Ven. Nov 22nd, 2024

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Guerra in Ucraina, la diretta di oggi (3 aprile).

Sono all’orizzonte i giorni più difficili perché i russi inviano nuove truppe e altre armi a Est e a Sud dell’Ucraina. Al contempo, mentre si allontanano da Kiev («abbiamo ripreso il controllo dell’intera regione» ha annunciato ieri il Ministero della Difesa ucraino), i russi in fuga verso Nord «stanno disseminando il terreno di mine». Addirittura, ha detto Zelensky, l’esercito di Putin ne ha lasciate all’interno delle case e perfino nei cadaveri. Per sostenere gli sforzi ucraini, gli Usa e il Regno Unito sono pronti ad aumentare l’invio di armi. Il New York Times ha fatto una ricostruzione in cui spiega come gli Stati Uniti, per la prima volta, stiano favorendo il trasferimento anche di carri armati all’Ucraina. «Gli Usa aiuteranno a portare i tank di fabbricazione sovietica». Questi mezzi consentono a Kiev di agire con più efficacia contro gli obiettivi russi nel Donbass.

Non solo: il Pentagono ha confermato che saranno spesi altri 300 milioni di dollari per «rafforzare la difesa dell’Ucraina» inviando droni kamikaze Switchblade (con testate esplosive), droni leggeri e blindati Humvees. Berlino favorirà la spedizione di 60 veicoli corazzati Pvb501 di vecchia produzione. Furono usati in Germania Est, sono stati rimodernati, venduti alla Svezia e poi rivenduti alla Repubblica Ceca. Il Regno Unito invierà sistemi di difesa antinave, tanto che i russi hanno minacciato: «Quell’attrezzatura sarà obiettivo legittimo per le nostre truppe». Mosca ha già detto, in varie occasioni, che colpirà i mezzi che portano armi a Kiev. Ieri i media britannici hanno sottolineato che l’esercito ucraino ha abbattuto un elicottero russo utilizzando proprio il sistema missilistico Starstreak fornito da Londra.

SPOSTAMENTI
Il nuovo scenario dell’invasione russa, giunta al trentottesimo giorno (molti di più di quanto previsti nei piani iniziali di Putin) registra una serie di cambiamenti, caratterizzati anche dai bombardamenti nella parte centrale del Paese. Sono stati danneggiati treni e ferrovie. Non solo: i russi hanno colpito anche gli aeroporti di Poltava e Dnipro con missili ad alta precisione. Razzi, ieri mattina, sulla grande raffineria di Kremenchuk della compagnia petrolifera Ukrnafta. E su questo è evidente il sapore di risposta a quanto successo 24 ore prima in territorio russo, a Belgorod, una quarantina di chilometri oltre al confine, dove otto depositi di carburanti sono stati distrutti dai missili. Gli ucraini negano ogni responsabilità. Addirittura viene proposta la tesi che i missili siano stati lanciati dall’interno del territorio russo. Mosca invece accusa Kiev e ieri ha annunciato che aprirà un’inchiesta per «attacco terroristico» (accusa paradossale visto quello che i russi stanno facendo in Ucraina dal 24 febbraio). La ritirata dall’area della Capitale da parte dell’esercito di Putin sta lasciando però una scia di dolore e brutalità. Il sindaco di Bucha, una delle città riprese dagli ucraini, ha detto che ci sono 300 cadaveri sepolti nelle fosse comuni. «I tre cimiteri erano tutti nel raggio di tiro dei soldati russi». E in una strada di un’area residenziale, sempre a Bucha, sono stati trovati altri venti cadaveri, in abiti civili, alcuni con le mani legate e un foro sulla testa. Testimoni hanno raccontato che mentre fuggivano i soldati di Putin hanno usato «i bambini ucraini» come scudi umani, mettendo i passeggini davanti ai carri armati. Ancora: a Borodjanka, a Nord Ovest di Kiev, i russi hanno lasciato una città fantasma, con edifici carbonizzati e macerie.

