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“Confermo la partenza di Marco dal Sudan”. Lo riferisce all’Adnkronos il papà dell’imprenditore veneziano Marco Zennaro, Cristiano. “Dopo 361 giorni finalmente l’incubo è finito – dice – Ringrazio mio figlio per essere sopravvissuto a quei 75 terribili e infernali giorni di detenzione. Ringrazio la famiglia per aver trovato in tempi brevi le risorse finanziarie per far cessare la detenzione”.
Zennaro esprime un ringraziamento anche nei confronti dei dipendenti dell’azienda “per aver portato avanti l’attività con grande senso di responsabilità pur in assenza del loro titolare. Il mio pensiero – aggiunge – va a quelle 50mila persone che hanno fatto sentire a Marco con manifestazioni sempre pacifiche l’affetto della comunità veneziana”.
Riguardo la Farnesina sottolinea: “Devo purtroppo denunciare il totale fallimento dell’istituzione italiana che incomprensibilmente non ha voluto risolvere un palese sequestro di persona a scopo di estorsione. Mi auguro che la Farnesina abbia il pudore di non rilasciare retorici comunicati perché se Marco è uscito da quell’inferno lo deve solo ed esclusivamente a sé stesso”. E al denaro raccolto da Unioncamere Veneto per pagare la cifra richiesta dal tribunale sudanese.
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