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(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee tornano in “rosso” a causa delle preoccupazioni per le evoluzioni della guerra in Ucraina, con lo stallo dei colloqui tra Mosca e Kiev (il quarto round di discussioni non ha portato a passi avanti) e il difficile dialogo tra Stati Uniti e Cina (dopo l’incontro a Roma tra il consigliere della Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan e il capo della diplomazia cinese Yang Jiechi). A Milano si muove in territorio negativo il FTSE MIB, così come l’indice tedesco DAX 30, il francese CAC 40 e il FT-SE 100 a Londra. L’attenzione degli investitori resta catalizzata sulle ricadute della guerra per la ripresa globale, con il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, che ha già definito «irrealistica» una crescita del Pil Ue attorno al 4% nel 2022.
Sale l’attesa anche per le imminenti mosse delle Banche centrali: la Federal Reserve è chiamata il 16 marzo a prendere una decisione sui tassi e si attende una prima stretta di 25 punti base. Ma a mettere in tensione i mercati è anche l’aumento globale dei contagi da Covid-19, con il nuovo balzo dei casi in Cina (5.280 nelle ultime 24 ore, record dalla prima ondata) e la città di Shenzhen tornata in lockdown, che hanno portato all’immediato crollo dei listini asiatici, da Hong Kong (-6,20%) a Shanghai (-4,95%).
A Piazza Affari in “rosso” petroliferi, auto e banche
A Piazza Affari, dove i ribassi sono generalizzati, il focus è soprattutto sulla compagnia Generali dopo i conti 2021 superiori alle attese del mercato, con il risultato operativo migliore di sempre a 5,9 miliardi (+12,4%) e un utile netto a 2,85 miliardi (+63%). Il ceo Philippe Donnet parla di «risultati record nonostante un contesto sfidante». Ma il Leone di Trieste è anche alla vigilia di un delicato rinnovo dei vertici: «Abbiamo presentato ieri la nostra lista, che vede candidati di ottimo profilo e grande esperienza internazionale, una lista di grande qualità sotto tutti i punti di vista».
Tra i titoli che sul FTSE MIB tentano di arginare le perdite c’è il comparto utility con Terna e Italgas, mentre in coda al listino principale si piazzano gli industriali con Buzzi Unicem, il settore auto con Cnh Industrial e Stellantis, i principali istituti di credito, da Intesa Sanpaolo a Unicredit, e i petroliferi con Tenaris che risentono della corsa al ribasso del greggio, innescata dai timori su un rallentamento della domanda in Cina. Vendite anche su Telecom Italia alle prese con l’apertura del cda al fondo Kkr. Fuori dal listino principale, le azioni Mfe A (cioè le ex Mediaset) sono sospese dalle contrattazioni in attesa di un comunicato. Questo dopo che il cda di MediaForEurope nella tarda serata del 14 marzo ha deliberato – in base a quanto appreso da Radiocor – l’operazione di riassetto di Mediaset Espana, già controllata dal gruppo italiano, attraverso un’offerta pubblica di acquisto e scambio finalizzata al delisting.
Il petrolio Wti torna sotto i 100 dollari al barile
Sul fronte dei cambi, l’euro è poco mosso sul biglietto verde a 1,099 dollari (da 1,096 alla chiusura della vigilia) e vale 129,809 yen (129,3). Il rublo recupera in parte terreno sulla moneta unica e sul biglietto verde: il cambio euro/rublo è a 130,43 (-1,75%) e quello dollaro/rublo è a 119,9 (-1,72%), mentre prosegue la corsa al ribasso del petrolio, che è tornato sotto la soglia dei 100 dollari al barile: i future del Wti ad aprile cedono il 5,3% a circa 97,6 dollari al barile e quelli del Brent scadenza maggio perdono il 5,2% a circa 101,3 dollari. Ancora in calo anche i prezzi del gas, scambiato sul mercato europeo, che continuano a puntare verso il basso, riavvicinandosi alla soglia dei 100 euro al megawattora. I contratti ad aprile scambiati ad Amsterdam cedono il 5,69% a 108 euro.
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