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Quando andiamo al bagno per espletare i nostri bisogni dovremo fare attenzione alle nostre feci: potrebbero nascondere un sintomo del tumore al colon – retto
Fonte articolo: manuale MSD versione per i pazienti
Il tumore del colon – retto è tra i più diffusi in Italia: anamnesi familiare e alcuni fattori alimentari aumentano i rischio di ammalarsi di questo tumore che, tra i sintomi tipici comprende sanguinamento durante l’evacuazione, affaticamento e debolezza. Le persone che hanno compiuto i 50 anni sono quelle che devono sottoporsi a colonscopia e quindi a screening.
Se individuato precocemente il cancro al colon – retto è sostanzialmente curabile. Quasi tutti i tumori dell’intestino crasso e del retto (colorettali) sono adenocarcinomi, che si sviluppano dalla mucosa dell’intestino crasso (colon) e del retto. Il tumore del colon-retto insorge di solito come neoformazione simile a un bottone sulla superficie della mucosa intestinale o rettale chiamata polipo.
Tumore del colon – retto: ecco uno dei sintomi principali
Nei paesi occidentali, il tumore del colon-retto rappresenta uno dei tipi più comuni di cancro e la seconda causa principale di decesso per cancro. L’incidenza del tumore del colon-retto inizia ad aumentare rapidamente intorno ai 40-50 anni ed è leggermente più comune negli uomini rispetto alle donne. Una prima analisi delle feci può farci scoprire prematuramente questi tipo di tumore.
Uno dei sintomi del cancro del colon retto è la presenza di sangue occulto nelle feci, ovvero non visibile ad occhio nudo. La maggior parte dei tumori del colon sanguina, di solito lentamente e le feci possono risultare striate o miste a sangue, ma spesso la presenza ematica non è visibile. Il primo sintomo più comune del tumore rettale è il sanguinamento durante un’evacuazione.
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Ulteriori sintomi di tumore rettale sono il dolore in corso di evacuazione e la sensazione di svuotamento incompleto. La posizione seduta può causare dolore, ma, in altri casi, il soggetto di solito non avverte dolore causato dal cancro se non è avvenuta una diffusione in sede extrarettale.
In presenza di sangue nelle feci si sottopone il paziente a colonscopia, come nel caso di anomalie riscontrate in sede di sigmoidoscopia o test di diagnostica per immagini. Eventuali neoformazioni o anomalie visualizzate devono essere asportate durante la colonscopia. Per quanto riguarda l’esame delle feci, questo si esegue ogni anno.
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Per garantire risultati accurati del test, il soggetto segue una dieta ad alto contenuto di fibre, priva di carne rossa per 3 giorni prima di fornire un campione di feci. I test del DNA fecale servono per esaminare le feci per la presenza di materiale genetico di origine tumorale. Spesso i test genetici sulle feci sono combinati con test immunochimici fecali per la ricerca di sangue (test FIT-DNA) e vengono eseguiti ogni 3 anni.
Nel 10% circa dei soggetti con un risultato positivo del test FIT-DNA la colonscopia risulta normale. Questi soggetti possono ripetere il test fecale FIT-DNA dopo 1 anno o ripetere la colonscopia dopo 3 anni. Se i risultati sono negativi, tali soggetti sono considerati mediamente a rischio di sviluppare il cancro del colon e possono tornare al programma di screening normale.
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