Ven. Set 20th, 2024

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di Marta Serafini

Kiev disposta a cedere sulla neutralit, sulla Crimea e sul Donbass, ma il Cremlino minaccia: Prenderemo tutte le citt ucraine. Sono gli Usa e la Ue a spingerci verso questo passo

dalla nostra inviata
LEOPOLI — Quarto round di negoziati tra Kiev e Mosca. Questa volta si va online, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che parla di difficili colloqui. Dar notizie questa sera fa sapere, dopo che il suo capo negoziatore, Mikhailo Podolyak, parla di una pausa tecnica di 24 ore necessaria per un lavoro aggiuntivo nelle sottocommissioni. Il mandato chiaro: promuovere un incontro al vertice con il presidente russo Putin, ipotesi che non era stata del tutto esclusa anche dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Poi, in tarda serata, la doccia fredda: La Russia non ha ancora ricevuto una richiesta per il presidente Putin di partecipare a un colloquio telefonico con il suo omologo ucraino, Zelensky.

Il dialogo va di nuovo in stand by, mentre vige il pi alto riserbo. In un videomessaggio, rilanciato dalle agenzie russe, Zelensky ribadisce che gli ucraini devono resistere per raggiungere la pace, con garanzie di sicurezza per il Paese. L’ipotesi che Kiev sia pronta a fare importanti concessioni sui punti cruciali delle trattative: la sua neutralit e il futuro della Crimea e del Donbass. Ma sull’altro fronte il Cremlino minaccia: prenderemo tutte le citt ucraine. E accusa: sono gli Usa e la Ue a spingere Mosca verso questo passo.

In questo scenario la diplomazia internazionale prova a muovere i suoi passi. Il presidente statunitense Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo francese Emmanuel Macron e con Zelensky. A Roma il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan ha incontrato il cinese Yang Jiechi, capo della diplomazia del partito comunista. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz volato ad Ankara per vedere il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, mentre Ankara tenta di aiutare il dialogo tra Mosca e Kiev. E, soprattutto, il premier israeliano Naftali Bennett, ritenuto in questo momento il principale candidato a svolgere un’efficace opera di mediazione, ha parlato al telefono con Putin per un’ora e mezzo per affrontare la possibilit di un cessate il fuoco.

Con gli alleati, intanto, Putin tiene aperto un altro fronte, in qualche modo legato allo scontro in atto con l’Occidente, annunciando per marted una visita a Mosca dell’iraniano Hossein Amir-Abdollahian. Mosse e contromosse. La partita a scacchi della diplomazia deve intanto fare i conti con il campo militare. Per Mosca a pesare l’avanzata su Kiev, rallentata nel weekend. Per Kiev, il numero sempre pi alto di vittime a Est e Nordest — si parla di 636 morti di cui 46 minori — e il bombardamento della base di rifornimento e addestramento dei volontari stranieri di Yavoriv, colpita domenica all’alba.

Infine, la crisi umanitaria. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, parla di altri 40 milioni di dollari per far fronte alle esigenze di assistenza delle comunit vittime del conflitto. Dall’inizio delle operazioni militari oltre 2,8 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina, secondo i dati dell’Onu. Molte di queste hanno raggiunto i Paesi confinanti: Polonia, Ungheria, Romania. Nessuno Stato membro dell’Ue pu essere lasciato solo a fronteggiare l’emergenza rifugiati, dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in visita in Romania, dove ha espresso la vicinanza del governo italiano a Bucarest, esposta in prima fila nell’accoglienza dei profughi. L’emergenza richiede una comune risposta a livello europeo, ha sottolineato Di Maio, che ha esortato l’Ue a rendersi indipendente dal gas russo il prima possibile.

14 marzo 2022 (modifica il 14 marzo 2022 | 21:53)

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