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Le sirene d’allarme antiaeree risuonano nella notte in quasi tutte le regioni dell’Ucraina, aprendo il ventiseiesimo giorno della guerra scatenata dalla Russia ai confini dell’Ue e della Nato. Prima a Kiev, dove sono state segnalate diverse esplosioni e sarebbero state colpite alcune case e un centro commerciale. Ma anche a Leopoli. Poi l’allerta è scattata negli oblast di Odessa (dove gli spari hanno raggiunto anche l’hotel che ospita i giornalisti), Kharkiv, Zaporizhzhia, Sumy, Mykolaiv. L’attacco arriva da due mari con missili Cruise lanciati dal Mar Nero e dal Mar Caspio. E raggiunge ancora una volta Mariupol, dove l’assedio delle truppe dello zar non molla, alimentando la strage dei civili. Dalla città martire, è il sindaco Vadym Boichenko a lanciare un nuovo allarme per le migliaia di residenti che vengono «deportati» in remote città della Russia, «come fecero i nazisti durante la Seconda guerra mondiale – dice -. È in corso una pulizia etnica».
I controlli
Quella verso i confini della Federazione è l’unica via di uscita che viene consentita ai cittadini catturati dagli invasori, che vengono obbligati a indossare una fascia bianca, simbolo delle forze del Cremlino. «Chi è contro la Russia, se ne vada», intimano i militari. Non tutti accettano la deportazione, si ribellano. Vengono condotti nei campi e gli vengono controllati i telefonini e i documenti, e poi chissà in quali remote città vengono fatti arrivare, e soprattutto chissà quale trattamento gli viene riservato.
Nel bollettino di guerra che registra il massacro quotidiano di vittime innocenti, le autorità municipali hanno comunicato un altro attacco: questa volta contro una scuola, colpita «con armi pesanti da 4 navi». Il palazzo è stato distrutto, all’interno «avevano trovato rifugio 400 persone», la cui sorte non è ancora nota. Ennesimo dramma di vittime innocenti in una guerra che, a dispetto di alcuni segnali di ottimismo sul fronte diplomatico, rischia un’ulteriore escalation, e che, secondo l’Onu, ha già provocato oltre 10 milioni di sfollati. Procedono, intanto, con grande difficoltà i tentativi di evacuazione dei civili. Spiegano da Kiev che devono «uscire da Mariupol almeno 10mila persone». Ma non è facile far muovere i convogli umanitari, in qualsiasi zona di territorio si trovino. Nella notte tra sabato e domenica, infatti, i russi hanno bloccato gli autobus che si dirigevano a Vovchansk nella regione di Kharkiv per prendere i cittadini e portarli via dalle bombe. E ora, afferma il vicepremier ucraino Iryna Vereschuk, sono scomparsi cinque autisti e un medico del convoglio.
«Fare questo a un luogo pacifico è una cosa terribile che sarà ricordata per i secoli a venire», commenta il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Putin, però, vuole a tutti i costi la totale occupazione di Mariupol, che è fondamentale per le sue conquiste sul mar Nero e, ieri sera, ha lanciato un ultimatum: «L’Ucraina ha tempo fino alle prime ore del 21 marzo per annunciare la resa della città». Una richiesta prontamente respinta da Kiev. «La resa non è un’opzione», ha fatto sapere la vicepremier Iryna Vereshchuk. Anzi, secondo il Kyiv Independent, l’Ucraina ha chiesto «che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro», dopo che in una lettera il ministero della Difesa russo sosteneva che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.
Tutto questo mentre Mosca prosegue con la sua propaganda e manda immagini in televisione nelle quali si vedono i propri militari che consegnano più di 75 tonnellate di aiuti umanitari a Kherson. «Kit alimentari per i bisognosi», comunica il ministero della Difesa. Gli ucraini, però, sebbene ridotti al freddo e alla fame da giorni, rifiutano il cibo, manifestando tutto il loro dissenso contro l’invasore.
Intanto, il portavoce della Difesa russa Igor Konashenkov conferma che «cruise Kalibr sono stati lanciati dalle acque del Mar Nero contro lo stabilimento di Nizhyn, dove si riparano i veicoli blindati degli ucraini danneggiati nei combattimenti, e dove oltre 100 membri tra forze speciali ucraine e mercenarie sono stati uccisi». Per il secondo giorno, poi, – aggiunge – è stato usato un missile ipersonico Kinzhal — che viaggia a una velocità di 6 mila chilometri all’ora e può colpire obiettivi a 2 mila chilometri di distanza — dallo spazio aereo della Crimea. «Il Kinzhal – dichiara Konashenkov – ha distrutto un grande deposito di benzine e lubrificanti delle forze armate ucraine nei pressi di Kostyantynivka, nella regione meridionale di Mykolaiv».