C’è anche il timore che possa aprirsi un altro fronte, a Ovest. Sarebbe una svolta molto pericolosa, perché avverrebbe sul serio alle porte dell’Ue. La Moldavia è una nazione geograficamente adiacente alla Romania (Paese dell’Unione europea) che ha da poco chiesto, a sua volta, l’adesione alla Ue. Nell’estremità orientale della Moldavia c’è una regione, la Transnistria – 550mila abitanti -, una striscia di territorio dove si parla russo, controllata dai russi, che hanno sul terreno tra i 1.000 e i 5.000 militari. Negli anni ‘90 si è autoproclamata indipendente, fermando il tempo, visto che ovunque ci sono simboli del comunismo e dell’Unione sovietica. Nessuna nazione riconosce la Transnistria, che addirittura nel 2014 ha chiesto di aderire alla federazione russa, ma di fatto è una parte di territorio che la Moldavia non controlla.

DA OVEST
Bene, ieri lo Stato maggiore di Kiev ha annunciato: «È stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina e dare una dimostrazione di disponibilità per un’offensiva e possibili ostilità». Tiraspol, la città più importante della Transnistria, è ad appena cento chilometri da Odessa (contro cui l’altro giorno sono stati lanciati dei missili per l’ennesima volta): è il porto ucraino sul mar Nero che l’esercito di Putin via terra, da Est, non riesce a raggiungere perché bloccato dall’aspra resistenza di Mykolaiv. Mandare truppe da Ovest avrebbe un valore strategico inestimabile, ma difficilmente vi sono unità sufficienti a Tiraspol. Resta comunque un dato evidente: i russi, respinti da Kiev, si stanno allontanando, lasciando una scia di sangue e distruzione, dall’area della Capitale, per concentrare gli sforzi sugli Oblast di Donbass, Donetsk e Luhansk. Si dice che Putin entro il 9 maggio debba dimostrare di avere vinto questa guerra e l’unico modo, a questo punto, è concentrare le forze a Sud-Est.

Per questo Oleksiy Arestovych, consigliere presidenziale ucraino, ha avvertito: «Attenzione, i prossimi giorni saranno molto difficili. Penso che riprenderemo Mariupol, l’Ucraina orientale e il Sud, ma non sarà semplice». E Zelensky ha spiegato: «Nella zona orientale sono in corso i preparativi per ulteriori attacchi russi nel Donbass e a Kharkiv. La situazione resta estremamente difficile perché le forze armate nemiche stanno preparando per nuovi potenti attacchi. Noi ci stiamo preparando per una difesa molto più attiva». Il bombardamento dei depositi di carburante in territorio russo, venerdì, poteva avere anche quel significato: mostrare che l’Ucraina, se vuole, può anche contrattaccare. Ma questa invasione voluta Putin sta colpendo soprattutto i civili, alimentando la sofferenza della popolazione, soprattutto in alcune aree dell’Ucraina. Ieri a Enerhodar, nel sud del Paese, c’è stata una protesta per strada della popolazione contro gli occupanti. Siamo vicino a Zaporizhzhia, sede di una importante centrale nucleare. L’esercito russo ha aperto il fuoco, sparando ad altezza d’uomo, anche colpi di mortai: quattro persone sono rimaste gravemente ferite, molti gli arresti.

Sofferenza e distruzione: ieri sera il Parlamento ucraino ha diffuso un bilancio dei danni da inizio dell’invasione. Sono stati già danneggiati 274 ospedali, distrutte 70 ambulanze. Nove operatori sanitari uccisi e altri 30 feriti. Proprio ieri sera il quotidiano KyivIndipendent ha scritto: «Il governatore dell’Oblast di Kharkiv, Oleh Synehubov, ha annunciato che i russi hanno bombardato un ospedale nella Balakliia. Afferma che l’edificio è in parte distrutto e che circa 70 tra operatori ospedalieri e pazienti necessitano di un’evacuazione immediata».
 

