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È proseguito anche nella notte l’assedio russo alle città ucraine e si stringe l’accerchiamento alla capitale. A Kiev sono tornate a suonare le sirene per annunciare l’allerta aerea e tutti i cittadini sono stati invitati a raggiungere urgentemente i rifugi della protezione civile. Almeno tre esplosioni, in una zona residenziale, sono avvenute poco dopo le 5 (ora locale) nel centro della città. Colpito, in particolare, un palazzo di 10 piani a Kiev, attacco che ha portato alla morte di almeno due persone. L’edificio è stato gravemente danneggiato, numerosi gli appartamenti in fiamme. Le forze armate russe, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa di Mosca, avrebbero preso il controllo dell’intero territorio della regione di Kherson. Almeno 4 persone sono rimaste uccise durante i bombardamenti russi nella città ucraina di Rubezhnoye, nella regione del Lugansk che hanno colpito e distrutto un collegio per non vedenti, un ospedale cittadino, tre scuole e altre strutture militari.
I colloqui
Prosegue anche il lavoro della diplomazia. In giornata si terrà un nuovo round di negoziati (definiti «difficili» dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky) tra Kiev e Mosca. «Non vediamo nessun impegno da parte di Vladimir Putin su una de-escalation in Ucraina», ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaky in un briefing con la stampa. E si è concluso a Roma, dopo una maratona di quasi 8 ore, l’incontro tra il consigliere della Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e il capo della diplomazia del partito comunista cinese Yang Jiechi. Il governo ucraino ha concordato progetti per sostenere l’economia ucraina nel tentativo di mantenere il funzionamento delle imprese e l’occupazione nei luoghi in cui la sicurezza lo permette, sottolinea Zelensky che poi, nel suo ultimo videomessaggio, ha ringraziato l’attivista russa che durante il principale tg nazionale di Mosca ha fatto irruzione mostrando un cartello contro la guerra.
Consigliere di Zelensky: probabile accordo entro maggio
Oleksiy Arestovich, consigliere del capo di Stato maggiore del presidente ucraino afferma che la guerra in Ucraina probabilmente finirà all’inizio di maggio quando la Russia esaurirà le risorse per attaccare il suo vicino. Lo si legge sul sito di Al Jazeera che a sua volta cita alcuni media locali. «Penso che entro maggio, inizio maggio, dovremmo avere un accordo di pace, forse molto prima, vedremo, sto parlando delle ultime date possibili», ha detto Arestovich in un video pubblicato da diversi media ucraini. «Siamo a un bivio ora – ha aggiunto il consigliere di Zelensky – o ci sarà un accordo di pace raggiunto molto rapidamente, entro una o due settimane, con il ritiro delle truppe e tutto il resto, o ci sarà un tentativo di mettere insieme alcuni, diciamo, siriani per un secondo round e un accordo entro metà aprile o fine aprile». I premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, si recheranno a Kiev per incontrare Zelensky.
Gli Usa: preoccupa la Cina
È in corso a Palazzo Chigi l’incontro tra il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e il consigliere diplomatico di Mario Draghi, Luigi Mattiolo. Gli Stati Uniti sono preoccupati dall’allineamento della Russia con la Cina, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg citando un funzionario dell’amministrazione Biden in merito all’incontro romano. La discussione è state «intensa» e, oltre all’Ucraina, Sullivan e Yang hanno discusso di Corea del Nord e Taiwan. Gli Stati Uniti non escludono un embargo commerciale totale della Russia per l’invasione dell’Ucraina. Lo riporta Cnbc citando il vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo, secondo il quale fra le opzioni a disposizione c’è anche il blocco dell’accesso della Russia alle vie navigali internazionali. «Lo scopo dell’incontro era esprimere in modo molto chiaro a Pechino le nostre preoccupazioni rispetto a un suo coinvolgimento» nella guerra in Ucraina e ribadire alla Cina «che qualsiasi tipo di supporto a Mosca, militare o economico, comporterà delle implicazioni». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price. La Cina, avverte il ministero degli Esteri di Pechino, «non vuole essere colpita dalle sanzioni» non ritenendosi «parte del conflitto». Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Naftali Bennett che ha parlato a lungo anche con il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha reso noto lo stesso Zelensky su Twitter. Sono state «convenute ulteriori azioni», ha aggiunto il presidente ucraino.
I raid russi
Il fronte diplomatico non sembra muoversi troppo, in compenso l’Ucraina brucia. Un raid russo su una torre della televisione nell’ovest dell’Ucraina ha provocato almeno 9 morti nella serata di lunedì. Le forze russe hanno fatto saltare in aria delle munizioni vicino all’Unità G1 della centrale nucleare di Zaporizhzhya che avevano sequestrato. Lo ha riferito il servizio stampa di Energoatom, l’azienda ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari attive nel Paese. In Bielorussia è stato avvistato un grande convoglio di equipaggiamenti militari in transito verso il confine con l’Ucraina.
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