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Sul massacro di Bucha, in Ucraina, dopo le immagini che hanno fatto il giro del mondo arriva anche la testimonianza del sindaco. Sarebbero infatti “circa 320 i civili uccisi dai militari russi” durante l’occupazione della città, denuncia il primo cittadini Anatoly Fedoruk intervistato dalla Bbc. Intervenendo al programma ‘Word Tonight’, il primo cittadino di Bucha ha raccontato di aver personalmente assistito all’esecuzione di diverse persone per mano delle forze russe.
“Ho visto numerosi episodi: tre auto con a bordo civili che tentavano di lasciare la città in direzione di Kiev prese brutalmente di mira dal fuoco” dei militari, “una donna incinta il cui marito urlava di non spararle, brutalmente colpita”, ha raccontato, per poi riferire di una vera caccia all’uomo nei confronti degli esponenti politici locali. Fedoruk si è poi rivolto al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ha negato le accuse di crimini di guerra mosse nei confronti dei soldati russi, e lo ha esortato “a venire nella città di Bucha”, guardare i corpi dei morti e “guardare negli occhi i loro familiari, madri, mariti, bambini diventati orfani”.
I media ucraini hanno intanto riferito di esplosioni nell’area della città occidentale di Leopoli e in quella di Dnipro, nel sudest del paese. Il capo dell’amministrazione militare di Leopoli, il governatore Maxym Kozytskyi, ha confermato in nottata le esplosioni avvenute vicino alla città di Radekhiv, a nord-est di Leopoli, secondo quanto riporta Ukrayinska Pravda. Non sono al momento state segnalate vittime, ha aggiunto. Secondo la stessa fonte, nel distretto di Dnipropetrovsk testimoni hanno affermato di aver assistito ad esplosioni a Novomoskovsk, una città industriale situata circa 25 chilometri a nord-est del capoluogo regionale, Dnipro.
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