Ven. Nov 1st, 2024

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di Laura Giannoni
(ANSA) – ROMA, 26 MAR – Marena è appena rientrata dal primo
giorno di scuola, sua sorella Ana suona il piano con
l’insegnante che la segue in Dad. Una giornata come tante, se
non fosse che ora sono a duemila chilometri da casa loro. Marena
e Ana, con la mamma Iryna, sono una delle prime famiglie ucraine
accolte a Latina. E il loro arrivo ha innescato un circolo
virtuoso di solidarietà nella cittadina laziale, che adesso
ospita 140 profughi sfuggiti alle bombe russe.
   
Iryna, Marena e Ana vivono con Nicoletta Zuliani, insegnante
di lingue al liceo Manzoni, suo marito e due dei suoi tre figli.
   
“Nei primi giorni di guerra, vedendo donne e bambini in fuga da
quell’inferno, nella mia famiglia ci siamo sentiti scomodi nella
nostra comodità. Ci siamo chiesti cosa fare e abbiamo deciso:
ospitiamo, ci stringiamo un po’”, racconta. Uno dei figli studia
ad Amsterdam, la sua stanza al momento è vuota. Così Nicoletta
ha scritto al Comune e l’ha messa a disposizione.
   
“Dopo qualche giorno è arrivata una telefonata: ‘c’è bisogno
di ospitalità per due ragazzine e la loro madre, malata
oncologica’. Non ci siamo tirati indietro”. Iryna ha 43 anni,
Ana 12, Marena ne ha compiuti 14 venerdì. La loro casa è a Ivano
Frankivsk, una città nel nord-ovest dell’Ucraina, dove le bombe
hanno fatto saltare in aria l’aeroporto. Il marito di Iryna è
rimasto là. Suo fratello è nell’esercito, di stanza a Kiev;
scrive tutte le mattine per dirle che sta bene.
   
In Italia Iryna ha però ritrovato la madre, che lavora a
Latina come badante. E potrà riprendere i trattamenti sanitari
che prima il covid e poi la guerra le hanno negato. “Farà tutte
le analisi in esenzione completa, avrà cure più moderne di
quelle ricevute in Ucraina, gratis”, sottolinea Nicoletta.
   
“Questo mi fa sentire orgogliosa del nostro paese, del sistema
sanitario che con la scuola è una punta di diamante italiana”.
   
Il gesto di Nicoletta e della sua famiglia è stato
contagioso. “Tre persone in più, nel bilancio familiare, alla
lunga si sentono. Per questo – evidenzia Nicoletta – è
importante il contributo da 20 euro al giorno, previsto per chi
ospita ma non ancora realizzato. “E’ giusto dare un aiuto
economico. Chi ospita va sostenuto”. (ANSA).
   

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