Il soccorso
Sul fronte di un’altra città bersagliata, Sumy, il sindaco Dmytro Zhyvytskyi racconta la vicenda quasi miracolosa che ha coinvolto settantuno bambini che sono stati fatti evacuare verso destinazioni estere dall’orfanotrofio, dopo settimane chiusi negli scantinati, senza medicinali e con poco cibo. Molti dei piccoli hanno problemi di salute. Un gruppo di 19 minorenni, per lo più orfani, sarebbe invece bloccato in un ospedale di Mariupol: si tratta di bimbi e adolescenti tra i 4 e i 17 anni ricoverati per malattie polmonari prima dello scoppio dell’offensiva russa. Mentre la Polizia comunica che «almeno 56 anziani sono stati uccisi» dai colpi sparati da un carro armato contro «una casa di riposo a Kreminna», nel Luhansk.
C’è da dire, però, che, nonostante le truppe dello zar continuino a esercitare pressione sulle città, negli ultimi giorni non sembrano aver ottenuto ulteriori avanzamenti. Secondo il report dell’intelligence inglese le forze russe non avrebbero raggiunto alcuna superiorità aerea. L’unica reale variazione sarebbe il ricorso, decisamente più ampio, a raid missilistici effettuati con vettori cruise a lungo raggio Kalibr lanciati da unità di superficie e sommergibili della Flotta del Mar Nero, e da missili balistici (circa 800 lanci dall’inizio dell’operazione) provenienti da batterie presenti in Bielorussia. E proprio sulla base di questi elementi, in un nuovo video-discorso notturno alla nazione, il presidente Zelensky ha sostenuto che il suo popolo sta «dimostrando di saper combattere in modo più professionale di un esercito». E ha attaccato «l’esercito russo e i suoi comandanti», che «si sono mostrati completamente incompetenti, in grado di spingere semplicemente il loro popolo al massacro».
Secondo il ministero della Difesa britannico, gli invasori insisteranno su questa strada per supportare gli assalti di terra, che procedono con grandi difficoltà – e numerose perdite – a causa dell’efficace resistenza degli ucraini. Basti citare gli alti comandanti russi uccisi, per ultimo il vicecomandante della flotta del Mar Nero, il generale Oleg Mityaev, della 150ma divisione di fucili a motore della Russia. E l’uso dei super missili, per gli Stati Uniti, suona come un avvertimento di Putin all’Occidente – sostiene il capo del Pentagono Lloyd Austin -, ma anche come un tentativo di «riprendere slancio» in un conflitto in cui il suo esercito si è impantanato. «Le truppe – sottolinea – non sono efficaci nei loro movimenti a terra e sono bloccate dagli ucraini, che stanno combattendo valorosamente».
L’intervento di Minsk
In questo quadro, Kiev teme che la Russia provi a forzare ulteriormente la mano aprendo un altro fronte. Secondo fonti di intelligence, c’è la «minaccia alta» di un’offensiva della Bielorussia in direzione Volyn (nord-ovest), che potrebbe iniziare nelle prossime ore. Proprio nei giorni scorsi il presidente Alexander Lukashenko, fedele alleato di Putin, aveva avvertito gli ucraini che avrebbe risposto a una non meglio precisata «escalation di Kiev contro Minsk».
Ucraina, la giornata in diretta
Ore 00.40 – Suonano di nuovo le sirene antiaeree a Kiev, dopo l’attacco di alcune ore fa che ha distrutto alcune abitazioni e un centro commerciale provocando almeno un morto, secondo il bilancio del sindaco della città.
Ore 00.25 – L’Ucraina respinge la richiesta della Russia di consegnare Mariupol. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha risposto alla Russia affermando che «la resa non è un’opzione». Lo riporta il Kyiv Independent, aggiungendo che l’Ucraina «chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro». In una lettera il ministero della Difesa russo sosteneva che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.
Ore 23.55 – Il bombardamento di questa sera su Kiev ha colpito diverse case e ucciso almeno una persona. Lo ha detto il sindaco di Kiev Vitali Klitschko in un post di Telegram, aggiungendo che i soccorritori stando cercando di spengere un grande incendio nel centro commerciale colpito dai bombardamenti.
