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Il mega yacht da 600 milioni di Roman Abramovich, uno degli oligarchi russi più vicini a Putin, ha attraccato in Montenegro questa mattina. La lussuosa nave è arrivata nel porto di Tivat dopo quattro giorni di fuga, iniziata lo scorso martedì dal porto di Barcellona: l’imbarcazione aveva lasciato le coste spagnole due giorni prima che l’oligarca russo venisse sanzionato dal Regno Unito.
Abramovich, la “fuga” dal cantiere spagnolo
Secondo quanto riferito, Solaris, questo il nome della mega imbarcazione lunga 40 metri, lo scorso martedì è stato portato via d’urgenza da un cantiere navale spagnolo, ancora prima che le riparazioni previste fossero terminate.
Una fuga veloce, che avrebbe avuto come meta finale proprio il Montenegro, stato non facente parte dell’Ue (il suo ingresso sarebbe previsto per il 2025), e dunque rifugio sicuro per il proprietario del Chelsea FC.
MarineTraffic, che traccia le navi oceaniche, aveva rintracciato negli scorsi giorni Solaris tra l’Italia e la Grecia ancora senza un’apparente meta precisa. Si ritiene che la destinazione finale sia stata inserita dall’equipaggio di Solaris nel suo sistema di localizzazione solo nelle prime ore del mattino.
Solaris ed Eclipse: i due superyacht di Abramovich
Il Solaris di 40 metri (459 piedi) dispone di 18 cabine che possono ospitare 36 ospiti. Dispone di otto ponti, un eliporto e una piscina trasformabile in pista da ballo. Il secondo superyacht Eclipse di Abramovich, che è ancora più grande di 168 metri (533 piedi) dal valore stimato di oltre 1 miliardo di dollari, potrebbe essere anch’esso diretto verso il porto turistico per megayacht di Tivat.
Abramovich è tra i sette oligarchi russi ai quali sono stati congelati i beni ieri nel Regno Unito per presunti legami con il presidente russo Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. Abramovich, proprietario della squadra di calcio londinese del Chelsea la cui cessione annunciata dal magnate russo è stata bloccata dalle autorità britanniche a causa del congelamento dei beni degli oligarchi russi, ha ripetutamente negato qualsiasi relazione con il Cremlino.
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