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Tensione alle stelle nel Mar Mediterraneo, dove le navi da guerra russe continuano a tallonare le flotte Nato puntando verso le coste calabresi del Mar Ionio. I movimenti dei mezzi del Cremlino, analizzati da analisti ed esperti, sono utili a delineare la possibile strategia della Russia lontana dal campo di battaglia ucraino.
La Russia nel Mediterraneo
Che cosa sta succedendo al largo delle coste italiane? Da un paio di mesi a questa parte l’incrociatore Varyag e il caccia Tributs stanno creando diversi problemi alle portaerei Nato; ci riferiamo all’americana Truman, alla francese De Gaulle e all’italiana Cavour. In particolare alle prime due, ha sottolineato Repubblica, in quanto Washington e Parigi hanno lanciato i loro velivoli Hornet e Rafale in molteplici voli di pattugliamento sul Mar Nero proprio grazie a queste portaerei.
In ogni caso le navi russe, non potendo raggiungere proprio il Mar Nero in quanto la Turchia ha chiuso il Bosforo all’attraversamento di navi da guerra, operano quindi nel Mediterraneo creando parecchi grattacapi all’Alleanza Atlantica. Che, non solo deve puntare i riflettori sull’Ucraina, ma anche tenere gli occhi aperti sulle aree non distanti dalle coste dell’Italia.
Abbiamo parlato del Varyag e del Tributs. Entrambi, dopo aver sostato al largo della Siria, e accompagnati dall’incrociatore Maresciallo Ustinov, dalla fregata Kasatanov e dal caccia Kulikov, sono rientrati nello Ionio. Dove, da giorni, sono stati segnalati con una certa preoccupazione.
Navi e sottomarini
Il portale CovertShore ha fotografato la situazione inerente alle navi ma bisogna aggiungere anche l’emersione del sottomarino russo Kilo, immortalato al largo di Cipro. Secondo varie indiscrezioni, troviamo almeno tre di questi sottomarini nel bel mezzo del Mediterraneo. Resta però da capire perché il sottomarino sia emerso; forse per via di problemi tecnici ma la questione non è ancora chiara. Già, perché i Kilo, armati con i missili cruise Kalibr, sono soliti restare sempre immersi durante le loro missioni e, per di più, agiscono silenziosi.
Il punto sul quale vale la pena tenere alta la guardia è che stiamo parlando di mezzi militari dotati di missili cruise Kalibr, proprio come le fregate e i caccia. A dire il vero i suddetti Kalibr, già impiegati in Ucraina, potrebbero nuovamente colpire Kiev e dintorni da queste latitudini se lanciati dal Mar Ionio. Le navi ammiraglie possono invece contare su armi ancora più temibili, come i missili capaci di abbattere perfino le portaerei.
La situazione nel Mar Nero
Abbiamo parlato delle coste italiane e del Mediterraneo. Per chiudere il cerchio è utile far euna panoramica su cosa sta accadendo nelle acque del Mar Nero. Lo scorso 3 aprile diversi missili russi hanno colpito il porto di Mykolaiv; è il segnale che potrebbe presagire un nuovo assalto di Mosca lungo la linea costiera dell’Ucraina.
Nel frattempo il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo Mikhail Popov citato dalla Tass, ha affermato che le navi statunitensi non torneranno nel Mar Nero nel prossimo futuro perché temono le mine ucraine. “Le navi americane avranno paura di tornare nel Mar Nero nel prossimo futuro, aspetteranno quando i pericoli delle mine saranno completamente rimossi“, ha detto in un’intervista al quotidiano Komsomolskaya Pravda. “Gli Stati Uniti – ha aggiunto – non vogliono aiutare i loro amici europei che sono lasciati a faccia a faccia con i problemi che l’Ucraina continua a creare“.
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