Mar. Nov 19th, 2024

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Oggi Bandai Namco e FromSoftware hanno svelato che Elden Ring ha raggiunto quota 12 milioni di copie vendute nel mondo a nemmeno un mese dal lancio. Un risultato notevole, che conferma a tutti gli effetti che l’ultima opera di Miyazaki sta riscuotendo grande successo, sdoganando definitivamente il concetto che i souls-like sono per dei giochi di nicchia, riservati a pochi eletti dotati dell’abilità e dell’intelligenza necessari per affrontarli. Sì, c’è chi ne parla in questi termini.

Se andiamo a ben vedere, il fatto che i souls-like siano diventati ormai un genere mainstream non è una novità. Ad esempio, Dark Souls 3 ha venduto 10 milioni di copie dal lancio avvenuto nel 2016. Niente a che vedere con il risultato ottenuto da Elden Ring in meno di un mese, sia chiaro, ma non parliamo nemmeno di numeri da gioco di nicchia. Siamo ben lontani insomma dai tempi del lancio quasi in sordina di Demon’s Souls per PS3 in Europa, tra l’altro arrivato con netto ritardo rispetto a Giappone e USA, e non stupisce che ora Bandai Namco si stia già sfregando le mani, pensando a come “espandere il marchio oltre al gioco stesso portandolo nella vita quotidiana di tutti”.

Certo, da una parte il merito è anche quello di una campagna marketing martellante nelle settimane che hanno preceduto il lancio e il coinvolgimento di un nome importante come quello di George R.R. Martin, l’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco (da cui è stata tratta la serie Il Trono di Spade). Poco importa se il tocco di Martin all’atto pratico sia quasi invisibile, basta il nome per fare eco e raggiungere anche utenti che prima non erano interessati ai souls-like.

Detto questo, non si arriva a tali numeri solo grazie al marketing. Elden Ring è un successo anche per le sue indiscusse qualità, osannate dalla critica mondiale, e per il solito rumoroso passaparola della community, cresciuta negli anni proprio grazie alla qualità costante delle opere di FromSoftware (forse ad eccezione del mezzo passo falso fatto con Dark Souls 2).


Elden Ring con un po' di Gigachad
Elden Ring con un po’ di Gigachad

Tuttavia in queste sede ci preme più di parlare del risultato in sé e quello che rappresenta. Elden Ring ha venduto 12 milioni di copie in meno di un mese, è la nuova IP di maggior successo in Europa dai tempi di The Division e ha registrato il il secondo miglior lancio in USA negli ultimi 12 mesi. Non solo, se prendiamo in considerazione anche i soli dati delle console PlayStation, Elden Ring è riuscito a tenere testa a un peso massimo come Horizon Forbidden West, un’esclusiva di grande richiamo.

Se non è chiaro il concetto: Elden Ring è gioco che vende come il pane perché affascina le masse, anche i “casual”, per buona pace di chi ancora proclama con ingiustificata fierezza che i souls-like sono solo per giocatori hardcore. Sia chiaro, parliamo di una parte della community, neanche troppo larga ormai per fortuna, ma molto rumorosa e fanatica, basta farsi un giro sui social, nei forum, su Reddit… o anche su Multiplayer.it. Volete qualche esempio?

Se osi muovere delle critiche alle fasi platform di Bloodborne di tutta risposta ti becchi un “eh, ma i souls-like richiedono intelligenza”, come accaduto in una recente live sul nostro canale; se ti lamenti della totale assenza di una legenda o una pagina tutorial che spieghi il significato delle icone di stato, ovvero l’ABC in un GDR che si rispetti, vieni deriso perché non ti fermi a leggere le descrizioni dell’equipaggiamento, come se fosse quello il punto del problema o la sua soluzione. Se provi anche solo azzardarti a interessarti a una mod che renda più facile il titolo, ti viene detto di cambiare gioco (solitamente si punta a quelli Ubisoft), quasi come se una volta eliminato il contatore delle morti e delle imprecazioni a un gioco FromSoftware non rimanesse nulla di valore. Fortuna che non è così.

Nel 2022 vedere ancora utenti tessere le lodi dei giochi FromSoftware mettendo in primo piano solo il loro alto tasso di sfida, come a voler proclamare la propria bravura nel riuscire a giocarli, fa un po’ sorridere. E ormai non è neanche più un buon modo per fargli pubblicità. Piuttosto che circondarli di un’aura mistica per la loro presunta difficoltà proibitiva (dimenticando tra l’altro elementi come il multiplayer PvE e i messaggi a terra che facilitano e non di poco le cose), non sarebbe meglio decantare le altre qualità che da sempre li contraddistinguono, come ad esempio una direzione artistica di qualità eccelsa, una componente ruolistica profonda e che lascia grandissima libertà al giocatore e il level design allo stato dell’arte?

Parliamone è una rubrica d’opinione quotidiana che propone uno spunto di discussione attorno alla notizia del giorno, un piccolo editoriale scritto da un membro della redazione ma che non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.



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