Ore 23.40 – Dopo Kiev, le sirene dall’arme stanno suonando anche a Lozova, nella regione di Kharkiv. Lo riporta Ukrinform.
Ore 22.55 – Diverse esplosioni si sono verificate nel quartiere Podilskyi di Kiev. Lo riporta Ukrinform, aggiungendo che, secondo prime informazioni, sarebbero state colpite alcune case e un centro commerciale.
Ore 22.40 – «Russia e Ucraina hanno approvato un percorso per l’evacuazione dei cittadini da Mariupol verso un territorio controllato da Kiev. Mosca suggerisce di dichiarare un cessate il fuoco temporaneo dalle 9.30 ora di Mosca di lunedì». Lo afferma il capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo Mikhail Mizintsev, citato da Interfax. «La Russia apre corridoi umanitari da Mariupol verso est e in coordinamento con la parte ucraina verso ovest alle 10 di domani – ha detto Mizintsev – il via al cessate il fuoco da parte di entrambe le parti è segnato dall’alzarsi di bandiere: rosso da parte russa e bianco da parte ucraina»
Ore 22.35 – La Russia lancia un ultimatum «a tutte le formazioni militari ucraine a lasciare Mariupol domani, senza armi e munizioni». Lo ha detto il capo del Centro di controllo della difesa nazionale russo Mikhail Mizintsev, citato da Interfax. «La procedura per lasciare la città è organizzata come segue. Tra le 10 e mezzogiorno di domani, tutte le formazioni militari ucraine e i mercenari stranieri senza eccezioni, senza armi e munizioni, devono uscire utilizzando il percorso concordato con l’Ucraina», ha detto Mizintsev in un briefing, riferendosi al piano proposto dalla Russia.
Ore 22.30 – Le sirene antiaeree hanno suonato a Kiev. Lo riporta Ukrinform sul suo canale Telegram.
Ore 20.33 – Le truppe russe hanno lanciato poco fa un attacco aereo sul villaggio di Zabuyannia, distretto di Bucha, nella regione di Kiev. Lo ha reso noto la Polizia, secondo quanto riporta l’Ukrainska Pravda.
Ore 19.01 – «Oltraggioso il paragone tra l’Olocausto» e la situazione attuale in Ucraina fatto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo oggi alla Knesset. È quanto denuncia il ministro delle Comunicazioni israeliano Yoaz Hendel, che su Twitter ha scritto di «ammirare il presidente ucraino e sostenere il popolo ucraino con il cuore e le azioni, ma la terribile storia dell’Olocausto non può essere riscritta». Secondo Hendel «la guerra è terribile, ma il confronto con gli orrori dell’Olocausto e la soluzione finale è oltraggioso».
Ore 17.33 – I russi parlano di «soluzione finale» rispetto al popolo ucraino, «le stesse parole usate 80 anni fa nei confronti del popolo ebraico». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo alla Knesset, il Parlamento israeliano. Uno schermo gigante è stato allestito in piazza Habima a Tel Aviv per seguire in diretta l’intervento di Zelensky.
Ore 18.23 – A quanto apprende l’ANSA l’ambasciata italiana in Ucraina, attualmente con sede a Leopoli, segue da vicino e con attenzione la vicenda di Andrea Cisternino, bloccato vicino Kiev nel suo rifugio di animali. «Sappiamo della sua situazione e seguiamo il caso», si spiega. Dall’ambasciata, allo stesso tempo, si fa notare come la collocazione dell’italiano sia al momento difficilmente raggiungibile. Il 12 febbraio scorso, si ricorda, la Farnesina ha diramato il primo invito agli italiani a lasciare temporaneamente l’Ucraina visto l’aggravarsi delle condizioni di sicurezza.
Ore 17.41 – «Perché non possiamo ricevere armi da voi? Perché Israele non ha imposto sanzioni aspre alla Russia o alle aziende russe? Siete voi che dovrete vivere con la risposta a questa domanda nella vostra coscienza». Lo ha chiesto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky rivolgendosi ai deputati della Knesset, il Parlamento israeliano. «Gli ucraini 80 anni fa ha salvato gli ebrei e oggi potete fare la stessa scelta», ha aggiunto.
