Dom. Nov 24th, 2024

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Carcasse di automobili nel cortile dell’ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol, completamente sventrato. In un attimo le speranze di una giornata meno cruenta in Ucraina, dopo l’apertura di sei corridoi umanitari, sono svanite. Oscurate dall’ennesimo dramma di vittime innocenti, donne e bambini, rimasti sotto le macerie a causa di un “atroce attacco delle truppe russe”, ha denunciato il presidente Volodymyr Zelensky. Le immagini del disastro hanno fatto subito il giro del mondo provocando indignazione e condanna: donne incinte in stato di shock portate via in barella, altre con il volto coperto di sangue aiutate ad uscire dallo scheletro dell’edificio da familiari e soccorritori. Per le autorità ucraine non c’è dubbio sui responsabili. “Un ospedale per la maternità nel centro della città, un reparto pediatrico e un dipartimento di medicina interna sono stati distrutti durante l’attacco aereo russo su Mariupol”, ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. “Il reparto maternità non esiste più, molte donne sono rimaste ferite e uccise”, ha aggiunto il numero due della polizia nazionale Vyacheslav Abroskin, citando testimoni oculari. 

Da Kiev Zelensky ha accusato i russi di un “attacco diretto all’ospedale di maternità”, parlando di “bambini e donne sotto le macerie”. In seguito sono stati accertati diversi feriti, almeno 17, incluse donne partorienti, ma il bilancio rischia di aumentare. “Un’atrocità”, ha tuonato il leader ucraino, che ha rinnovato l’appello agli occidentali a “chiudere i cieli” per non rendersi “complici”. “Avete il potere di farlo, ma sembra che stiate perdendo l’umanità”, ha commentato sconsolato.

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha definito il bombardamento russo dell’ospedale pediatrico di Mariupol un “crimine di guerra”. “Non abbiamo fatto né avremmo mai niente come questo crimine di guerra nelle città del Donetsk o del Lugansk, o di qualche altra regione… perché siamo persone. Ma voi lo siete?”, ha detto in un messaggio in cui ha parlato in russo.

“In ogni trattativa il mio obiettivo è porre fine alla guerra con la Russia. E sono anche pronto a determinati passi. Si può arrivare a dei compromessi ma questi non devono rappresentare un tradimento del mio Paese”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Bild on line. “Anche la controparte deve essere pronta a muoversi, perciò si chiamano compromessi. E solo così possiamo uscire da questa situazione. Dei dettagli non posso ancora parlare”. “Non abbiamo ancora avuto un contatto diretto fra presidenti. Solo dopo colloqui diretti fra i due presidenti possiamo chiudere questa guerra”, ha concluso. Diverse ore prima del bombardamento contro l’ospedale pediatrico e di maternità di Mariupol, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha accusato l’Ucraina di aver insediato posizioni di combattimento all’interno dello stesso ospedale. Durante il suo regolare briefing, riferisce Cnn online, Zakharova ha affermato che “a Mariupol, i battaglioni nazionali ucraini, dopo aver espulso il personale e i pazienti dall’ospedale , di maternità vi hanno stabilito posizioni di combattimento”. Zakharova ha inoltre affermato che ci sono “numerosi video che confutano i falsi ucraini, confermando che i crimini di Kiev contro i suoi cittadini sono abbondantemente di dominio pubblico”. Video girati nell’ospedale dopo l’attacco mostrano chiaramente che nella struttura c’erano pazienti e personale, comprese donne in gravidanza L’attacco all’ospedale è un altro durissimo colpo ad una città in condizioni “apocalittiche” a causa dell’assedio russo, come ha constatato la Croce Rossa. Per il quinto giorno consecutivo è fallito il tentativo di un’evacuazione di massa, perché “siamo sotto continuo attacco”, ha affermato il vicesindaco di Sergiy Orlov. Sono 1.207 le vittime dopo nove giorni di attacchi russi alla città ucraina di Mariupol, si legge in un messaggio su Telegram delle autorità cittadine, che include anche un video del sindaco Vadym Boichenko, dopo che un attacco russo ha distrutto un ospedale pediatrico della città.

Decine seppelliti in fosse comuni. Con i residenti senza acqua, riscaldamento ed elettricità. “Oltre 400.000 persone in ostaggio”, ha denunciato Kiev. Per i russi, invece, la narrativa sul disastro umanitario continua ad essere opposta: è tutta colpa delle “orribili azioni dei nazionalisti” ucraini, che costringono i civili a restare per costruire barricate, ha sostenuto il ministero della Difesa di Mosca. Oltre a Mariupol, le parti in conflitto hanno aperto altre cinque vie di fuga per i civili, per 12 ore. A Sumy, nel nord-est, ed a Enerhodar, nel sud, convogli di auto private e autobus, soprattutto con donne e bambini, si sono messi in marcia senza troppi problemi. Al contrario, i mezzi con gli sfollati nella zona di Kharkiv, a Izyum, secondo le autorità locali sono stati “ostacolati dai bombardamenti russi”. Non è andata meglio nel corridoio di Kiev. Il consiglio comunale del sobborgo di Bucha ha riferito che il passaggio di 50 autobus è stato bloccato.

