(ANSA) – ROMA, 15 MAR – “Il 41bis sta all’ultimo piano e
presenta piccole crepe. Dobbiamo occuparcene, ma non dimenticare
che la base della struttura – che è fatta dalle condizioni di
vita e dalle regole che riguardano tutti i detenuti e la dignità
del personale – rischia di cedere dalle fondamenta. Il
parlamento continua a scrivere leggi confuse e senza memoria
mentre la mafia comanda in carcere. Sull’ergastolo ostativo e
sulla prevenzione della mafia in carcere siamo tornati alla base
come nel gioco dell’oca”. Lo ha detto il consigliere togato del
CSM Sebastiano Ardita in audizione in Antimafia. E ha aggiunto:
“Ancora non abbiamo visto una seria analisi di quanto è accaduto
a Santa Maria Capua Vetere. Tutto è stato archiviato come se
fosse solo colpa della Polizia penitenziaria. Ma non c’e’ stata
alcuna analisi delle responsabilità enormi politiche ed
amministrative che hanno portato all’abbandono a se stessi di
quegli agenti. Ferma la condanna di quanto è successo e la
necessità di punizione degli autori non possiamo uscircene
dicendo che quelle erano mele marce. Perché un intero istituto
si è visto abbandonato e ha intesto farsi giustizia da sé, come
nel far west. Come nel far west lo Stato, l’amministrazione
centrale, a cui per anni anche dai sindacati erano state
richieste regole diverse per far cessare l’anarchia interna alle
carceri e la violenza sugli agenti aveva voltato le spalle. E
gli agenti sono rimasti soli quando hanno subito le violenze
illegali e soli quando hanno deciso di farsi giustizia da sé
commettendo a loro volta reati”. (ANSA).
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