Ore 17.34 – L’ambasciatrice americana all’Onu Linda Thomas-Greenfield ha escluso che gli Stati Uniti partecipino ad un eventuale missione di peacekeeping in Ucraina. «Il presidente è stato molto chiaro sul fatto che non schiereremo truppe americane in Ucraina. Non vogliamo che la situazione degeneri in una guerra per gli Usa. Ma sosterremo i nostri alleati della Nato», ha detto la diplomatica rispondendo sul tema alla Cnn. «Abbiamo soldati, come sapete, nei paesi della Nato, e il presidente ha chiarito che se ci sarà un attacco contro uno qualsiasi dei nostri alleati, ai sensi dell’articolo V, li sosterremo e li difenderemo».
Ore 17.26 – Nessuna assistenza militare della Cina alla Russia. Ad affermarlo, intervistato dalla tv Usa Cbs, è l’Ambasciatore della Cina negli Stati Uniti, Qin Gang. Rispondendo a una domanda della giornalista che gli chiedeva se Pechino inviasse soldi o armi alla Russia, l’Ambasciatore ha spiegato: «C’è una disinformazione sulla Cina che fornisce assistenza militare alla Russia. La respingiamo». «Quello che la Cina sta facendo – aggiunge – è inviare cibo, medicine, sacchi a pelo e latte artificiale…non armi e munizioni a nessuno delle parte in causa. Siamo contrari a una guerra, come ho detto, sai, faremo di tutto per attenuare la crisi», sottolinea Qin Gang.
Ore 16.25 – Il presidente russo Vladimir Putin è capace di «azioni orrende» e le sue affermazioni sul fatto che il governo dell’Ucraina sia pieno di neonazisti non possono essere prese «sul serio» perché sono «ridicole», ma allo stesso tempo «molto pericolose e spaventose». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervistato dalla Cnn.
Ore 16.15 – Le forze armate ucraine avrebbero abbattuto un missile russo nel cielo della regione di Vinnytsia. Non ci sarebbero vittime. Lo riferisce, secondo ‘Ukrainska Pravdà, è Serhiy Borzov, governatore dell’amministrazione regionale di Vinnytsia su Facebook.
Ore 16.09 – «Se l’Ucraina fosse stata un membro della Nato, questa guerra non sarebbe cominciata». Lo ha detto in un’intervista alla Cnn il presidente Volodymyr Zelensky chiedendo agli stati membri «se ci volete vedere all’interno dell’Alleanza atlantica fatelo subito perchè qui ogni giorno muoiono persone» «Voglio garanzie per la mia gente», ha insistito. «Se non ci volete, invece, non potete costringerci a stare in questo limbo», ha detto ancora il leader ucraino rivolgendosi alla Nato.
Ore 16.07 – «L’Unione europea e la Nato non hanno mai minacciato la Russia e non hanno mai dato il via a politiche aggressive, anzi hanno proposto alla Russia un dialogo regolare», ha affermato il Presidente del Consiglio dell’Ue, Charles Michel, in una intervista a Lucia Annunziata in cui ha denunciato la «nostalgia dell’impero zarista e sovietico» da parte di Mosca. «Putin ha voluto tornare alla guerra fredda, per questo non si tratta di una contrapposizione non fra Russia e Nato o Unione europea, ma di una contrapposizione fra la Russia e il resto del mondo», ha sottolineato.
Ore 15.55 – I russi stanno attendendo i rinforzi per attaccare Kiev. Lo riporta l’agenzia ucraina Unian, citando il ministero della Difesa ucraino. «Allo stesso tempo, c’è una minaccia di attacchi missilistici ad alta precisione a lungo raggio da parte del nemico, incluso il sistema ipersonico Dagger», prosegue il ministero della Difesa.
Ore 15.48 – Tutte e quattro le principali compagnie petrolifere straniere che collaborano con la Russia hanno annunciato la cessazione di ogni investimento nel Paese. Ne dà notizia il consigliere del ministro dell’Interno ucraino Anton Gerashchenko nel suo canale Telegram. Le compagnie, scrive Gerashchenko, sono Weatherford International, Halliburton, Schlumberger e Baker Huges.
Ore 15.11 – «Le forze russe sono venute per sterminarci, per ucciderci». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista alla Cnn, sottolineando che «con la dignità del nostro popolo e del nostro esercito abbiamo potuto dimostrare di essere stati in grado di assestare un colpo potente, siamo stati in grado di contrattaccare». Allo stesso tempo, però, Zelensky ha detto che «sfortunatamente la nostra dignità non sta salvando vite». Di qui la necessità di negoziare con il presidente russo Vladimir Putin. «Se c’è anche solo un uno per cento di possibilità per noi di fermare questa guerra, penso che dobbiamo sfruttarla. Dobbiamo farlo» perché «ogni giorno stiamo perdendo persone, persone innocenti sul terreno».
