Dom. Nov 17th, 2024

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di Gianna Fregonara

Il caso nel padovano. La docente: il tema era copiato. Ma ora rischia una sanzione. La preside: ha sbagliato

C’è da chiedersi quanto si sia sentita delusa, arrabbiata, offesa davanti a quel compito copiato la professoressa Nora Foggiato, insegnante di italiano all’Istituto tecnico «De Nicola» di Piove di Sacco, provincia di Padova, se non le è bastato valutarlo con un infimo «1» cerchiato in rosso. O forse, nel postare sul suo profilo Facebook la foto di quell’«1» rosso e delle ultime righe di un compito in classe su come Messi e Ronaldo possono ispirare i giovani malamente copiato da Internet, cercava un po’ di like che la sostenessero in quella che lei stessa definisce «una decisione difficile che avrà pesanti conseguenze»?

Il post

Le conseguenze ora però il post rischia di crearle all’incauta professoressa che è finita sotto esame della scuola e dell’Ufficio scolastico. Il post è stato rimosso (dalla stessa prof) e la preside Caterina Rigato ha preso le distanze: non dalla valutazione che in caso di copiatura è considerata corretta ma dall’esibizione del tema e del voto sui social. Carmela Palumbo, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, spiega al Corriere Veneto che questo non è un caso isolato: «Purtroppo quella dell’uso spregiudicato e compulsivo dei social network è una pericolosa deriva: al di là della deontologia professionale un docente dovrebbe capire da solo che ha una responsabilità in più in quanto è chiamato a insegnare ai propri studenti l’educazione civica digitale».

La relazione

Ora la professoressa potrebbe rischiare anche una sanzione: «Non è la scuola a decidere ma il provveditorato — precisa la preside —, scriveremo una relazione». «Attendiamo che la scuola ci dia indicazioni chiare su che cosa è successo», dice il provveditore di Padova Roberto Natale anche lui sorpreso dall’uso di Fb per commentare un compito. La docente si è giustificata spiegando che lo studente non è riconoscibile e soprattutto «ha vent’anni e frequenta l’ultimo anno. Tra tre mesi farà la maturità e poi dovrà cercarsi un lavoro. Ebbene ha copiato un tema già fatto su Internet… Non stiamo parlando di un adolescente fragile ma di un adulto incapace di prendersi le proprie responsabilità».

Il preside

Anche la professoressa dovrebbe prendersi le sue, secondo Cristina Costarelli, preside del liceo «Newton» di Roma e presidente dell’associazione presidi del Lazio: «È un’azione inopportuna. La valutazione è riservata come anche il compito: persino i genitori per vedere i lavori dei propri figli devono chiedere alla scuola». Il caso — oltre al clamore per il gesto della professoressa — porta alla luce il tema di come scoprire chi copia e spinge a chiedersi se le verifiche tradizionali siano ormai — in epoca di Internet e smartphone — ancora gli strumenti adeguati per valutare gli studenti. «Non possiamo essere dei carabinieri — spiega Lorella Carimali, insegnante di matematica al Vittorio Veneto di Milano —, dobbiamo essere in grado di stabilire un patto di lealtà con gli studenti. Copiare è un disvalore, lo dico il primo giorno in classe: è inutile che andiate a manifestare contro la mafia se poi copiate. Mi guardano male ma poi ci arrivano. Ci vuole però tempo, pazienza e fiducia».

16 marzo 2022 (modifica il 16 marzo 2022 | 10:10)

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