Facciamo il punto su Return to Monkey Island, il nuovo capitolo della celebre serie di avventure grafiche, affidato a Ron Gilbert.
Era il 1988 quando Ron Gilbert concepì The Secret of Monkey Island, pubblicato poi nel 1990 sotto etichetta LucasArts. Quello che non è riduttivo chiamare uno dei più influenti autori di avventure grafiche di sempre, aveva appena chiuso Zak McKracken And The Alien Mindbenders e, mentre sviluppata Indiana Jones and the Last Crusade, cercava nuove idee su come creare una commedia dello stesso livello di Maniac Mansion e Zak.
Lo spunto gli arrivò dal romanzo Mari Stregati di Tim Powers, pieno di pirati, magia voodoo e con un protagonista che sembrava il classico pesce fuor d’acqua, apparentemente incapace di sopravvivere in un ambiente duro e ostile come quello piratesco. Da lì presero il là le avventure di Guybrush Threepwood, damerino che voleva diventare filibustiere, appena approdato a Mêlée Island, covo di pirati e di un governatore carismatico quanto affascinante, il cui destino si incrocerà con il suo: Elaine Marley. Nel corso del primo episodio, Guybrush farà la conoscenza di altri personaggi strambi quanto memorabili come il venditore di navi Stan, il maestro di spada, il naufrago Herman Toothroot, nonché il pirata fantasma LeChuck, che diventerà la nemesi di Guybrush per l’intera saga.
Gilbert scriverà solo i primi due capitoli della serie: The Secret of Monkey Island e Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge (1992). Negli anni seguenti LucasArts ne lancerà altri due: The Curse of Monkey Island, un’altra avventura punta e clicca molto classica, nonostante il maggior sforzo produttivo, e Fuga da Monkey Island, un maldestro tentativo di modernizzare la serie dandole uno stile più console friendly. Era il 2000 quando calò il silenzio assoluto su Guybrush e soci, silenzio rotto soltanto da Tales of Monkey Island, una serie episodica del 2009 sviluppata da TellTale Games su licenza LucasArts, decisamente riuscita. Da allora però, a parte per le special edition dei primi due capitoli e per la raccolta del trentesimo anniversario, di Monkey Island non si parlerà praticamente più. Molti avevano dato la serie per morta e sepolta… Almeno fino all’annuncio a sorpresa del 1° aprile, che nei giorni successivi si è scoperto non essere uno scherzo. O meglio, lo scherzo era confonderlo tra le bufale e i pesci di quell’infausto giorno, così da avere il doppio effetto sorpresa. In pieno stile Monkey Island.
Cosa possiamo aspettarci da Return to Monkey Island?
Return to Monkey Island
Return to Monkey Island è il gioco che nessuno si aspettava, ma che tutti gli appassionati di avventure grafiche desideravano. Gilbert lo ha annunciato il 1° aprile 2022 sul suo blog, Grumpy Gamer. Tutti credevano che fosse uno scherzo, ma così non era. Non solo, perché Gilbert stava anche mantenendo una promessa fatta nel 2013, quando disse che se avesse lavorato a un nuovo Monkey Island, lo avrebbe annunciato proprio il giorno in cui tutti fanno annunci fasulli.
I nomi coinvolti sono di quelli che lasciano ben sperare. LucasArts compare solo come detentrice della proprietà intellettuale, mentre alla produzione c’è Devolver Digital, publisher molto amato per come cura i suoi titoli.
Lo sviluppo è naturalmente in mano alla Terrible Toybox di Gilbert, ma con alcuni ritorni importanti. Il più rilevante per gli appassionati è sicuramente quello di Dave Grossman, uno degli sceneggiatori, nonché designer dei primi due episodi, ma sono graditissimi anche quelli di Dominic Armato al doppiaggio di Guybrush, voce storica del personaggio, e di Michael Land alla colonna sonora (ha lavorato a tutti i capitoli della serie). Tra i nuovi nomi spicca quello dell’ex Media Molecule Rex Crowle (LittleBigPlanet, Tearaway) alla direzione artistica, che immaginiamo darà al gioco uno stile marcatissimo. Purtroppo non farà parte del dream team Tim Schafer, l’attuale capo di Double Fine, che è impegnato in altri progetti.