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Guerra in Ucraina, la diretta

Ore 01.30 – «Manteniamo ancora Mariupol, ma il nemico ha preso piede in città. Siamo assediati, nessuna risorsa arriva qui ma possiamo resistere a lungo grazie alla nostra motivazione. I problemi principali sono le risorse umane e le armi anticarro». Lo ha dichiarato in un’intervista alla televisione polacca il capo di stato maggiore del reggimento Azov, Bogdan Krotevich, in merito all’assedio della città del sud dell’Ucraina.

Ore 00.30 – La Russia ha invitato le organizzazioni internazionali a chiedere a Kiev di notificare la disponibilità ad evacuare gli stranieri entro le 3.00 ora di Mosca del 3 aprile, ossia le 4.00 in Italia. Lo riferisce la Tass

Ore 23.46 – La Russia aprirà il corridoio umanitario da Mariupol a Berdyansk e garantirà il cessate il fuoco per l’evacuazione degli stranieri. Lo ha comunicato il ministero della Difesa russo, come riferisce la Tass.

Ore 23.21 – Il governo di Kiev denuncia esecuzioni di civili da parte dei soldati russi. «Bucha, regione di Kiev. I corpi di persone con le mani legate, uccise a colpi di arma da fuoco da soldati russi, giacciono per le strade. Queste persone non erano nell’esercito. Non avevano armi. Non rappresentavano una minaccia. Quanti altri casi simili stanno accadendo in questo momento nei territori occupati?», scrive su Twitter il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak, postando una foto con tre cadaveri per strada, uno dei quali ha le braccia legate dietro la schiena.

Ore 23.00 – I corpi di circa 300 civili sono stati trovati in una fossa comune a Bucha. Lo ha detto all’Afp il sindaco della città alle porte di Kiev, Anatoly Fedoruk, rilanciato dai vari media internazionali. «Tutte queste persone sono state uccise con colpi d’arma da fuoco alla nuca», ha denunciato.

Ore 22.30 – Il negoziatore ucraino David Arakhamia, nel corso di una trasmissione televisiva, ha affermato che se alla fine dovesse aver luogo un incontro tra i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, «molto probabilmente» si svolgerà in Turchia. Il capo di stato turco Recep Tayyip Erdogan, che questa settimana ha ospitato le delegazioni russa e ucraina nel suo paese, venerdì «ha chiamato noi e Vladimir Putin», dicendo che avrebbe ospitato un tale incontro, ha detto. «Non conosciamo la data o il luogo, ma pensiamo che molto probabilmente il luogo sarà Ankara o Istanbul», ha osservato Arakhamia. Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio, Zelensky ha ripetutamente chiesto colloqui individuali con Putin.

Ore 22.25 – Le bozze di accordo tra russi e ucraini emerse ai colloqui di Istanbul dei giorni scorsi sono pronte per le discussioni tra i presidenti. È quanto ha rivelato il capo della delegazione ucraina ai negoziati, David Arakhamia, durante una maratona televisiva: «La Russia ha dato una risposta ufficiale su tutte le posizioni, vale a dire che accettano la posizione ucraina a eccezione del tema della Crimea. Il ministro degli Esteri Kuleba ha detto che non c’è alcuna conferma ufficiale per iscritto, ma verbalmente, ieri, in videoconferenza, è emerso che la parte russa non obietta ad alcuna posizione». Secondo Arakhamia, citato da Interfax, «i russi hanno anche confermato la loro tesi che le bozze di documenti sono state elaborate abbastanza perché siano condotte consultazioni dirette tra i due leader del Paesi: il nostro compito è preparare la fase finale non del documento, ma dei temi che saranno affrontati, e di preparare il futuro incontro dei presidenti».

Ore 21.43 – Trovati nella regione di Kiev i corpi del sindaco di Motyzhyn e della sua famiglia presi in ostaggio dai russi il 23 marzo. Erano sepolti in una fossa comune nello stesso villaggio. Lo rende noto il governatore di Makariv.

