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Apple Silicon è potente, consuma poco ed è incredibilmente versatile, tanto che Apple ha preso un M1 Max, lo ha “raddoppiato” e ha creato M1 Ultra. Quando nei mesi scorsi era stata presentata la versione più potente di processore per Mac, l’M1 Max, il noto sviluppatore Hector Martin “marcan” ha iniziato a fare il reverse engineering del processore per capire come integrarlo al meglio all’interno di Asahi Linux, la distribuzione che sta sviluppando da diversi mesi con l’obiettivo di creare il Linux perfetto per i Mac.
Si è accorto che Apple aveva omesso un piccolo dettaglio: M1 Max aveva, nella parte bassa, un bus di connessione che permetteva di unire più processori tra loro. Questa sera, durante l’evento, Apple ha confermato quanto scoperto da Martin: due processori M1 Max si possono unire per formare M1 Ultra.
Il nuovo SoC ha 114 miliardi di transistor, numero enorme per un processore dedicato ad un sistema consumer: la difficoltà nel mettere tutti quei transistor su un unico die senza impattare sul rendimento di produzione è stata scavalcata con la soluzione multi-die adottata già da altri produttori, ad esempio da AMD con Threadripper.
Apple si è tuttavia spinta oltre perché ha lavorato sulla giunzione, creando quella che ha definito UltraFusion Architecture, una soluzione proprietaria di Apple per il packaging dei due die.
Il risultato è un processore dove le due parti vengono viste come un unico SoC dal sistema operativo e dove la banda di connessione, con oltre 10.000 segnali, è di 2.5TB/s con latenza bassissima. Il fatto che tutto venga visto come un unico processore, anche il numero dei core, è fondamentale per chi sviluppa: non deve gestire l’allocazione delle risorse sui vari processori.
Trattandosi di un M1 Max raddoppiato M1 Ultra ha il doppio degli elementi dei processori che lo compongono: 4 ore ad alta efficienza, 16 core ad alte prestazioni e 64 core grafici.
Apple ha fatto il confronto con un processore desktop a 16 core e secondo i suoi benchmark si raggiungono le stesse prestazioni consumando 100 watt in meno, mentre a parità di consumi M1 Ultra offre il 90% di velocità in più in ambito multi thread.
I dati sulle prestazioni della CPU 16-core del PC desktop sono stati rilevati, dice Apple, mediante test condotti su Core i9-12900K e memoria DDR5.
Il dato già impressionante è tuttavia quello relativo all’ambito grafico, dove secondo l’azienda M1 Ultra con i suoi 64 core grafici riesce ad essere veloce quando la più veloce GPU esterna per PC consumando ben 200 watt in meno.
In questo caso i dati sono stati rilevati mediante test condotti su Core i9-12900K con memoria DDR5 e GeForce RTX 3090.
Durante la nostra prova del MacBook Pro con M1 Max avevamo raggiunto circa i 95 watt di consumo per il SoC, con CPU e GPU insieme: M1 Ultra caricato al massimo potrebbe toccare i 200 watt di consumo, poco se si pensa alle prestazioni che riesce a generare.
A questo si sommano i 32 core machine learning e un motore di rendering media che, duplicato, permette di gestire 18 streams di video 8K ProRes 4:2:2.
Raddoppia anche la banda dedicata alla memoria unificata; M1 Ultra può gestire fino a 128 GB di RAM per CPU e GPU con una banda di 800GB/s.
Il nuovo Mac Studio: quando un cubo di alluminio diventa il computer Apple più veloce al mondo
Tutta questa potenza finisce nel nuovo Mac Studio, quello che da mesi viene chiamato “Mac Mini Pro” nelle varie indiscrezioni. La forma è quella di un Mac mini raddoppiato in altezza, anche se il design è stato rivisto per facilitare la dissipazione di un processore che, sebbene consumi poco, scalda comunque tanto, sono sempre 200 watt.