Nella capitale ucraina l’allarme umanitario cresce di pari passo con l’avvicinamento dei tank russi. Possiamo resistere soltanto “una settimana” in caso di assedio, ha stimato il sindaco Vitali Klitschko. Che ha descritto una guerra arrivata a “10 chilometri dal centro”, mezzi blindati russi che “girano intorno da due settimane” ed i soldati che “cercano di farsi strada nei quartieri”. Media locali hanno dato notizia di un caccia Sukhoi abbattuto che si sarebbe schiantato su un edificio residenziale, mentre reporter sul terreno hanno segnalato colonne di tank avvicinarsi a Brovary, nel grande hinterland orientale. L’invasione è andata avanti anche sugli altri fronti e, secondo Londra, i russi sarebbero pronti a usare qualsiasi mezzo per vincere. Il ministro della Difesa britannico ha reso noto che Mosca ha confermato l’uso di razzi “termobarici”. Allegando un video che spiega il funzionamento dei missili, “già utilizzati dai russi in Afghanistan e in Cecenia”, e ne descrive “l’impatto devastante”. Mentre in serata il portavoce della Difesa russa, Igor Konashenkov, si è trovato costretto ad ammettere per la prima volta la presenza di militari di leva tra i combattenti impegnati nell’offensiva in Ucraina dopo che Putin solo ieri aveva assicurato il contrario.

Nella serata il sindaco di Zhytomyr, città storica dell’Ucraina occidentale ha affermato che un nuovo attacco aereo ha colpito un edificio civile e una centrale termica. Lo scrive la Cnn precisando che l’annuncio del primo cittadino Serhii Sukhomlyn è contenuto in due messaggi video postati su Facebook questa sera.. Martedì notte Sukhomlyn aveva affermato che un condominio e un’importante fabbrica tessile erano stati distrutti nel corso degli attacchi militari russi. Sabato scorso un attacco militare russo ha raso al suolo una parte di una fabbrica di carri armati ucraini fuori Zhytomyr. Finora non ci sono vittime alla centrale termica, ma l’impianto “molto probabilmente” dovrà essere chiuso, secondo il sindaco. La struttura alimenta gran parte della città, ha detto, fornendo calore al 30% di Zhytomyr. Nell’attacco all’edificio civile un’anziana donna è rimasta leggermente ferita. 

Oltre 1 milione di bambini sono fuggiti dall’Ucraina verso Paesi vicini in meno di due settimane dall’inizio dell’invasione russa. E’ l’allarme lanciato dalla direttrice dell’Unicef, Catherine Russell che ha aggiunto che almeno 37 bambini sono rimasti uccisi e 50 feriti nel conflitto. Russell si è anche dettoa “inorridita” per l’attacco di Mosca contro un ospedale pediatrico nella città di Mariupol. “Se confermato è la prova dell’orribile tributo che questa guerra sta imponendo ai bambini e alle famiglie dell’Ucraina”, ha detto la direttrice dell’Unicef. 

La centrale di Chernobyl è “completamente ferma” a causa dell’offensiva russa. L’accusa arriva da Kiev, secondo i media internazionali, dopo che ieri l’Aiea aveva fatto sapere di aver “perso il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia di Chernobyl”. Le forze russe, secondo gli operatori della centrale, hanno scollegato l’impianto nucleare dalla rete. L’operatore nucleare ucraino Energoatom, l’azienda di Stato ucraina che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino,  afferma che Chernobyl è senza energia, impedendo potenzialmente il raffreddamento del combustibile nucleare esaurito, il che potrebbe portare al rilascio di sostanze radioattive. Ma l’Aiea smentisce questa eventualità.  “Nessun impatto critico sulla sicurezza” dall’interruzione di corrente a Chernobyl.  Secondo l’Aiea, considerando il tempo trascorso dall’incidente di Chernobyl del 1986, “il carico termico della vasca di stoccaggio del combustibile esaurito e il volume dell’acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un’efficiente evacuazione del calore senza elettricità”, spiega l’Aiea su Twitter. I sistemi dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che monitorano la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia hanno smesso di trasmettere dati. Lo rende noto l’Aiea, citata dal Guardian. Ieri c’era stata un’interruzione simile dal sito di Chernobyl. Il direttore dell’Aiea Rafael Grossi “ha detto di essere preoccupato dall’interruzione del flusso dati verso il quartier generale dell’agenzia a Vienna dai due siti, dove c’è una gran quantità di materiale nucleare”, afferma il comunicato dell’Aiea.

Il ministro degli esteri ucraino Dmitry Kuleba ha detto di non avere grandi aspettative sugli incontri di giovedì in Turchia con l’omologo russo Serghei Lavrov. “Ci stiamo preparando ai colloqui con la controparte russa, il ministro Lavrov. Si terranno giovedì”, ha detto Kuleba in un video postato sul suo account Facebook, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. “Parlando francamente, io ho aspettative basse dai colloqui. Non vi ripongo nessuna grande aspettativa”, ha aggiunto.

L’Ucraina è pronta a “una soluzione diplomatica” e a discutere la richiesta russa di neutralità, ma non cederà “un solo centimetro” di territorio a Mosca. Lo dice in un’intervista a Bloomberg Tv Ihor Zhovkva, vice capo dello staff del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e uno dei suoi principali consiglieri di politica estera. “La nostra prima condizione per avere un simile negoziato – dice Zhovkva – è l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe”.

 



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