Ore 21.30 – Il governo ucraino rivendica un importante successo nella guerra contro la Russia, la «completa liberazione della regione di Kiev», e conferma tutti i segnali di una progressiva smobilitazione dalla capitale delle truppe di Vladimir Putin. Il loro passaggio, tuttavia, lascia dietro di sé una lunga scia di sangue. A partire dal sobborgo di Bucha, dove centinaia di morti sono stati seppelliti in fosse comuni. Tra l’altro, lo stato maggiore ucraino si prepara ad un nuovo massiccio attacco di Mosca nel sud e nell’est, nuovo obiettivo dopo il fallimento dell’invasione totale del Paese. Un segnale in questa direzione arriva dalla Transnistria, piccolo stato de facto sotto l’orbita russa, dove arrivano le prime notizie di una mobilitazione delle truppe di Putin. Che potrebbero tentare una sortita anche da ovest.

Ore 21.00 – I colloqui con Kiev «non sono facili, ma la cosa principale è che stanno continuando». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista alla tv Belarus 24, rivelando che Mosca avrebbe voluto che i colloqui continuassero in territorio bielorusso ma che l’Ucraina si è opposta.

Ore 19.10  In Ucraina va in scena «il primo corteo in zona di guerra ad opera della società civile internazionale». Nel pomeriggio circa 200 attivisti italiani della carovana per la pace «Stop the war now» hanno manifestato lungo le strade di Leopoli. Il corteo si è tenuto nella piazza della stazione ferroviaria, da dove ogni giorno migliaia di persone provano a scappare dalle bombe per raggiungere l’Europa. La carovana, composta da una settantina di mezzi, ha raggiunto Leopoli in mattinata e ha scaricato 35 tonnellate di aiuti umanitari presso le sedi della Caritas, dei padri Salesiani e del centro «piattaforma ucraina per l’educazione». Nel pomeriggio si è svolta un’assemblea, seguita dal corteo per la pace aperto da uno striscione con su scritto «Stop the war now». I manifestanti hanno sfilato con una sciarpa bianca al collo con la stessa scritta. «La marcia di oggi è un segno tangibile contro la guerra e testimonia che i popoli dal basso non si lasciano soli – spiega Elena Fusar Poli, capomissione di Mediterranea Saving Humans -. Le associazioni locali sono preoccupate dal fatto che l’attenzione internazionale possa scemare. Dopo un mese e mezzo di guerra il rischio è che questo conflitto diventi normalità nell’opinione pubblica internazionale». La carovana porterà in Italia i profughi che scappano dalle bombe e che a migliaia sono accampati davanti alla stazione ferroviaria di Leopoli e in altre zone della città. I posti disponibili sui mezzi sono circa 350. 

Ore 18.05 – Gli ucraini portati in Russia con la forza ora scappano in Estonia. Lo scrive il quotidiano ‘The New Voice of Ukrainè. Gli unici collegamenti di trasporto attualmente operanti tra Russia ed Estonia sono i servizi di autobus e secondo quanto riferito da Rait Remmel, membro del Cda della compagnia di autobus Lux Express, ultimamente oltre il 20% dei passeggeri sulla rotta Estonia-Russia sono cittadini di altri Paesi. Il numero di rifugiati ucraini è aumentato. Sono arrivati ​​in Russia da Mariupol e stanno andando in Estonia passando per San Pietroburgo

Ore 17.10 – Pesanti battaglie sono in arrivo nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina, ha detto in tv il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych, citato dal Guardian. Almeno 20 corpi di uomini in abiti civili sono stati trovati in una strada di Bucha, città a nord-ovest di Kiev appena liberata dall’occupazione russa. Le forze russe hanno sparato su una manifestazione pacifica a Enerhodar, nell’oblast di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina, dove si sono udite delle esplosioni. Lo riferisce la società statale per l’energia nucleare ucraina Energoatom, citata dal Kyiv Independent, secondo cui i russi hanno arrestato un numero imprecisato di persone che si opponevano all’occupazione. In un video diffuso sui social si vedono persone in fuga da un raduno mentre si sentono spari e si levano nuvole di fumo.

