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Che cosa succede davvero tra i corridoi del Cremlino? Il conflitto in corso in Ucraina rischia di essere soltanto la punta dell’iceberg, l’unica parte visibile di qualcosa che potrebbe riguardare in profondità tutto il fronte interno della Russia. Proviamo a scrutare al di là di questa grossa cortina fumogena e cerchiamo di comporre il puzzle con i (pochi) pezzi che abbiamo a disposizione.
Gialli e misteri
Partiamo dai fatti più strani avvenuti negli ultimi giorni. Nel giorno in cui Vladimir Putin è apparso allo stadio Luzniki per parlare al suo popolo in occasione dell’annessione della Crimea è andato in scena un vero e proprio giallo. Il discorso del presidente, trasmesso in diretta televisiva, è stato improvvisamente tagliato dalla regia russa. Le parole di Putin sono poi state rimandate in onda nella loro versione completa soltanto dopo un quarto d’ora abbondante.
Dal Cremlino hanno fatto sapere che l’interruzione è stata dovuta a “problemi tecnici sul server“. Ma nell’aria è circolata anche un’altra ipotesi: quella di un presunto sabotaggio. Ipotesi cullata, come ha sottolineato Il Corriere della Sera, anche dal dissidente Aleksej Navalny, attualmente in carcere. Come se non bastasse, l’intervento della portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, è stato silenziato per almeno trenta secondi. Un altro guasto o un un problema di ben altro tipo?
Ma non è finita qui perché c’è spazio per altri enigmi. Ad esempio, molte persone si sono chieste come abbia fatto la giornalista Marina Ovsyannikova – con tutti i controlli del caso – a irrompere nel principale telegiornale russo della sera, in diretta, per protestare contro la guerra. E ancora: perché nel famoso show (registrato) dell’anchor man Vladimir Solovyov alcuni ospiti hanno risconosciuto così apertamente l’impatto delle sanzioni sull’economia russa e i fallimenti dell’esercito? La scaletta del programma, ricordiamolo, doveva prima ricevere il consenso del Cremlino.
Guerra e scomparse
Nel frattempo Putin continua a ripetere che la missione in terra ucraina sta procedendo nel migliore dei modi. Pare però che la cosiddetta “operazione speciale” dovesse durare al massimo un mese. E ancora oggi il conflitto non accenna a diminuire. Per di più sono spariti dai radar due personaggi piuttosto importanti all’interno della cerchia del potere del Cremlino. Si tratta del ministro della Difesa, Sergej Shoigu, e del capo di Stato Maggiore, Valerij Gerasimov. Entrambi non appaiono più in pubblico da tempo. Che fine hanno fatto?
Sul fronte bellico, inoltre, vale la pena analizzare le recenti opinioni apparse sul sito Russia Today. Se ne evince che il nuovo obiettivo di Mosca potrebbe esser cambiato rispetto all’inizio del conflitto. In particolare, il Cremlino potrebbe vedere con favore una sorta di vittoria parziale ma immediata, da concretizzare nell’Ucraina meridionale. In modo tale da poter mettere pressione a Volodymyr Zelensky in fase di negoziazione diplomatica. Certo è che i russi danno tutta l’intenzione di voler evitare di impantanarsi in una lunga guerra di occupazione.
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