Ore 15.09 – Russi e ucraini riprendono i colloqui domani con un incontro online. Lo scrive la Tass citando Ukrainiskaya Pravda che fa riferimento a fonti di alto livello. «Un incontro online fra le delegazioni russa e ucraina è previsto per il 21 marzo», si legge.
Ore 14.41 – «Dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi chance di poter parlare con Putin. Se questi tentativi falliscono, allora vuol dire che questa è la terza guerra mondiale». Lo ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensy in un’intervista alla Cnn. «Sono pronto a negoziare. Sono stato pronto negli ultimi due anni. Senza i negoziati non si può mettere fine a questa guerra», ha sottolineato il leader ucraino.
Ore 14.34 – Le forze russe stanno aggredendo, stuprando e anche impiccando donne che non riescono a fuggire dalla loro brutale invasione. Alcune, per la disperazione, vengono spinte al suicidio. È l’inquietante denuncia di alcune parlamentari ucraine affidata a giornalisti a Londra in occasione di una loro visita a Westminster e di cui dà conto il Daily Mail. Lesia Vasylenko, parlamentare del partito di opposizione Holos, ha affermato che alcune donne oltre i 60 anni si sono tolte la vita dopo l’accusa delle forse di Putin di voler fermare gli orrifici attacchi.
Ore 13.53 – L’11 marzo i russi hanno aperto il fuoco su una casa di riposo a Kreminna nell’Ucraina orientale: 56 persone sono state uccise e le restanti 15 sono state portate nel territorio occupato a Svatove. Lo ha annunciato oggi su Telegram il capo delle forze armate del Lugansk Serhiy Haidai,riferisce Ukrinform. «L’11 marzo, gli occupanti russi hanno sparato da un carro armato in una casa di cura a Kreminna. Cinicamente e deliberatamente». Secondo le forze di polizia, è ancora impossibile raggiungere il luogo della tragedia.
Ore 13.47 – L’11 marzo i russi hanno aperto il fuoco su una casa di riposo a Kreminna nell’Ucraina orientale: 56 persone sono state uccise e le restanti 15 sono state portate nel territorio occupato a Svatove. Lo ha annunciato oggi su Telegram il capo delle forze armate del Lugansk Serhiy Haidai,riferisce Ukrinform. «L’11 marzo, gli occupanti russi hanno sparato da un carro armato in una casa di cura a Kreminna. Cinicamente e deliberatamente». Secondo le forze di polizia, è ancora impossibile raggiungere il luogo della tragedia.
Ore 13.40 – «Stiamo cercando di portar via diecimila persone dall’aerea di Mariupol». Lo sottolinea la vicepremier ucraina con Olga Stefanishyna soffermandosi sulla situazione nel sud-est del Paese. «Stiamo verificando, assieme al Procuratore Generale», le notizie di donne stuprate o uccise dai militari russo, aggiunge la vicepremier, che ha incontrato i media internazionali a Leopoli.
Ore 13.33 – Dieci milioni di persone sono fuggite dalle loro case in Ucraina. Lo afferma l’Onu.
Ore 13.28 – «Siamo in contatto permanente con il governo italiano a tutti i livelli. Io so personalmente quanto nel Parlamento italiano si sta lavorando per noi e questo rappresenta una svolta nei nostri rapporti bilaterali. L’Italia ha messo da parte ogni, per così dire, romanticismo nei confronti della Russia. L’Italia non è mai stata al nostro fianco in questo modo». Lo ha detto, rispondendo all’ANSA, la vice premier dell’Ucraina con delega ai Rapporto con Ue e Nato, Olga Stefanishyna, che oggi ha incontrato i media a Leopoli.
