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Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone che il gas russo venga venduto ai Paesi «ostili» solo dietro un pagamenti in rubli. Secondo quanto riportato dall”agenzia Ria Novosti, il presidente russo avrebbe detto che i contratti esistenti saranno bloccati nel caso in cui questa domanda non venisse accolta e che gli acquirenti dovranno «aprire conti in rubli in banche russe».
L’interpretazione del decreto e delle sue conseguenze operative è parsa inizialmente poco chiara, specie perché ieri il presidente russo aveva parlato per 45 minuti al telefono con il premier italiano, Mario Draghi, e nelle scorse ore, commentando la telefonata, Draghi aveva detto di non ritenere che si fosse vicini al blocco delle forniture di gas da parte delle Russia e che le aziende europee possono continuare a pagare il gas — secondo i contratti in essere — in euro e dollari.
Secondo quanto ricostruito dal Corriere, però, il decreto sfrutterà un tecnicismo che consentirà di «tenere insieme» le parole di Putin a Draghi e «l’utimatum» all’Europa. Il meccanismo funzionerebbe così:
— L’azienda importatrice (ad esempio, Eni) apre due conti bancari presso Gazprombank, uno in euro e uno in rubli;
— Trasferisce il pagamento nel conto in euro;
— A quel punto, Gazprombank vende gli euro sul mercato di Mosca e compra rubli;
— Gazprombank mette i rubli nel conto dell’azienda importatrice in rubli e finalizza il pagamento, trasferendo i rubli per il gas a Gazprom.
Questo schema soddisferebbe entrambe le frasi pronunciate da Putin: le aziende straniere pagherebbero in teoria il gas in rubli (a Gazprom), continuando però di fatto a farlo in euro (a Gazprombank), assolutamente come oggi.
In realtà i pagamenti da parte occidentale non cambiano, ma Gazprombank dovrebbe compiere complesse operazioni per trasformare gli euro (o i dollari) in rubli su conti delle aziende importatrici in Europa.
Resta da vedere se il punto «politico» della questione possa passare — se cioè i Paesi europei accetteranno questo meccanismo: Francia e Germania hanno subito dichiarato di prepararsi allo stop alle forniture. «Potrebbe esserci una situazione in cui domani, in circostanze particolari, non ci sarà più il gas russo. Sta a noi preparare questi scenari e ci stiamo preparando», ha precisato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire durante la conferenza stampa con il collega tedesco, Robert Habeck.
I tecnici dei governi europei e delle aziende importatrici di gas in questo momento stanno studiando attentamente il decreto. L’aspetto che sembra più incerto e problematico riguarda l’articolo 7 del provvedimento. Esso stabilisce che il pagamento per la fornitura di gas è considerato compiuto nel momento in cui avviene l’accredito dei fondi dal conto in rubli alla società fornitrice, che è Gazprom.
Resta dunque da capire in quale valuta viene fissato il prezzo del gas, ossia se (come da contratto) l’indicazione del prezzo resta in euro e la valuta di fatturazione resta l’euro.
Da questo aspetto, delicatissimo, dipende la risposta delle società importatrici e dei governi europei al decreto di Putin. Per adesso essa è in sospeso in attesa di un’attenta valutazione, anche sul piano tecnico e giuridico.
Questo è lo schema che sarebbe stato elaborato al Cremlino dopo che la governatrice della banca centrale Elvira Nabiullina e il vicepremier Alexander Novak, ex ministro dell’Energia, avrebbero illustrato a Putin l’immensa difficoltà che avrebbe incontrato Gazprom nel cercare di imporre davvero gli importatori europei di pagare in rubli. Adesso la condizione di fondo perché tutto cambi (in apparenza) perché tutto rimanga com’è, è che la fatturazione e il prezzo della materia prima energetica dalla Russia restino quelli previsti dai contratti: in gran parte euro e in parte minoritaria dollari.
Non solo: il meccanismo rafforzerebbe ciò che avviene ormai da settimane, e che ha finora consentito alla Banca centrale russa di far rialzare le quotazioni del rublo a livelli pre-invasione. Di fatto, tutta la valuta straniera in arrivo in Russia sarà utilizzata per l’acquisto di rubli: e controllando sia le quantità totali di gas, sia la quantità di valuta corrispondente alle quantità di gas in vendita, potranno calibrare l’offerta di rubli sulla loro Borsa, stabilizzando così il valore della valuta locale.
Articolo in aggiornamento…
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