Lun. Nov 25th, 2024

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Almeno 12 missili iraniani sono esplosi senza essere intercettati nell’area del consolato Usa di Erbil, capoluogo della regione autonoma curda in Iraq. Gli ordigni, dei Fatih-110 di fabbricazione iraniana, non sono stati intercettati dalla contraerea statunitense e hanno provocato danni sia all’interno della rappresentanza diplomatica che nelle zone circostanti.

L’allarme è scattato nella tarda serata di sabato, quando Erbil è stata sconvolcata da esplosioni udite nella zona del compuound che ospita diversi consolati, tra cui quello americano e israeliano. Sui social molti cittadini hanno ripreso le immagini delle esplosioni e degli incendi provenienti dalle zone colpite.

Per diversi minuti si è udito anche il rumore della contraerea entrata in azione quando però oramai i missili erano piovuti sulla città. Erbil è ovviamente subito andata in panico. Masrour Barzani, primo ministro della regione autonoma curda, ha invitato la gente alla calma e a seguire le istruzioni dei soccorritori e del personale dei servizi di emergenza.

Contemporaneamente alcuni video da Baghdad hanno mostrato lo stato di allerta dichiarato nell’ambasciata Usa, testimoniato dalle sirene di emergenza attivate attorno al perimetro della sede diplomatica.

Poche ore più tardi si è capita meglio la dinamica delle esplosioni. Si è trattato, in particolare, di missili di fabbricazione iraniana giunti dalle regioni a est di Erbil. Molto probabilmente gli ordigni sono stati lanciati dal territorio iraniano.

Funzionari iracheni all’Associated Press hanno affermato che quasi sicuramente i missili sono partiti dall’Iran. Dunque l’azione è da attribuire, secondo questa ricostruzione, direttamente ai vertici di Teheran.

Questi ultimi, secondo alcune fonti diplomatiche, avrebbero agito in risposta a un attacco israeliano contro proprie basi presenti in Siria avvenuto nei giorni scorsi. Un’azione in cui, tra le altre cose, sono stati uccisi alcuni importanti esponenti delle forze armate iraniane. Stando a questa dinamica, è probabile ritenere che il vero obiettivo dei missili fosse in realtà il consolato israeliano, poco distante da quello statunitense. Alla Reuters funzionari Usa hanno riferito come la situazione adesso sia sotto controllo e nessun militare o funzionario sia rimasto ferito.

Anche a Baghdad lo stato di allerta dell’ambasciata è stato ridimensionato. Resta da chiarire come mai la contraerea Usa non si è attivata in tempo: il consolato è protetto e schermato da una serie di strumenti in grado di rilevare e distruggere minacce che arrivano dall’alto. Qualcosa quindi nei sistemi di sicurezza non ha funzionato.

L’episodio di Erbil dimostra come la tensione in medio oriente non sia affatto cessata. La guerra in Ucraina non sta distraendo gli attori regionali dai conflitti che da anni lacerano l’intera area.



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