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Marina Ovsyannikova parla per la prima volta, in una intervista alla Reuters, dopo l’irruzione in diretta durante il tg della tv di Stato russa. E ai russi dice: aprite gli occhi di fronte alla propaganda russa
È preoccupata, Marina Ovsyannikova. Per sé, e per i suoi figli. Ma spera che quanto ha fatto non sia stato vano. Di aver contribuito ad aprire gli occhi del suo popolo di fronte alla propaganda del governo russo. E di non dover lasciare il suo Paese.
Nella sua prima intervista dopo l’irruzione anti-guerra in diretta nello studio di Channel One, la principale emittente di stato della Russia, la giornalista ha spiegato di non avere intenzione di lasciare la Russia, e di sperare di non incorrere in una incriminazione per la sua protesta.
«Non voglio andarmene da questo Paese», ha detto alla Reuters. «Sono e mi sento russa, solo sono contraria alla guerra. Non credo che sia giusto che qualcuno possa essere punito per le sue opinioni, quindi spero che non venga formulata alcuna accusa penale nei miei confronti. E soprattutto, spero che non succeda nulla ai miei figli: l’unica cosa che mi preoccupa davvero è la loro sorte».
«Credo in quello che ho fatto», ha detto, «ma capisco perfettamente la grandezza dei problemi che mi troverò a dover affrontare — e ovviamente sono molto preoccupata per la mia sicurezza. Ma non mi sento un’eroina. Vorrei solo che questo sacrificio non sia stato vano, che le persone possano aprire gli occhi».
La giornalista — che dopo la sua irruzione è stata arrestata e interrogata per 14 ore — è stata finora soltanto sanzionata per 30 mila rubli (circa 250 euro).
Quello che potrebbe venire ora è molto peggio: la magistratura ha ordinato l’apertura di una indagine nei confronti della giornalista per stabilire se la sua irruzione in studio, e quel che ha detto nel messaggio video registrato in precedenza, infranga la nuova legge che sanziona le presunte Fake news sull’esercito russo con pene che possono arrivare fino a 15 anni di reclusione.
A Reuters, Ovsyannikova ha detto di voler mandare un messaggio ai russi: «Non siate degli zombie, non ascoltate questa propaganda. Imparate ad analizzare le informazioni che vi vengono date, e a trovare fonti di informazione diverse, senza limitarvi alla tv di stato».
La ribellione di Marina ha intanto fatto saltare il tappo del disagio che regna nelle redazioni dei media ufficiali, obbligate a fare il megafono della volontà del Cremlino. A NTV, la rete posseduta per l’86 per cento dal colosso del gas Gazprom, pare sia in corso un esodo di massa. Se n’è andata Lilia Gildeeva, che conduceva il telegiornale della sera dal 2006. Se n’è andato Vladimir Glusker, che però da anni lavorava a Bruxelles. Se n’è andata da Primo canale anche Zhan Agalakova, che ci era entrata giovanissima nel 1991, diventandone uno dei volti più riconoscibili.
Articolo in aggiornamento…
16 marzo 2022 (modifica il 16 marzo 2022 | 14:56)
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