Analizziamo il teaser trailer
Il teaser trailer di Return to Monkey Island offre qualche spunto interessante, pur nella sua asciuttezza contenutistica. Intanto ci presenta un nuovo personaggio: una piratessa fantasma che suona il violino, di cui non sappiamo assolutamente niente, nemmeno se sarà uno dei personaggi principali o una semplice comparsa. Inoltre conferma la presenza del teschio Murray, personaggio introdotto nella serie con Curse of Monkey Island, che conferma come Gilbert e i suoi non vogliano abbandonare tutto quanto fatto in passato dagli altri sviluppatori che hanno messo mano al franchise, mantenendone alcune idee. Anzi, la realtà è che almeno il terzo capitolo sarà tenuto nel canone della serie, come confermato da Gilbert stesso. Non sappiamo cosa ne sarà invece di Fuga da Monkey Island e di Tales of Monkey Island. Gilbert potrebbe prendere qualcosa anche da questi due capitoli, ma allo stato attuale è impossibile dire cosa.
Dal filmato è difficile trarre altre indicazioni, ma qualche informazione in più ci arriva del sito ufficiale, dove possiamo vedere un’immagine di Mêlée Island, il luogo dove era ambientato buona parte del primo episodio. Nel porto dell’isola si trova ormeggiata una nave fantasma, riconoscibile dall’aura che la circonda, che poi è la stessa del trailer, come rilevabile dal cassero (il ponte rialzato a poppa). Possiamo quindi dare per assodato che tornerà uno dei luoghi più iconici dell’intera serie e che parte della nuova avventura si svolgerà in ambienti noti e amati dagli appassionati. Purtroppo, per la trama è davvero prematuro fare qualsiasi ipotesi, anche se è lecito domandarsi cosa ci faccia lì quella nave.
Monkey Island 3a
Ora, in passato Gilbert aveva delineato sul suo blog e in un’intervista, come avrebbe voluto un suo ipotetico terzo Monkey Island. Qualcuno sta prendendo quel vecchio post, risalente al 2013, come se fosse il progetto effettivo di Return to Monkey Island (o, quantomeno, una sua bozza), quando in realtà già molti degli elementi svelati finora lo rendono inattuale. Intanto in quel post si parlava di un cosiddetto Monkey Island 3a con grafica in pixel art, ma dotato di effetti più moderni, mentre il teaser di Return to Monkey Island mostra chiaramente che il gioco sarà in grafica vettoriale. Inoltre Gilbert affermava che lo avrebbe fatto solo se LucasArts gli avesse venduto il marchio, perché non voleva più lavorare su proprietà intellettuali di altri. Come potete capire, anche questo punto è stato disatteso, visto che le nuove avventure di Guybrush saranno comunque di LucasArts, pur pubblicate da Devolver Digital. Questo comporta che Gilbert, per quanto autore, potrebbe non avere il controllo completo del progetto e che abbia dovuto cedere ad alcuni diktat della produzione. Così anche altri desiderata espressi allora, come l’assenza totale di aiuti per risolvere puzzle ed enigmi, lo sviluppo con un team di meno di sole dieci persone, la cancellazione dei Monkey Island non suoi, il non voler inviare codici review alla stampa e altri ancora, potrebbero semplicemente non trovare riscontro nella versione finale del gioco. L’unica certezza è che non sarà lo stesso Monkey Island 3 che avrebbe fatto nel 1992, come da lui stesso affermato.
Per inciso, la serie fu concepita come una trilogia. Nel primo capitolo LeChuck è un fantasma, nel secondo è uno zombi e nel terzo avrebbe dovuto trasformarsi in un demone, con Guybrush che sarebbe dovuto andare negli inferi per affrontarlo. Ora, c’è da dire che qualcosa di simile è già stata fatta da TellTale con Tales of Monkey Island, quindi non avrebbe molto senso rispolverare l’idea. Lo stesso Gilbert ne ha parlato in una diretta della The Video Game History Foundation dedicato al trentesimo anniversario del primo capitolo, svelando però che il viaggio raccontato da TellTale era molto diverso da quello che aveva pensato lui. Comunque sia a questo punto è difficile che rispolveri quella trovata. Se vogliamo, a confermare che Return to Monkey Island sarà molto diverso da quanto delineato in passato ci pensa lo stesso teaser, dove Murray viene gettato in acqua dalla piratessa fantasma proprio perché sta ricordando polemicamente una delle affermazioni di Gilbert (quella sulla proprietà del marchio).
Per ora, le uniche conclusioni che possiamo trarre da quanto svelato di Return to Monkey Island riguardano il piacere, quasi fisico, che abbiamo provato sapendo che sarà diretto di nuovo da Ron Gilbert. Non è molto, lo ammettiamo, ma il resto è ancora un mistero e come tale è impossibile da valutare. Comunque sia vi confessiamo che non vediamo l’ora di saperne di più. Difficile non farsi prendere dall’entusiasmo, soprattutto se si è vissuta l’epoca dei primi due giochi e li si è amati alla follia.