Ore 12.50 – Rapito il vice sindaco della città di Energodar Ivan Samoidiuk. A dare la notizia attraverso il suo canale Telegram è Dmytro Orlov, il sindaco di Energodar. «Il vicesindaco Ivan Samoiduk è stato rapito. Non sappiamo in che condizioni sia. Non ci sentiamo da ieri. E oggi abbiamo ricevuto informazioni confermate che è stato cinicamente rapito», scrive il sindaco che lancia un appello alla massima attenzione, chiedendo a politici e attivisti di «non rispondere a chiamate da numeri di telefono sconosciuti, non comunicare a nessuno la posizione effettiva». «E chiediamo ora a tutti i cittadini di unirsi il più possibile, per sostenere Energodar, che era e rimarrà ucraina», aggiunge il sindaco chiamando tutti a raccolta al palazzo del consiglio comunale alle 14 «per dichiarare il tuo categorico disaccordo con il rapimento e la prigionia dei cittadini ucraini! Non molliamo e non lasciamoli nei guai».
Ore 12.47 – Il presidente Vladimir Putin e il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si preparano a utilizzare i minorenni nella guerra contro l’Ucraina, ipotizzando di impiegare una riserva di giovani tra i 17 e i 18 anni. Lo riporta l’agenzia Unian citando fonti dell’intelligence di Kiev su Telegram.
Ore 12.45 – Il difensore civico dei diritti umani dell’Ucraina Ludmila Denisova in un post su Telegram, riportato dal Guardian, ha accusato le forze russe di trasportare con la forza i cittadini ucraini in Russia. «Negli ultimi giorni, diverse migliaia di residenti di Mariupol sono stati deportati in Russia – afferma – Si tratta di persone del quartiere della riva sinistra della città e del rifugio antiatomico nell’edificio del club sportivo, dove più di mille persone (per lo più donne e bambini) si sono nascoste dai continui bombardamenti. È noto che i residenti di Mariupol catturati sono stati portati in campi di filtraggio, dove gli occupanti hanno controllato i telefoni e i documenti delle persone. Dopo l’ispezione, alcuni residenti di Mariupol sono stati trasportati a Taganrog e da lì inviati in treno in varie città economicamente depresse della Russia. I nostri cittadini hanno ricevuto dei documenti che li obbligano a stare in una certa città. Non hanno il diritto di lasciarla per almeno due anni con l’obbligo di lavorare nel posto di lavoro specificato. Il destino degli altri rimane sconosciuto». Denisova ha accusato la Russia di una grave violazione delle leggi internazionali, compresa la convenzione di Ginevra, e ha chiesto alla comunità internazionale di aumentare le sanzioni contro la Russia.
Ore 12.30 – Il nuovo lancio di un missile ipersonico Kinzhal da parte dei russi insieme ad alcuni missili da crociera Kalibr hanno bersagliato un deposito di carburante e di lubrificanti a Kostiantynivka, nella regione di Mykolaiv, che riformiva le forze armate ucraine nelle aree ove si sta combattendo: lo afferma il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Interfax. Mosca aggiunge che i missili cruise Kalibr sono partiti da navi nel Mar Caspio, mentre il missile Kinzhal dal mar Nero, nella zona della Crimea. I missili da crociera partiti dal Csspio hanno colpito anche un’officina a Nizhyn che riparava i veicoli blindati ucraini danneggiati in battaglia, sempre secondo il portavoce della difesa di Mosca, Igor Konashenkov.
Ore 12.22 – «Venticinquesimo giorno di guerra. A causa dei fallimenti nell’offensiva, la Russia è passata ad un’artiglieria più distruttiva, i sistemi Kinzhal e Bastion sono usati contro città pacifiche. La Russia nel panico sta cercando anche riserve di uomini richiamando tutto dal Pacifico e chiedendo all’Organizzazione del trattato della sicurezza collettiva». Lo scrive su twitter il consigliere della presidenza ucraina, Mikhailo Podolyak.
Ore 12.15 – La vicepremier ucraina Olha Stefanishyna ribadisce le accuse di genocidio contro la Russia, ma accusa inoltre che donne ucraine sono state stuprate e uccise dai soldati russi. Parlando con Sky News Stefanishyna ha riferito di «storie orribili» che riguardano le donne, «che sono state stuprate e assassinate» da militari di Mosca. «Ogni singolo soldato che abbia commesso questo crimine di guerra verrà chiamato a risponderne – ha aggiunto – donne ucraine, noi rimarremo unite e prevarremo».
Ore 12.05 – Si aggrava il bilancio dei bambini uccisi dalla guerra in Ucraina: in oltre tre settimane sono 115 mentre altri 140 sono rimasti feriti. Lo riporta l’Ukrainska Pravda citando l’ufficio del procuratore generale. Il maggior numero si registra nella regione di Kiev dove hanno perso la vita 58 bimbi.
