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Gruppi di civili ucraini nella citt sul mare d’Azov sono stati costretti a lasciare il Paese verso la Russia: al posto del passaporto ricevono un permesso di soggiorno
dal nostro inviato
ZAPORIZHZHIA — I russi stanno facendo con gli ucraini lo stesso che fecero con i tartari di Crimea nel 1944. Lo spettro della deportazione agitato dalle autorit di Mariupol e dello stesso governo di Kiev La tradizione staliniana di sradicare intere popolazioni dalle loro terre per mandarle nell’infinito oriente russo, in Siberia o nelle steppe Khazake, terrorizza e, allo stesso tempo, funziona come ulteriore accusa di disumanit nei confronti del Cremlino. Nei secoli Mosca ha spostato milioni di ceceni, tartari, tedeschi e altre minoranze. Nel caso degli assediati di Mariupol non ci sono prove, solo sospetti e accuse, ma in questa guerra di crudelt, l’ansia di sfuggire ai combattimenti viene sfruttata a fini di propaganda da entrambe le parti.
Per gli ucraini in almeno due occasioni gruppi di civili nascosti in rifugi collettivi nella citt sul mare d’Azov sotto assedio sono stati costretti a lasciare il Paese verso la Russia. Sono persone stremate dal freddo e dal sonno, terrorizzate dalle bombe che sperano di lasciare le zone dei combattimenti e mangiare e dormire senza il rombo delle cannonate. Rifocillati, caricati su autobus vengono registrati e, in cambio del passaporto, viene loro rilasciato uno speciale permesso di soggiorno. Da quel momento, denuncia il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko, sono prigionieri in Russia. Non possono spostarsi da una provincia all’altra e non possono espatriare. Il loro foglio non vale nulla senza passaporto. E la vicepremier Irina Vereshchuk ieri ha aggiunto: La Russia non apre i corridoi umanitari verso il territorio ucraino e migliaia di persone vengono deportate. Se vogliono salvarsi non hanno scelta e questo un altro crimine di Putin.
Ma per i russi si tratta di un corridoio scelto liberamente. L’agenzia russa Ria Novosti ha mostrato ieri l’arrivo a Jaroslavl, in Russia, di un treno con 480 rifugiati di Mariupol. Le autorit sfilano a favore di telecamera mostrando la stessa disinvoltura distaccata dalla realt del presidente Putin davanti alla folla dello stadio. La vicepresidente del governo regionale, Larisa Andreeva, ha parlato dei servizi che verranno gratuitamente offerti ai profughi di guerra. I fuggiaschi dalla citt ridotta alla fame, al buio e al freddo per tre settimane, faranno anche il test per il coronavirus, sai mai potessero essersi infettati in tutto questo tempo senza mascherina nei bunker.
Forse i numeri aiutano a inquadrare il fenomeno che per alcuni deportazione e per altri aiuto umanitario. Dalla sola Mariupol, nell’ultima settimana sono fuggiti verso il territorio sotto controllo di Kiev circa 40mila persone, verso Mosca appena 2.973. A Mariupol era difficile trovare qualcuno desideroso di scappare in braccio a chi stava bombardando. Qualcuno poteva ritenerla l’opzione pi sicura, per evitare incidenti durante il tragitto, ma la diffidenza era ovvia. Non sar forse deportazione, ma il rispetto russo per i diritti umani oggi un serio punto di domanda.
21 marzo 2022 (modifica il 21 marzo 2022 | 07:00)
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