Sab. Nov 16th, 2024

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Ariana è una bambina di 2980 grammi nata prematuramente alle 12.57 di sabato, dopo un lungo viaggio affrontato nel grembo materno per fuggire dall’Ucraina e trovare rifugio nel Veneto Orientale. La mamma giovanissima, non ancora 20 anni, era arrivata in Italia giovedì dopo essere stata prelevata dalla nonna alla frontiera con l’Ungheria insieme al fratello minorenne e la mamma dei due, mentre il papà era stato bloccato al confine.
    Lo stress di una famiglia divisa, la guerra, il viaggio di oltre 1500 km, hanno probabilmente determinato il parto prematuro ma l’epilogo dell’evento improvviso è stato sicuramente a lieto fine: Ariana e mamma Anna stanno bene e con loro parte della famiglia è al sicuro. E’ accaduto ieri pomeriggio all’ospedale di San Donà di Piave dove il personale dell’ostetricia e ginecologia ha accolto con particolare affetto la giovane ucraina sottoposta al taglio cesareo urgente subito dopo l’arrivo in ospedale.
    “La neonata è stata assistita dalla neonatologia, non presenta problemi, ed anche la mamma sottoposta all’intervento chirurgico sta bene – spiega la pediatra Antonella Tonetto presente in quel momento – . Purtroppo la mamma non conosce l’italiano però ha continuato a dire ‘grazie’ ed era è felicissima. Sua nonna ci aiuta con la traduzione”.

La prima richiesta della puerpera è stata quella di annunciare la nascita al papà, in Ucraina. Il tutto con non poca difficoltà nell’agganciare la linea telefonica del paese in guerra: “Il viso dolcissimo di questa neonata – continua la dottoressa – il sorriso stanco ma felice della mamma, la voce lontana al telefono del papà, riuscito a proteggere la sua famiglia, rendono giustizia al dono della vita”.
    A portare in Italia la famiglia ucraina è stata nonna Halyna che da 19 anni lavora come badante a San Stino di Livenza: non appena le condizioni lo hanno permesso ha ingaggiato un autista per recarsi di persona al confine tra Ungheria e Ucraina e portare in salvo i familiari.
    Alla neonata è stato donato un completino fatto a mano dall’Associazione Cuore di Maglia che da tempo collabora con la Patologia Neonatale dell’Ulss 4.
   

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