scampata all’attacco del 9 marzo all’ospedale pediatrico di Mariupol stata rapita dai russi. Costretta a fare un video nel quale salva i russi

Marianna Vishegirskaya era ricoverata. Incinta al nono mese doveva partorire quando i russi bombardarono l’ospedale pediatrico di Mariupol. Il 9 marzo la sua foto fece il giro del mondo ed diventata la foto simbolo di una guerra che ogni giorno, da oltre un mese, conta vittime innocenti. In pigiama bianco a pois. La faccia tumefatta e sanguinante si faceva strada tra le macerie con una busta tra le mani. Era in fuga per le scale. Adesso la fashion blogger ucraina che due giorni dopo i bombardamenti aveva partorito, stata rapita. Secondo il giornale ucraino online Obozrevatel, notizia poi confermata dal sito investigativo Bellingcat, Marianna sarebbe stata portata da russi nella Repubblica popolare di Donetsk. Poi comparsa in un video diffuso sui social controllati dalla Russia, tradotto in inglese, in cui racconta che non c’ stato un attacco aereo dell’ospedale ma solo esplosioni di natura non precisata.

Un filmato, per, pi volte tagliato. Racconta ancora che i soldati russi erano in ospedale per chiedere cibo che i mariti stavano preparando per le loro mogli e compagne ricoverate in attesa di partorire. E infine dice di non aver autorizzato il fotografo dell’Associated Press a riprenderla mentre scendeva le scale. Un video dal tono propagandistico che probabilmente stato commissionato dai russi, usato per confermare la notizia che loro stessi hanno diffuso dopo il bombardamento. Ovvero che l’edificio non era pi usato come struttura sanitaria e che addirittura il bombardamento era stato voluto dagli ucraini.

2 aprile 2022 (modifica il 2 aprile 2022 | 22:47)

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