Ven. Nov 22nd, 2024

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«Buongiorno parla inglese?». «Si signore». «La mia ragazza si sente male, non riesce a respirare». «Ok, dove siete?». «Sono all’Havana beach di Focene sulla spiaggia». E’ il 20 gennaio, sono le 15.39, quando al servizio unico per le emergenze del 112 arriva una telefonata disperata. Michael Douglas, turista tedesco di 34 anni, è in vacanza in Italia con la sua fidanzata Janna Gommelt, una giovane tedesca di 25 anni. Insieme stavano girando l’Europa a bordo del loro camper ed erano arrivati a Focene, sul litorale romano, quando la ragazza ha cominciato a sentirsi male. «Si è inchinata per prendere una cosa in frigorifero e ha detto solo “sto svenendo», racconterà poi Michael al quotidiano La Repubblica denunciando che «gli operatori hanno perso tempo perché non parlavano inglese e che, se i soccorsi fossero arrivati in tempo, Janna sarebbe ancora viva».  Invece è morta poco dopo all’ospedale Grassi di Ostia. 

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Google translate

Secondo quanto dichiarato dal 34enne, ci sarebbero state infatti alcune difficoltà con il 118. «Mi hanno subito messo in attesa per trovare un un operatore in grado di parlare inglese — ha spiegato Douglas a la Repubblica — Poi, sempre faticando nelle comunicazioni, mi è stato detto di tenere acceso il gps così che l’ambulanza ci potesse trovare». Ma la Regione Lazio ha replicato alle accuse pubblicando l’audio della telefonata ai soccorsi. Audio su cui, però, c’è un piccolo giallo. Secondo il giovane infatti sono solo due minuti della telefonata che, da registro telefonico, risulta essere durata 10 minuti e 24 secondi. «Il resto è stato tagliato». 

Fouglas racconta che i soccorsi non sarebbero riusciti a trovare il ragazzo, che a un certo punto si è messo alla guida del furgone per rintracciare l’ambulanza, trovata poi poco distante mentre cercava i ragazzi sulla spiaggia. Janna è stata portata in ospedale al Grassi di Ostia, dove è morta poco dopo. Michael è stato interrogato dai carabinieri per ricostruire l’accaduto e capire cos’era successo: anche in questo caso, spiega, ci sono state incomprensioni per la lingua. “Mi hanno interrogato usando Google Translate”, ha dichiarato sempre al quotidiano. Sul corpo della ragazza è stata disposta l’autopsia, ma le cause della morte non sono note alla famiglia, assistita dall’avvocato Manuele Piccioni. E la salma non è stata ancora restituita, si trova ancora all’obitorio. La famiglia della giovane vorrebbe almeno riavere il corpo in modo da dare alla ragazza una sepoltura.

Regione Lazio: ecco l’audio della telefonata

La Regione Lazio, però, ha smentito quanto raccontato dal giovane. Allegando la telefonata al 112 intercorsa tra l’operatore e Douglas: «La telefonata di emergenza del giorno 20.01.2022 delle ore 15.39 è stata subito gestita correttamente in lingua inglese ed è stato geolocalizzato l’intervento con le coordinate di latitudine e longitudine – spiega una nota della Regione Lazio – La telefonata è durata circa due minuti ed il contenuto audio, concesso dalla Centrale operativa del numero unico dell’emergenza, è stato integralmente allegato». Nella telefonata si sente l’operatore parlare correttamente in inglese con il ragazzo. «E’ un camper?», chiede l’operatore al giovane. «Sì un camper grigio». «La metto in attesa così può parlare con l’ambulanza». Passa qualche secondo e la telefonata passa ad un altro operatore, una donna, a cui viene riferito: «Utente inglese con traduttore per ambulanza a Fiumicino». Di seguito viene riportato l’indirizzo. Qui l’audio della telefonata si interrompe. Secondo il fidanzato di Janna «è stato tagliato». 

Video

«È stato disposto dalla Direzione regionale Salute un audit clinico su tutta la gestione del soccorso, che ha sempre avuto un supporto ininterrottamente in lingua inglese, non appena concluso, l’audit, verrà reso noto – spiega ancora la Regione Lazio –  Attualmente il servizio del numero unico di emergenza dispone di traduzione in 16 lingue, compreso l’ucraino. Ai familiari della giovane purtroppo deceduta vanno le nostre profonde condoglianze»

Il dramma della famiglia

«Dopo oltre 70 giorni, la famiglia di Janna Gommelt non sa ancora perché lei sia morta», spiega Michele Piccioni, avvocato che segue il caso. Il corpo della ragazza è ancora in obitorio e, nonostante l’autopsia sia stata regolarmente eseguita, i medici legali non ne hanno ancora consegnato l’esito. Al momento, la causa ufficiale della morte resta ignota ma si sospetta un arresto cardiocircolatorio. A rendere ancora più misteriosa e complicata la vicenda, c’è un altro dettaglio: l’avvocato rivela che a metà febbraio era stata autorizzata la cremazione, quindi le cause di morte sono state accertate e non c’è l’esigenza di ulteriori accertamenti sulla salma. «Se il corpo può essere cremato, e non sono necessarie altre analisi, perché questa lunga attesa per sapere l’esito dell’autopsia?», si domanda il legale.



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