Sab. Nov 23rd, 2024

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Andamento Piazza Affari FTSE Mib

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Euro in calo sul biglietto verde, Wti sotto 100 $

Sul mercato dei cambi, euro in calo a 1,1043 dollari da 1,1116 in chiusura il 31 marzo. Debole lo yen, indicato a 135,79 per un euro (da 134,90), e 122,96 per un dollaro (121,43). Rublo a 83,37 per un dollaro da 82. Prosegue anche il calo del prezzo del petrolio che si avvia a chiudere la settimana con la flessione più marcata da quasi due anni: il future maggio sul Wti perde l’1% a circa 99,3 dollari al barile, mentre l’analoga consegna sul Brent scivola dell’1,6% a 103,9 dollari. In calo del 5% a 1118 euro per megawattora il prezzo del gas naturale, al centro del braccio di ferro tra Mosca i paesi compratori sul pagamento in rubli.

BTp: si allarga lo spread a 151 punti base

Seduta negativa per i titoli di Stato italiani scambiati sul secondario telematico Mts. Lo spread con i Bund si allarga leggermente anche se, dopo una partenza in rialzo, i corsi del titoli tedeschi sono nuovamente in calo. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 151 punti base dai 149 del finale del 31 marzo. Il rendimento dei titoli italiani risale al 2,11% dal 2,05% del closing della vigilia con il Bund decennale che rende lo 0,6 per cento.

Eba: «Impatto diretto guerra su banche Ue limitato»

L’effetto diretto sulle banche Ue dell’invasione russa dell’Ucraina è stato finora «limitato» e i rischi di primo impatto, derivanti dalle esposizioni e dal rischio di mercato, «non rappresentano una minaccia fondamentale per la stabilità del sistema bancario». Quelli di secondo impatto, però, «potrebbero essere più rilevanti»: si tratta di rischi per la profittabilità, la qualità degli asset, rischi operativi, di mercato, liquidità e finanziamento. È questa la valutazione dell’Autorità bancaria europea (Eba) che ha pubblicato il report trimestrale (il “dashboard”).

Il cambio euro / dollaro

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Eurozona, Pmi manifattura ai minimi da 14 mesi

L’indice Pmi finale manifatturiero dell’Eurozona a marzo è calato a 56,5 (dal 58,2 di febbraio). Si tratta del valore più basso da 14 mesi. Alla fine del primo trimestre, commenta Sp Global Pmi, il manifatturiero ha registrato un altro rallentamento per l’aumento delle tensioni geopolitiche che hanno influito sulla domanda e che hanno avuto un notevole impatto sull’ottimismo delle aziende. La crescita più debole è stata accompagnata dall’intensificarsi della pressione sulla catena di distribuzione nel corso del mese, causata dall’aumento delle infezioni da Covid-19 in Cina e dall’invasione della Russia in Ucraina che, dai dati raccolti, ha provocato l’allungamento dei tempi medi di consegna.

Tasso inflazione record in Ue, a marzo +7,5%

A marzo il tasso di inflazione annuale nell’area euro è balzato al 7,5% dopo 5,9% a febbraio. Si tratta della stima flash di Eurostat, record storico da quando viene pubblicata la serie (1997). In Italia è al +7%, in Germania al +7,6%, in Francia al +5,1%, in Spagna al +9,8%. Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, l’energia dovrebbe avere il tasso annuo più elevato a marzo (+44,7%, rispetto al +32% di febbraio), seguita da cibo, alcol e tabacco, beni industriali non energetici e servizi. Se si esclude l’energia, il tasso di inflazione sarebbe del 3,4%.

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