Gio. Ott 24th, 2024

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La curva dei contagi punta verso l’alto facendo registrare un +36% di casi in 7 giorni, e frena la discesa dei ricoveri in area medica (-3,5%) mentre rimane stabile quella di terapie intensive (-16,4%) e decessi (-18,7%). Lo rileva il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe che evidenzia pure come siano 17 le province con un’incidenza pari a oltre 1.000 casi per 100.000 abitanti. Nella settimana 9-15 marzo, Gimbe registra dunque un incremento dei nuovi casi (+379.792) a fronte di un lieve aumento dei tamponi (+8,4%). E salgono a 66 le province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti.

Calano i ricoveri in terapia intensiva (-90), in area medica (-303) e i decessi (976 vs 1.201). “Dopo cinque settimane di calo e l’arresto della discesa la scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta, presidente Gimb – si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379mila, con un incremento del 35,9% e una media mobile a 7 giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54 mila il 15 marzo (+30,3). Un’inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso”.

Nella settimana 9-15 marzo si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi in tutte le Regioni ad eccezione della Valle D’Aosta: dal +70% dell’Umbria al +3% del Molise. In tutte le Province tranne Isernia ed Aosta si registra un incremento percentuale dei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Da Cartabellotta, dunque, un invito alla cautela: “Nel nostro Paese la circolazione virale è ancora molto elevata e la curva dei contagi ha ripreso a salire. Auspichiamo che le decisioni del governo vengano informate dalle evidenze scientifiche e dalla situazione epidemiologica e non dallo spirito di emulazione di altri paesi più ‘temerari’, dove peraltro hanno ripreso a crescere non solo i contagi ma anche le ospedalizzazioni”. In particolare, conclude, “per ciò che riguarda il green pass, l’obbligo può decadere immediatamente dove il rischio di contagio è basso (all’aperto, in luoghi al chiuso poco affollati, ben ventilati e con breve permanenza), mentre dovrà essere mantenuto nei locali chiusi a rischio elevato. L’obbligo di mascherina, al momento, deve invece essere mantenuto in tutti i luoghi al chiuso, tenendo conto sia della estrema contagiosità della variante omicron – in particolare della BA.2 – sia delle incognite relative all’entità della risalita della curva dei contagi e al suo potenziale impatto sugli ospedali”. 
   

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