(ANSA) – CATANIA, 11 MAR – Avrebbero usato come ‘merce di
scambio’ la propria figlia 14enne con un amico di famiglia con
il quale la ragazzina era costretta a convivere e ad avere
rapporti in cambio di cibo e soldi. E’ la drammatica storia
emersa da intercettazione della Dda della Procura di Catania che
ha portato all’arresto, da parte dei Carabinieri, dei due
genitori e dell’uomo, che era il ‘padrino’ di cresima della
minorenne.
Nei confronti dei tre indagati, che vivono in provincia,
militari dell’Arma del comando provinciale etneo hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che ipotizza i
reati aggravati di concorso in riduzione in schiavitù, atti
sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona,
cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di
armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
L’inchiesta, spiega la Direzione distrettuale antimafia, ha
fatto luce “spregevoli condotte da parte dei due genitori “nei
confronti di una delle figlie minorenni” facendo emergere “un
contesto familiare assai degradato nell’ambito del quale il
padre e la madre della vittima, in ragione della situazione di
grave indigenza economica e dimostrando un’assoluta incapacità
genitoriale, avrebbero esercitato nei confronti della figlia
poteri corrispondenti al diritto di proprietà, inducendola con
violenza e minaccia ad intrattenere una relazione anche sessuale
con il suo padrino di cresima, per ottenere cibo e denaro”.
La coppia avrebbe anche rimproverato e picchiato la figlia
affinché si “comportasse bene” con l’uomo. Il padre avrebbe
minacciato di ‘fare danni’ con un’assistente sociale che era
intervenuta per problemi di dispersione scolastica di un’altra
figlia più piccola. Al ‘padrino’ della ragazza è contestata
anche la violenza sessuale nei confronti della ragazzina che
avrebbe sequestrato a casa sua, l’avere ceduto della marijuana a
un minorenne e avere detenuto armi e munizioni, compreso un
fucile con le canne mozzate e una rivoltella 375 Magnum. (ANSA).
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