Un piccolo cubo in alluminio, con 4000 fori sul retro per espellere l’aria che viene catturata nella parte bassa e gestita, tramite canalizzazione forzata, dal sistema di dissipazione montato nella parte alta. Secondo Apple il sistema resta assolutamente silenzioso nonostante la doppia ventola.
Mac Studio, nella sua configurazione con M1 Ultra, lato CPU è secondo Apple 3.8 volte più veloce dell’iMac da 27” con processore Intel a 10 core e fa segnare prestazioni del 60% superiori rispetto al Mac Pro con processore Xeon a 28 core.
Siamo avanti alla macchina Apple più veloce di sempre. Prestazioni simili anche sul fronte grafico, dove va veloce quasi il doppio rispetto al Mac Pro con grafica esterna più veloce disponibile oggi sul mercato. Apple ci svela la configurazione: Mac Pro con processore Intel Xeon W 28‑core a 2,5GHz, 384GB di RAM, grafica AMD Radeon Pro W6900X con 32GB di memoria GDDR6, configurati con Afterburner e un’unità SSD da 4TB.
Nella transcodifica dei video, e in molti casi la velocità è tutto, è 5.6 volte più veloce del Mac Pro a 28 core.
Chi non ha bisogno di certe prestazioni può configurare lo Studio con M1 Max, trovandosi di fronte ad un MacBook Pro da 16” in versione “desktop” e ad un prezzo più competitivo.
Apple ha dotato lo Studio di un buon numero di connessioni: ci sono 4 porte Thunderbolt, una ethernet a 10 Gbps, due porte USB 3.0 classiche e una uscita HDMI 2.0. C’è anche un jack audio e uno slot frontale per card SDXC. Una nota: Apple ha pensato di mettere anche due porte sul frontale, e sulla versione con M1 Max sono due porte USB-C ports da 10Gb/s. Su M1 Ultra, dove i controller thunderbolt sono doppi e quindi si potevano sfruttare più canali le porte frontali sono anche loro Thunderbolt 4 a 40Gb/s come le posteriori.
Secondo l’azienda californiana scegliere un Mac Studio è anche una scelta green, che va oltre l’uso dei materiali riciclati. Nei test condotti utilizzando sistemi Mac Studio di pre-produzione con chip Apple M1 Ultra, CPU 20-core e GPU 64-core e utilizzando un carico di lavoro rappresentativo in un’applicazione commerciale, nel corso di un anno si risparmiano circa 1.000 kilowattora rispetto ad un PC desktop hi-end, e qui è stato preso a confronto un Alienware Aurora R13 con processore Core i9-12900KF e grafica GeForce RTX 3090.
I prezzi, se si considerano tutti i vantaggi offerte in termini di prestazioni e anche la portabilità del sistema, cosa che in ambiente professionale rappresenta un plus enorme, sono anche bassi.
La versione del Mac Studio con M1 Max costa 2.349 euro, quasi la metà rispetto al MacBook Pro da 16” con M1 Max. Siamo davanti ad una workstation con prestazioni allineate a quelle di workstation Windows che costano anche il doppio, e che può essere messa in uno zaino e portata a casa per finire il lavoro.
La versione con M1 Ultra parte da 4.649 euro, prezzo assolutamente competitivo se guardiamo i processori Windows nella stessa fascia “pro”, ad esempio gli eccelsi AMD Threadripper, e i prezzi delle schede video. Qui viene dato un computer intero. Negli ambiti dove esistono le app professionali ottimizzate, e dove quindi c’è libertà di scelta tra PC e Mac, oggi sul rapporto prezzo prestazioni la proposta di Apple non ha eguali.
Bisogna comunque controllare bene le diverse configurazioni, perché le versioni base hanno GPU con 24 e 48 core: i modelli con processori selezionati, ovvero con tutti i core grafici funzionanti rispettivamente 32 e 64, costano di più.
Il Mac Studio con M1 Ultra 20 core CPU e 64 core GPU parte da 5.799 euro, e se si vogliono 128 GB di RAM sono in tutto 6719 euro. In ambito “pro” restano comunque pochi.
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