Ore 16.15 – In Italia intanto si è superata la cifra di 80mila profughi ucraini arrivati dall’inizio del conflitto. In base agli ultimi dati del Viminale sono 80.622 persone, di cui oltre 1.500 registrate nelle ultime 24 ore. Più di 41mila sono donne, 30mila minori. E insieme al flusso dei profughi continua la solidarietà degli italiani, dalle famiglie che aprono le loro case fino alle istituzioni. Ultima in ordine di tempo è la regione Toscana, che ha annunciato la partenza, il 9 aprile, di un treno merci da Prato diretto in Ucraina con un carico di aiuti. «I sindaci si stanno mobilitando, anche le organizzazioni di volontariato», ha spiegato il governatore Eugenio Giani. «Tutta la regione si sta muovendo per poter riempire il treno del gesto di solidarietà più autentico, ovvero quello di dare aiuto a quella povera popolazione martoriata dall’aggressione del dittatore russo Putin».

Ore 15.55 – «Ciò che chiediamo con forza all’Ue è una cosa precisa: coraggio. Coraggio per introdurre il tetto massimo al prezzo del gas. È una decisione urgente ed essenziale. L’Italia non molla, non possiamo mollare. È una prova di compattezza e unità di tutta l’Ue»: così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine della visita in Arzerbaigian.

Ore 15.51 – La Moldavia afferma di non avere informazioni sulla mobilitazione delle truppe russe in Transnistria. Lo riporta l’Ukrainska Pravda citando una nota del ministero degli Esteri moldavo. «Le istituzioni statali responsabili della Moldavia stanno monitorando da vicino la situazione della sicurezza nella regione. Al momento, non ci sono informazioni che confermino la mobilitazione delle truppe in Transnistria», si legge nella nota. Le autorità continueranno a monitorare e scambiare informazioni con i partner per garantire la sicurezza dei cittadini, ha aggiunto il ministero.

Ore 15.20 – Pesanti battaglie sono in arrivo nelle regioni orientali e meridionali dell’Ucraina e in particolare per la città assediata di Mariupol. Lo ha detto in tv il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych, citato dal Guardian. Arestovych ha detto che le truppe ucraine intorno a Kiev hanno riconquistato più di 30 città o villaggi nella regione e stanno tenendo la linea del fronte contro le forze russe a est. «Non facciamoci illusioni, ci sono ancora pesanti battaglie per il sud, per Mariupol, per l’est dell’Ucraina», ha detto. Secondo il consigliere del ministero dell’Interno dell’Ucraina, Vadym Denisenko, come riferisce Unian, i russi stanno cercando di irrompere nel Donbass con aspri combattimenti, che si fanno più aspri tra Izyum a Kharkiv. La direzione chiave in cui i russi vogliono spostarsi è da Izyum a Volnovakha, nella regione di Lugansk, Rubizhne, Lysychansk, Severodonetsk e Mariupol. «Questa è la situazione più allarmante, i combattimenti sono aspri », secondo Kiev.

Ore 14.55 – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: «Quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia, ebbene allora arriverà il momento di rivedere i nostri rapporti e arrivare al dialogo, ma ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo».

Ore 14.15 – L’esercito russo ha creato un bazar in Bielorussia per vendere merci saccheggiate in Bielorussia. Lo riferisce la direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino secondo quanto riporta ‘The Kyiv Independent’. Le truppe russe, infatti, avrebbero creato un mercato all’aperto nella città bielorussa di Naroulia, dove vendono gioielli, automobili, cosmetici e valute rubati.

Ore 13.30 – L’economia ucraina dovrebbe registrare, tra gennaio e aprile, un calo del 16%. Nel 2022 il pil ucraino potrebbe ridursi del 40% a causa della guerra. Ad affermarlo è il viceministro dell’Economia ucraino, Denys Kudin. Il primo ministro Denys Shmyhal in precedenza ha affermato che le perdite economiche potrebbero superare il trilione di dollari.

Ore 12.32 – I russi hanno iniziato a mobilitare unità in Transnistria per condurre azioni in Ucraina. Lo ha annunciato lo Stato maggiore di Kiev, riporta Ukrainska Pravda. «È stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina», ha affermato lo Stato maggiore, sottolineando che i movimenti di truppe sono finalizzati a «dare una dimostrazione di disponibilità per un’offensiva e possibili ostilità contro l’Ucraina».

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