Ore 11.45 – Mariupol è stata colpita da armi pesanti sparate da quattro navi della Marina russa. Lo ha riferito il reggimento Azov sul suo canale Telegram, secondo quanto riporta l’agenzia ucraina Unian. «Il nemico continua a distruggere cinicamente la città ucraina, usando tutto l’arsenale disponibile. Dopo aerei, artiglieria, vari sistemi e carri armati, gli occupanti russi stanno distruggendo la città con armi pesanti di navi da guerra», sottolinea il reggimento Azov.
Ore 11.30 – C’è una «alta minaccia» di un’offensiva della Bielorussia in direzione Volyn che potrebbe iniziare nei prossimi 1 o 2 giorni. Lo riporta l’agenzia ucraina Unian citando fonti di intelligence e dello Stato maggiore ucraini. «La minaccia di un’offensiva della Repubblica di Bielorussia in direzione Volyn è valutata alta», ha affermato lo Stato maggiore
Ore 11.00 – Nell’élite russa si sta formando un gruppo di persone contrarie a Vladimir Putin che starebbero considerando la sua eliminazione. Lo ha riferito su Facebook la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, come riportano le agenzie di stampa ucraine Unian e Ukrinform. «Avvelenamento, malattia improvvisa, incidente: l’élite russa – affermano rapporti di intelligence – sta valutando la rimozione di Putin. Un gruppo di figure influenti contrarie a Vladimir Putin si sta formando tra l’élite politica e imprenditoriale russa. Il loro obiettivo è rimuovere Putin dal potere il prima possibile e ripristinare i legami economici con l’Occidente a causa della guerra in Ucraina». Secondo l’intelligence ucraina, una certa parte dell’élite politica russa considera il direttore dell’FSB Alexander Bortnikov come il successore di Putin che, riportano i media ucraini, recentemente sarebbe caduto in disgrazia per errori di calcolo nella guerra contro l’Ucraina.
Ore 9.20 – Il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi che oltre 100 militari ucraini e «mercenari stranieri» sarebbero stati uccisi in un attacco a un centro di addestramento per le forze speciali ucraine nella regione di Yitomir, nel nord del paese. «Missili lanciati dall’aria ad alta precisione hanno colpito un centro di addestramento per le forze operative speciali delle forze armate ucraine, dove si trovavano mercenari stranieri vicino a Ovruch», ha dichiarato il portavoce militare Igor Konashenkov. La città di Ovruch si trova a meno di dieci chilometri dal confine con la Bielorussia e a circa 150 chilometri da Kiev.«Più di 100 unità delle forze speciali militari e mercenari stranieri sono morti», ha affermato il portavoce in dichiarazioni raccolte dall’agenzia Tass.
Ore 9.00 – Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che sarà limitata e posta sotto controllo l’attività di 11 partiti politici ucraini, alcuni dei quali avrebbero legami diretti con Mosca. Lo si legge su vari media, fra cui Bbc. Zelensky lo dice nel video postato durante la notte, nel quale li elenca per nome. Fra essi la Piattaforma d’opposizione – Per la Vita, uno dei maggiori partiti filo-russi rappresentato nel parlamento di Kiev. Zelensky ha detto che il ministero della Giustizia avrebbe attuato immediatamente le restrizioni, che rimarranno in piedi finché durerà la legge marziale.
Ore 8.50 – Per il secondo giorno consecutivi, Mosca afferma di aver utilizzato un sistema missilistico ipersonico contro obiettivi militari ucraini. Lo riferisce Interfax.
Ore 8.20 – La Russia ha attaccato una scuola a Mariupol dove a avevano trovato rifugio circa 400 persone. Lo scrivono Bbc e Sky News citando un post su Telegram delle autorità municipali di Mariupol. Il bombardamento sarebbe avvenuto ieri sera, l’edificio sarebbe stato distrutto e sotto le macerie restano donne, bambini e anziani, si riferisce nel post su Telegram. La Bbc da parte sua specifica che le informazioni non sono state verificate indipendentemente.
Ore 7.45 – Dopo quasi due settimane passati in un bunker, 71 orfani sono stati evacuati da Sumy e trasferiti in zone più sicure. Lo riferisce il governatore dell’area citato dal Kiev Independent. «Abbiamo nascosto questi bambini in un bunker per due settimane – ha scritto in un post su Facebook il governatore, Dmytro Zhyvytskyi – sono state trovate in fretta persone che potessero accoglierli in sicurezza, in un altro Paese. E alla prima opportunità li abbiamo evacuati attraverso il corridoio umanitario. Si tratta di bambini che per varie ragioni non hanno i genitori e la gran parte di loro ha bisogno di costante assistenza medica».
