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Il borsone era adagiato tra l’acqua bassa e l’argine. Drammatico ritrovamento sulle rive del fiume Po. Il corso d’acqua, di questi tempi in secca, ha restituito un borsone da palestra: all’interno il corpo rannicchiato e mutilato di una donna. Due settimane dopo la tragedia di Carol Maltesi, uccisa e fatta a pezzi a Rescaldina, una nuova vicenda che sembra arrivare direttamente da un film dell’orrore nel nord Italia.
Occhiobello: cadavere di donna mutilato in un borsone
La sacca sarebbe stata gettata in acqua a monte del fiume, impossibile stabilire da dove, e la corrente l’avrebbe trascinata fino in Polesine, a Occhiobello, nella provincia di Rovigo. Si indaga: in procura è stato aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di omicidio. Si tratterebbe di una donna, uccisa e poi decapitata. L’allarme è stato lanciato lunedì pomeriggio da un operaio della zona, impegnato in alcuni lavori lungo l’argine. L’odore insopportabile che proveniva dal borsone l’ha spinto a chiamare il 112. E da quel momento l’intera area è stata transennata. Il corpo era decomposto ma non in pessime condizioni: e con l’esame esterno gli investigatori hanno capito che si tratta di una donna. Carnagione chiara, età indefinita. L’autopsia darà ulteriori informazioni.
Nella zona polesana non sono segnalate donne scomparse, mentre vengono alla mente due padovane uccise e mai ritrovate. Ma se il delitto di Isabella Noventa, la 55enne sparita da Noventa Padovana nel gennaio del 2016, appare troppo datato per riguardare il macabro ritrovamento, un po’ più plausibile, anche se gli inquirenti sono scettici, potrebbe essere il collegamento con l’omicidio di Samira El Attar, la mamma di 43 anni di Stanghella di cui non si hanno più notizie dall’ottobre 2019, e per la cui morte è già stato condannato all’ergastolo il marito. I tempi però sembrano non coincidere con lo stato di conservazione del corpo. Si è fatto anche il nome di Saman Abbas, la diciottenne sparita da Novellara il 30 aprile 2021. Del resto, l’area geografica interessata dagli accertamenti è ampia, tra Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. Si indaga ad ampio raggio, nelle province di Rovigo, Padova, Ferrara, Modena e Mantova», dice il colonnello Emilio Mazza, comandante provinciale dei carabinieri di Rovigo.
Le indagini sono evidentemente complicatissime. Il fatto che il borsone non sia stato gettato nel punto del fiume in cui è stato rinvenuto, ma che piuttosto sia stato trascinato dalla corrente verso il Polesine, rende quasi impossibile circoscrivere l’area delle ricerche. Si partirà dalle banche dati, alla caccia di un nome.
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