Lun. Nov 25th, 2024

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(ANSA) – CASTROVILLARI, 31 MAR – Quindici persone, di cui 6
in carcere e nove ai domiciliari, sono state arrestate tra
Calabria e Basilicata nell’ambito di un’operazione contro il
caporalato e lo sfruttamento del lavoro condotta dai carabinieri
del Reparto territoriale di Corigliano Rossano e del Comando
Tutela per il lavoro di Cosenza, con il supporto dei militari
dei Comandi provinciali di Crotone e Matera e il coordinamento
della Procura di Castrovillari. Le accuse a vario titolo sono
intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, minaccia ed
estorsione. Disposto il sequestro preventivo dei beni e delle
quote aziendali di 10 imprese operanti nel settore agricolo
(quattro persone giuridiche e sei imprese individuali): quattro
in provincia di Cosenza, cinque in provincia di Crotone e una in
provincia di Matera. Sigilli anche a cinque veicoli che
sarebbero stati utilizzati dai caporali per il trasporto dei
lavoratori in nero. Il valore totale dei beni sequestrati è
stato stimato in circa 15 milioni di euro.
   
L’inchiesta è scaturita da un’indagine dei carabinieri di
Mirto Crosia, e ha permesso di portare alla luce il fenomeno
dell’impiego di lavoratori in condizioni illecite da parte di
aziende dislocate in Calabria (tra cosentino e crotonese) e in
Basilicata (materano). Gli investigatori hanno preso in esame la
condotta degli indagati nell’arco del periodo 2018-2021
attraverso le denunce delle vittime, accertando il ricorso a
minacce, anche di morte e atti di violenza. Il tutto per
costringere i lavoratori di varie nazionalità (gambiana,
nigeriana, romena), ad accettare retribuzioni dai 15 ai 30 euro
al giorno a fronte di oltre 12 ore di lavoro. Le indagini,
secondo quanto emerso, hanno consentito di provare le
responsabilità penali degli arrestati in ordine a ripetute
violazioni della normativa a tutela dei lavoratori in materia di
igiene e sicurezza, orario di lavoro e riposi: in un caso un
sarebbe stata negata assistenza ad un lavoratore che si era
stirato una gamba dopo aver caricato oltre 630 cassette di
pomodoro. Inoltre sarebbe stato documentato come i caporali
esigevano la restituzione di parte dello stipendio o come
istruivano i lavoratori nel caso di un eventuale controllo di
polizia. (ANSA).
   

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