Ore 7.35 – I residenti della città ucraina assediata di Mariupol vengono obbligati a migliaia a trasferirsi in Russia: è quanto afferma il Kyiv Independent, che cita come fonte il municipio di Mariupol. «I civili verrebbero portati in campi dove i russi controllano i loro cellulari e i loro documenti per poi deportarli verso città remote della Russia», scrive ancora il giornale ucraino in un tweet.
Ore 6.45 – l ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato oggi che «il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia» sulla guerra in Ucraina. «La Cina continuerà a formulare giudizi indipendenti basati sul merito della questione e in un atteggiamento obiettivo ed equo. Non accetteremo mai alcuna coercizione e pressione esterna e ci opponiamo anche a qualsiasi accusa e sospetto infondati contro» il nostro Paese, ha detto Wang Yi ai giornalisti, secondo una dichiarazione del ministero degli Affari esteri cinese riportata dai media internazionali. Wang ha affermato che «la soluzione a lungo termine è abbandonare la mentalità della Guerra fredda, astenersi dall’impegnarsi in scontri di gruppo e formare veramente un’architettura di sicurezza regionale equilibrata, efficace e sostenibile. Solo in questo modo si può raggiungere una stabilità a lungo termine nel continente europeo».
Ore 5.45 – In un nuovo video postato su Facebook, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che l’assedio di Mariupol passerà alla storia per quelli che definisce «crimini di guerra» da parte dell’esercito russo. «Fare questo a una città pacifica, quello che hanno fatto gli occupanti, è una cosa terribile che sarà ricordata per i secoli a venire», afferma Zelensky nel suo video-discorso notturno alla nazione riportato dai media internazionali.
Ore 5.30 – Le sirene d’allarme antiaeree si sono attivate in quasi tutte le regioni dell’ Ucraina, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Oltre che a Kiev e a Leopoli, il rischio di raid aerei è scattato negli oblast di Odessa, Kharkiv, Zaporizhzhia, Sumy, Mykolaiv, Ternopil, Poltava, Kirovograd, Ivano-Frankivsk, Dnipropetrovsk, Rivne, Volinia, Cherkasy, Zhytomyr e Vinnytsia.
Ore 5.35 – Le truppe russe avrebbero fermato un convoglio di autobus diretto a Mariupol per evacuare i residenti, riporta il Kyiv Independent. Secondo il consiglio comunale di Berdyansk, il convoglio si stava dirigendo in città da Zaporizhzhia per raccogliere i residenti di Mariupol in fuga ma è stato fermato dalle forze di occupazione russe vicino al villaggio di Azovske, a tre chilometri da Berdyansk. Al convoglio non è stato permesso di entrare nei confini della città e agli autisti non è stato permesso di pernottare.
Ore 4.10 – I militari russi hanno consegnato più di 75 tonnellate di aiuti umanitari a Kherson, ha detto il ministero della Difesa russo citato dall’agenzia Itar-Tass. «Un altro carico di aiuti umanitari dalla Russia è stato consegnato alla città ucraina di Kherson per i residenti locali. I camion, accompagnati da personale militare russo, hanno portato più di 75 tonnellate di aiuti nella capitale regionale per gli abitanti della città e degli insediamenti vicini», ha detto il dicastero specificando che l’esercito russo ha fornito kit alimentari a tutti i bisognosi, compresi i prodotti essenziali: cereali, pasta, zucchero, conserve, patate, frutta e altri generi alimentari.
Ore 3.35 – Il governo australiano ha imposto un divieto all’esportazione di allumina, minerali di alluminio e bauxite verso la Russia. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Affari esteri australiano e senatrice per il Commercio, Marise Payne. «Il governo ha imposto durante la notte un divieto immediato alle esportazioni australiane di allumina, minerali di alluminio e bauxite verso la Russia, il che limiterà la sua capacità di produrre alluminio, un’esportazione fondamentale per la Russia», ha affermato la Payne citata anche dall’agenzia russa Itar-Tass. La ministra ha sottolineato che il divieto di esportazione di materie prime australiane per la produzione di alluminio «avrà un grande sulle industrie degli armamenti della Russia, che fa affidamento sull’Australia per quasi il 20% del suo fabbisogno di alluminio».
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