di Rosanna Codino
(ANSA) – VENEZIA, 13 MAR – Ariana è una bambina di 2980
grammi nata prematuramente alle 12.57 di sabato, dopo un lungo
viaggio affrontato nel grembo materno per fuggire dall’Ucraina e
trovare rifugio nel Veneto Orientale. La mamma giovanissima, non
ancora 20 anni, era arrivata in Italia giovedì dopo essere stata
prelevata dalla nonna alla frontiera con l’Ungheria insieme al
fratello minorenne e la mamma dei due, mentre il papà era stato
bloccato al confine.
Lo stress di una famiglia divisa, la guerra, il viaggio di
oltre 1500 km, hanno probabilmente determinato il parto
prematuro ma l’epilogo dell’evento improvviso è stato
sicuramente a lieto fine: Ariana e mamma Anna stanno bene e con
loro parte della famiglia è al sicuro. E’ accaduto ieri
pomeriggio all’ospedale di San Donà di Piave dove il personale
dell’ostetricia e ginecologia ha accolto con particolare affetto
la giovane ucraina sottoposta al taglio cesareo urgente subito
dopo l’arrivo in ospedale.
“La neonata è stata assistita dalla neonatologia, non
presenta problemi, ed anche la mamma sottoposta all’intervento
chirurgico sta bene – spiega la pediatra Antonella Tonetto
presente in quel momento – . Purtroppo la mamma non conosce
l’italiano però ha continuato a dire ‘grazie’ ed era è
felicissima. Sua nonna ci aiuta con la traduzione”. La prima
richiesta della puerpera è stata quella di annunciare la nascita
al papà, in Ucraina. Il tutto con non poca difficoltà
nell’agganciare la linea telefonica del paese in guerra: “Il
viso dolcissimo di questa neonata – continua la dottoressa – il
sorriso stanco ma felice della mamma, la voce lontana al
telefono del papà, riuscito a proteggere la sua famiglia,
rendono giustizia al dono della vita”.
A portare in Italia la famiglia ucraina è stata nonna Halyna
che da 19 anni lavora come badante a San Stino di Livenza: non
appena le condizioni lo hanno permesso ha ingaggiato un autista
per recarsi di persona al confine tra Ungheria e Ucraina e
portare in salvo i familiari.
Alla neonata è stato donato un completino fatto a mano
dall’Associazione Cuore di Maglia che da tempo collabora con la
Patologia Neonatale dell’Ulss 4. (ANSA).
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