(ANSA) – ROMA, 26 MAR – Conto alla rovescia per l’addio di
Francesco Figliuolo alla struttura commissariale anti-Covid.
Dal 31 marzo cessa lo stato di emergenza e dunque finisce la sua
missione anche il generale che potrà dedicarsi a tempo pieno a
guidare il Comando operativo di vertice interforze (Covi),
l’organismo che coordina, pianifica e dirige le operazioni dei
quasi diecimila militari italiani impegnati in missioni
all’estero. E si può capire, in queste settimane di guerra in
Ucraina, la delicatezza del ruolo. Sarà l’ ‘Unità per il
completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre
misure di contrasto alla pandemia’ ad operare fino al 31
dicembre 2022 con le stesse funzioni. Dall’1 gennaio 2023 il
ministero della Salute subentrerà poi all’Unità, che dunque
lavorerà per complessivi nove mesi.
Il passaggio di consegne è indicato all’articolo 2 del
decreto legge di giovedì scorso sul superamento dello stato di
emergenza. Il direttore dell’Unità – che “agisce con i poteri
attribuiti al Commissario straordinario” – sarà nominato con un
decreto del presidente del Consiglio. Ci sarà inoltre un
vicario, un dirigente di prima fascia del ministero della
Salute.
La campagna vaccinale – che Figliuolo ha guidato a partire
dall’1 marzo del 2021, succedendo a Domenico Arcuri – ha
somministrato finora 135 milioni di dosi di vaccini anti-Covid.
Il ciclo primario è stato concluso da 49,7 milioni di italiani
(l’83,9% della popolazione complessiva). Hanno fatto la terza
dose 38,6 milioni di persone (il 65,2% del totale). Nei periodi
più caldi le somministrazioni hanno anche superato le 600mila al
giorno. Negli ultimi mesi c’è stato un netto calo. Ieri, ad
esempio, sono state iniettate soltanto 54mila dosi. Sono 4
milioni e 490 gli italiani che ancora non sono stati vaccinati.
(ANSA).
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