Ven. Nov 22nd, 2024

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“La forza di un Paese e di una democrazia si misurano anche con la capacità di difendere i valori della dignità umani e della democrazia: per questo il mio pensiero va anche ai cittadini russi che manifestano il loro dissenso contro l’invasione in Ucraina”. A dirlo è stato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo alla Camera al question time sulle misure del governo per l’accoglienza dei profughi ucraini in Italia. Un’occasione in cui ha annunciato anche che per far fronte alla crisi economica provata dalla guerra, “l’Iva sarà ridotta del 5 per cento e il governo ha destinato 16 miliardi per sostenere le famiglie con i rincari delle bollette del gas”.

Ringraziando l’opposizione e le associazioni di volontariato e a chi in questi giorni si è mobilitato per aiutare chi è scappato dal conflitto e sottolineando che “c’è una grande generosità, una profonda umanità”, il premier ha ricordato che “siamo di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti. Per farvi fronte l’Unione europea ha applicato per la prima volta dal 2001 la direttiva sulla protezione temporanea e anche questo testimonia la compatezza dell’Ue. Una unità di intenti e di azioni che è indispensabile mantenere e ci vede in prima linea”.

All’8 marzo, ha sottolineato Draghi, “in Italia erano arrivati 21.095 cittadini ucraini, oggi sono 23.872, soprattutto dal confine italo-sloveno. Oltre il 90% è costituito da donne e bambini: ieri 10.500 donne, oggi 12 mila. Gli uomini erano 2mila ieri, oggi 2.200, i bambini 8.500 ieri e oggi 9.700. Il flusso è destinato ad aumentare”.

L’accoglienza

Per quanto riguarda le prime misure di supporto ai civili in fuga dall’Ucraini, il premier ha spiegato che “iprimi strumenti di assistenza sanitaria sono stati organizzati dalla Protezione civile, in particolare per la gestione e il contenimento dell’emergenza da Covid-19. Tutti i rifugiati – aggiunto – o accettano un tampone ogni 48 ore o il vaccino. Le mascherine sono distribuite nei nei posti dove avvengono le vaccinazioni”.

Inoltre, ha evidenziato Draghi, “abbiamo disposto che i cittadini ucraini possano essere ospitati in tutte le strutture di accoglienza per migranti anche indipendentemente dal fatto che abbiano presentato domanda di protezione internazionale o dal possesso di altri requisiti previsti”. E “per i profughi ucraini che vogliono svolgere attività lavorativa abbiamo previsto una prima misura che consente loro sulla base della sola richiesta del permesso di soggiorno ed in deroga alle quote del decreto flussi di lavorare sia in forma autonoma che stagionale”.

I rincari

Risponendo all’interrogazione della Lega sull’aumento dei prezzi dovuto alla guerra, il presidente del Consiglio ha chiarito: “Ovviamente seguiamo con grande attenzione le conseguenze di questa crisi sull’economia e sulla situazione finanziaria dei cittadini italiani, l’incremento del prezzo dell’energia e l’incremento e disponilità delle materie prime. Il governo -ha concluso – non può fermare questi eventi ma possiamo muoverci con rapidità e decisione come abbiamo fatto e come continueremo a fare per difendere il potere di acquisto delle famigile e la competitività e la soppravvivenza delle imprese”.

E a chi gli ha chiesto se sarà necessario cambiare il Pnrr a causa delle ripercussioni economiche della guerra in Ucraina,  Draghi ha replicato. “E’ ancora prematuro” pensare a questa valutazione. “Il governo – ha detto – pone tutta la sua attenzione alla realizzazione del Pnrr. E’ chiaro che molte delle regole che ci hanno accompagnato in questi anni devono essere rilette”, ha osservato il premier riferendosi alle regole Ue sul patto di stabilità.

Le forniture di gas

La crisi in Ucraina e le sanzioni alla Russia comportano anche, per l’Italia, la necessità di svincolarsi dall’acquisto del gas dal Paese di Putin. “Siamo al lavoro – ha spiegato Draghi – per ridurre la dipendenza dal gas russo in tempi rapidi. E’ necessario farlo”. E’ necessario farlo”. Anche perchè, ha fatto sapere, “la quota di gas russo è aumentata molto negli ultimi 10-15 anni, anche dopo l’invasione della Crimea. Questo dimostra una sottovalutazione di politica estera e internazionale”. Quindi ha ricordato: “Siamo impegnati per diversificare le forniture e aumentare le fonti rinnovabili: questa è l’unica strategia nel lungo periodo”.

Le energie rinnovabili

Una parte del futuro dell’Italia, ha sottolineato Draghi, passa per le rinnovabili. Per combattere i rincari energetici e sostenere così famiglie e imprese ” aumentare il contributo da fonti rinnovabili resta l’unica strategia fondamentale nel lungo periogio, tutto quello che sperimentiamo ora è transizione. E dobbiamo investire sulla ricerca”. Ma per tutto questo serve una “profonda semplificazione: dobbiamo muoverci in fretta. Il grosso ostacolo all’espansione significativa delle rinnovabili restano le procedure”. L’obiettivo del governo resta comunque “rispettare l’obiettivo 70 gigawat di rinnovabili nel 2026 se si sbloccano le autorizzazioni. Siamo impegnati nella produzione di diversi gigawat di eolico offshore grazie ad una semplificazione delle autorizzazioni, c’è anche il ricorso al biometano con l’obiettivo di 200mila tonnellate nel 2023 ed un incremento di 50 mila nel successivo triennio. La ricerca è fondamentale in ogni ambito”.

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