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Sale la tensione a Taiwan. Nel giorno in cui il presidente americano Joe Biden ha incontrato l’omologo cinese Xi Jinping, una portaerei di Pechino è stata seguita da un cacciatorpediniere statunitense.
Il pedinamento sarebbe avvenuto a metà mattinata nelle vicinanze dell’isola di Kinmen, di fronte alla provincia cinese del Fujian. In quelle acque, la nave con bandiera a stelle strisce Ralph Johnson avrebbe preso la scia della Shandong, pilastro della marina mandarina. L’affiancamento tra i giganti del mare, come testimoniano le riprese, che sarebbero state effettuate da un passeggero su un volo civile, sarebbe durato più di qualche minuto.
Secondo il portavoce della marina Usa Mark Langford si sarebbe trattato di un semplice“transito di routine” in conformità con il diritto internazionale. Per il ministro degli Esteri cinese Zhao Lijian, invece, sarebbe un“normalissimo addestramento”, che non avrebbe nulla a che vedere con lo scambio di vedute, avvenuto a livello telefonico, tra i leader mondiali. Non a caso la portaerei non aveva a bordo alcun aereo pronto al decollo.
A spegnere ogni fuoco è la stessa Washington, la cui intenzione per il momento è mantenere aperti i principali canali di comunicazione. L’obiettivo delle due potenze, almeno in una fase delicata come quella attuale, considerando quanto sta accadendo in Ucraina, è tenere alta la guardia monitorando le coste, ma allo stesso tempo evitare ogni possibile provocazione. Anche il minimo errore, a queste latitudini, potrebbe finire con l’alimentare un clima già abbastanza teso.
La Cina, infatti, da tempo rivendica Taiwan, che considera parte integrante del suo territorio. Xi Jinping, secondo quanto riportano le fonti locali, da mesi sarebbe pronto a intervenire sui ribelli. A maggior ragione, negli ultimi giorni, sarebbe stata intensificata la presenza militare di Pechino, non passata inosservata agli occhi del pianeta, compresi quelli americani, che da tempo hanno sposato le ragioni dello stato insulare.
Ecco perché l’inseguimento avvenuto a largo del Fujian ha riaperto un dibattito, che poteva distendersi del tutto con lo scambio positivo e non belligerante di vedute avvenuto tra i leader dei due paesi. La collaborazione tra Stati Uniti e Cina resta fondamentale anche in Ucraina, considerando che Pechino al momento è l’unico interlocutore per la Russia di Putin.
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