La Corte internazionale di Giustizia dell’Aja – il massimo organo delle Nazioni Unite per dirimere le contese tra Stati – ordina alla Russia di “sospendere immediatamente l’operazione militare avviata il 24 febbraio 2022 sul territorio dell’Ucraina”. Il provvedimento è stato emesso dalla presidente della Corte, Joan Donogue, in risposta alla richiesta di “misure provvisorie d’urgenza” sollevata dal governo di Kiev il 26 febbraio scorso sostenendo che la Russia avesse violato la Convenzione sul genocidio del 1948 accusando falsamente l’Ucraina di aver commesso presunti crimini di genocidio nelle regioni di Luhansk e Donetsk e usando l’accusa come pretesto per l’invasione.
L’ordine è stato approvato con 13 voti favorevoli e due contrari, questi ultimi espressi dal giudice russo e da quello cinese. Nel provvedimento si specifica che non si sono riscontrate prove a sostegno delle giustificazioni usate dal Cremlino per legittimare l’invasione, cioè – appunto – il presunto genocidio commesso da Kiev contro le popolazioni russofone dell’Ucraina orientale. La Russia non ha partecipato all’udienza iniziale e i suoi avvocati non sono comparsi nemmeno al momento della lettura della decisione. Il governo di Mosca però aveva inviato una lettera sostenendo che la Corte – massimo organismo Onu per dirimere le contese tra Stati – non avesse giurisdizione sul caso.
“Le due parti devono astenersi da atti che rischino di aggravare la controversia” su cui la Corte è stata chiamata a deliberare “o di renderne la soluzione più difficile”, ha detto Donogue introducendo la delibera, esprimendo rammarico per il fatto che la Russia non abbia partecipato alle udienze precedenti e stabilendo che – al contrario di quanto sostenuto da Mosca – la Corte abbia la giurisdizione per decidere sul caso in base alla Convenzione Onu sul genocidio.
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Peter Gomez
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